L’Arese Shopping Center aprirà (forse) i battenti ad aprile
5 Febbraio 2016 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Area Metropolitana, Bianca, centro commerciale Arese, Commercio, Cronaca, ex Alfa Romeo, Inchieste, Locale, Politica |
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L’anticipo di un anno sulla data prevista coglie in contropiede l’amministrazione e i commercianti. Dei tre bandi finora lanciati, uno è andato a vuoto e il più grosso si sta per chiudere. Il Pim in campo per ristrutturare con il contributo del comune le piazze delle aree commerciali
ARESE – “Il centro commerciale aprirà presumibilmente ad aprile”. Questo l’annuncio dato nel corso del consiglio comunale del 28 gennaio scorso dall’assessore alle attività produttive Giuseppe Augurusa rispondendo a una domanda della consigliera Paola Toniolo sui bandi per il sostegno al commercio locale.
Si sposta quindi di un mese il time out che le indiscrezioni davano per marzo. Comunque, stando all’assessore, l’Arese Shopping Center aprirà addirittura in anticipo di un anno rispetto a quanto in realtà previsto e “…con quello che comporta – ha detto – anche dal punto di vista degli oneri finanziari”.
In consiglio, Augurusa ha fatto il punto sui bandi fin qui lanciati dall’amministrazione Palestra e finanziati con i fondi messi a disposizione dal padron dell’iper Marco Brunelli con la sottoscrizione nel 2012 dell’accordo di programma sull’area ex Alfa Romeo: “In accordo con il comune di Lainate abbiamo ripartito le risorse disponibili in base alla quantità di aree su cui i due comuni insistono. Il comune di Arese insiste sul 54% delle aree e pertanto ha incamerato di quel fondo, che era di 4,5 milioni, il 54% dell’importo complessivo. I 2,5 milioni e spiccioli che ci sono toccati sono stati suddivisi e declinati in modo diverso. Una parte, circa 500mila euro è stato destinato ai bandi per le attività economiche e oltre 1 milione e 800mila euro è stato destinato ai distretti naturali del commercio, che sono quelle aree che a pgt hanno una densità di negozi piuttosto significativa”.
Tre i bandi finora pubblicati. Il primo riguardava le nuove attività commerciali. Andato a gara il 23 marzo 2015, stanziava 50mila delle 500mila messi in cantiere per quel capitolo. Nelle intenzioni di Augurusa si trattava di una sorta di esperimento per provare a incentivare l’arrivo in città di attività inedite. “E’ arrivata una sola domanda – ha spiegato – che in realtà più che una nuova attività commerciale era una bella idea, ossia la concessione pubblica del parco. In sé interessante, ma non era il caso di specie e quindi quel bando è andato vuoto”.
Il secondo bando, pubblicato intorno alle metà giugno, era di altre 50mila euro e riguardava i pubblici esercizi. “Lo abbiamo separato dal commercio di vicinato – ha continuato Augurusa – perché i pubblici esercizi, quali i bar, hanno una normativa particolare che tiene conto nella fattispecie delle bevande. Il bando stanziava altre 50mila euro. Sono arrivate richieste per 80, ne abbiamo concessi 40”.
I soldi avanzati sono stati convogliati nel terzo bando pubblicato il 23 dicembre scorso per le attività economiche delle micro imprese. La data del bando e la tipologia sono oggetto di aspre polemiche fra i commercianti. Quindi Augurusa ha implicitamente risposto loro: “Il bando dura quattro mesi e il periodo natalizio poteva essere un’occasione per studiare bene la documentazione richiesta. Rispetto alle cose che sento in giro, le micro imprese non sono un’invenzione dell’assessore Augurusa, sono un decalogo dell’Unione europea che considera micro imprese quelle sotto i 10 dipendenti e fino a 2 milioni di euro di fatturato. Grosso modo in questo parametro in Lombardia rientrano il 96,6% delle attività economiche. Soprattutto, in una città come la nostra, dove le attività di tipo produttivo sono in larga minoranza, il numero enorme delle imprese che stanno in questa configurazione sono di fatto attività commerciali”.
Il bando finanzia investimenti materiali e immateriali quali le idee di innovazione del prodotto laddove questo fosse possibile e di progettazione come la gestione del servizio o la modalità con cui si accede alla vendita. Quindi tutto ciò che riguarda le infrastrutture interne al negozio o i programmi di gestione.
Il finanziamento riguarda il 50% dell’investimento fino a un taglio massimo di 15mila euro. Significa poter investire nel proprio negozio fino a 30mila euro potendo contare su 15mila euro a fondo perduto stanziati dall’amministrazione comunale. “È una modalità che non risolverà il problema del commercio locale – ha detto l’assessore – che come quello nazionale dipende da quattro anni di calo dei consumi interni costante e continuo. La ripresa dipende molto dalla professionalità (servizio, prezzi, originalità) e sempre di più dalla dimensione dell’impresa. Quello che abbiamo pensato di fare è semplicementre di erogare i fondi un anno prima e provare a dare un impulso alle attività locali, sapendo che si è di fronte a una sfida improba, che è l’apertura di un centro commerciale con oltre 230 negozi dove ci sarà praticamente tutto”.
Come già annunciato in un’intervista al “Notiziario” l’anno scorso, Augurusa ha ripreso il concetto in consiglio comunale dell’attrattività delle aree commerciali aresine con l’aiuto del comune. “Abbiamo affidato al Pim – ha illustrato – il confronto con i soggetti delle aree del commercio. Il Pim ha quindi incontrato alcuni operatori locali, una parte dei commercianti del Giada, delle Mimose, di XI settembre, l’Ascocem e altri e sulla base dell’1,8 milioni residuo pensiamo si possa mettere in campo entro il 2016 progetti preliminari per migliorare le infrastrutture delle aree del commercio. Significa che l’amministrazione inteverrà su aree private a interesse pubblico. Un esempio su tutti il parcheggio delle Mimose la cui piazza a oggi è fatta di marmi rotti. Discorso a parte è la via Caduti, che è il principale distretto commerciale naturale locale, ma che a oggi è più che altro una strada che un commercio. Lì si tratta di fare dei ragionamenti”.
Ombretta T. Rinieri
(Il Notiziario – 5 febbraio 2016 – pag. 72)