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Arresti in tutta Italia per Infiltrazioni mafiose negli appalti di grandi opere degli ultimi anni
28 Ottobre 2016 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Area Metropolitana, Cronaca, ex Alfa Romeo, Expo, Giudiziaria, Territorio |
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Sul territorio le indagini riguardano anche Expo e “Il Centro” di Arese
ARESE – “Underground”, “Rent” e “Amalgama”, sono i nomi di tre inchieste giudiziarie che hanno portato agli arresti nel mese di ottobre esponenti di clan calabresi con ramificazioni in tutta Italia nel campo degli appalti e dei sub appalti infiltratisi anche nel nostro territorio nei cantieri Expo e del centro commerciale di Arese.
“Vi butto giù i grattacieli, i palazzi….noi siamo calabresi, noi bruciamo, noi bruciamo qua”. Sono alcune delle frasi intercettate con cui alcuni indagati assoggettavano gli imprenditori al pagamento di tangenti. Si leggono nelle cronache sulle intercettazioni dell’”Operazione Rent”, che martedì 25 ottobre ha portato a un sequestro complessivo di beni per 15 milioni di euro fra Reggio, Catanzaro, Catania, Bergamo, Brescia e Mantova.
Secondo l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, che ha scoperchiato gli intrallazzi di uomini riconducibili al clan della ‘ndrangheta Aquino-Coluccio e Piromalli-Bellocco di Rosarno, la società a loro collegata Infrasit spa, costituita nel giugno 2013, si sarebbe aggiudicata la realizzazione della piastra di Expo e dei padiglioni Expo di Cina e Ecuador, il potenziamento in subappalto della linea ferroviaria Novara-Vanzaghello delle Ferrovie del Nord, il cantiere di Cormano per nuova stazione, lavori edili a Malpensa e Milano, quelli dell’Iper di Arese, del consorzio di Bereguardo, di un immobile in Marocco, di un resort in Romania e la messa in sicurezza della A7 Milano-Genova.
Fra gli indagati principali l’imprenditore calabrese Salvatore Piccoli che pagava i corrotti con tangenti e prestazioni sessuali di escort. Ed è proprio Piccoli che avrebbe minacciato il geometra Giovanni Ratti della Costruzioni Edili Bergamelli di azioni incendiarie. Insieme a Piccoli sono ventinove gli altri indagati, fra cui spiccano Giuseppe Gentile, Antonio Stefano, Graziano Macrì e Pasquale Giacobbe.
Associazione mafiosa, riciclaggio, estorsione, induzione alla prostituzione, detenzione illecita di armi da fuoco con l’aggravante del metodo mafioso i reati contestati agli indagati.
Il collegamento con Arese sarebbe avvenuto attraverso alcuni dei 14 arrestati il 3 ottobre scorso nell’ambito dell’”Operazione Underground” coordinata dalla Dda di Milano (con a capo Ilda Boccassini) per le mazzette versate al dirigente della Nord Ing Davide Lonardoni grazie cui la ‘ndrangheta si sarebbe accaparrata lavori per circa 5 milioni di euro per la realizzazione del trenino tra i Terminal 1 e 2 di Malpensa, di infrastrutture per l’ipermercato di Arese e di quelle del consorzio di Bereguardo.
Il giudice per le indagini preliminari Alessandra Simion nota come i subappalti ottenuti dalla Infrasit riguardino “opere di rilievo, che certamente una società appena nata, gestita di fatto ed amministrata formalmente da soggetti privi di una competenza specifica nel settore, non si sarebbe mai potuta aggiudicare”.
Contestati i reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati di corruzione diretta all’acquisizione dei lavori, utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti e indebite compensazioni, truffa ai danni dello Stato, bancarotta fraudolenta, intestazione fittizia di beni e complessi societari e la “illecita concorrenza realizzata attraverso minaccia e violenza”.
Mercoledì 26 ottobre è stata la volta dell’”Operazione Amalgama” , condotta dal Comando Provinciale di Roma, che ha portato a 21 custodie cautelari, 45 le perquisizioni e i sequestri di documentazione in Liguria, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Molise e Campania per reati di associazione per delinquere, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e tentata estorsione. Il tutto per ottenere contratti di subappalto nell’ambito dei lavori per la realizzazione della tratta Tav “A.V./A.C Milano-Genova-Terzo Valico Ferroviario dei Giovi” (Alta Velocita’ Milano-Genova), del sesto macrolotto dell’Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e della “People mover” di Pisa.
Un imprenditore calabrese, insieme al direttore lavori e funzionari del Cociv (consorzio collegamenti integrati veloci) i veloci) avrebbe ottenuto contratti per un valore complessivo di 5 milioni di euro da parte delle ditte esecutrici.
Fra gli arrestati vi sarebbe Giandomenico Monorchio, imprenditore e figlio dell’ex ragioniere generale dello Stato Andrea. Inchiesta che emerge in un momento di respiro internazionale: sono al vaglio del governo e delle regioni i corridoi della rete prioritaria europea di trasporto la cui realizzazione avrà un notevole impatto sull’occupazione e sull’imprenditoria. L’Unione Europea ci osserva.
Ombretta T. Rinieri
“Il Notiziario” – 28 ottobre 2015 – pag. 72
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