Ccsa, dove lo sport è impegno sociale
20 Settembre 2010 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Associazioni, Bianca, Centro sportivo Arese, Cronaca, Inchieste, Sport |
(Flashback Ccsa – “La Prealpina” 27 febbraio 2005 – pag. 12)
ARESE – “Non è un buco, ma un disavanzo di gestione di 248mila euro”, ci tengono a precisare il presidente e il vice presidente del centro sportivo comunale Ccsa, Roberto Ferrari e Mauro Porro, che intervengono sulla polemica dei conti in rosso della struttura. “Il disavanzo – continua Ferrari – indica una certa gestione in un certo periodo di tempo e la possibilità di ripianare. Il buco, invece, indica soldi sottratti o irrecuperabili. Cosa che non è”. Il vertice del Ccsa ammette l’esistenza di un disavanzo creatosi negli ultimi tre-quattro anni e ne illustra le cause, affermando anche che all’amministrazione comunale non è mai stato nascosto nulla. “Abbiamo sempre avuto con tutte le amministrazioni un rapporto trasparente e collaborativo”, afferma Mauro Porro.
Il Ccsa è una struttura sportiva che fattura un milione e 300mila euro, che si sviluppa su due chilometri quadrati, conta 5mila utenti (2700 dei quali soci). Vi lavorano 165 collaboratori fra istruttori, segreteria e amministrazione e 300 volontari. Le discipline sportive praticate da un pubblico di tutte le età sono calcio, calcetto, basket, tennis, pallavolo, nuoto, ginnastica e bocce. Ci sono sezioni come quella del calcio, del basket inserite nei campionati provinciali, regionali e nazionali mentre la sezione tennis ha forgiato campioni come Corrado Borroni, nazionale di Coppa Davis. Il Ccsa non ha solo finalità formative, agonistiche e ricreative ma anche sociali. Ciò significa che nel limite del possibile deve garantire a tutti i ceti sociali di praticare uno sport rientrando comunque nei costi.
Ferrari è presidente dal 1993. Suo referente politico era allora come oggi l’assessore Carlo Giudici. “Nel 1993 – racconta Ferrari – il Comune versava al Ccsa 260mila euro di contributo annuo per la gestione energetica (corrente, gas e acqua) e sosteneva il costo di un custode su un fatturato di 335mila euro. In pratica ripianava l’80 per cento dei costi. Si trattava di un grosso onere che l’amministrazione voleva ridurre. Quell’anno stipulammo una convenzione che prevedeva a scalare contributi da 200mila a 130mila a fine 1997”. Sono anni d’espansione. Nasce la pallavolo, si allarga il tennis, il basket prima esterno viene inglobato. I soci arrivano a quota 2900.
“Vinta la prima sfida imprenditoriale con il comune che ripianava solo il 30 per cento dei 900mila euro di costi – continua Ferrari – nel 1998 abbiamo stipulato una nuova convenzione che abbassava ulteriormente l’esposizione dell’amministrazione da 130 a 60mila, ma a fronte di investimenti per 1.300.000 euro per un nuovo impianto di fitness, il miglioramento della piscina, nuovi campi da tennis, il beach volley”. Investimenti che però sono saltati, perché è stato necessario mettere a norma l’impianto elettrico del centro (400mila euro) e la palestra (750mila euro).
“Io non critico l’assessore Agostini e l’assessore Giudici – afferma Ferrari – perché hanno messo lì i soldi. Un’ispezione avrebbe potuto far chiudere il centro. Ma la mancanza di investimenti ha penalizzato il Ccsa, che è divenuto meno attrattivo rispetto ad altri centri del territorio mentre la contemporanea riduzione della copertura da parte del comune ci ha fatto finire in un cul de sac dal quale non siamo ancora usciti, nonostante l’aumento delle sezioni sportive e degli utenti. Oggi l’amministrazione copre solo il 4% del nostro fatturato, neanche sufficiente a pagare il bocciodromo”.
Nel tentativo di contenere i costi i vertici del Ccsa hanno tagliato 40mila euro di consulenze e raddoppiato gli sponsor e aumentato i costi degli abbonamenti, scontando il malcontento degli utenti e perdendo anche soci.
Fra le soluzioni Ferrari e Porro indicano ora la costruzione di una nuova piscina, mentre sulla questione della fondazione si dicono d’accordo con l’amministrazione a patto che non sia una trovata per piazzar poltrone.
Ombretta T. Rinieri