Centenario Alfa Romeo, da un baule di casa Kerbaker le lettere di un giovane Nicola Romeo
14 Dicembre 2015 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Area Metropolitana, Aziende, Cronaca, Cultura, ex Alfa Romeo, Imprenditoria, Personaggi, Sociale |
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La sorpresa della figura inedita di un Nicola Romeo imprenditore umanista
MILANO – Non è ancora finito l’800 quando Nicola Romeo, Edoardo Fucito ed Ettore Kerbaker, classe 1876, si conoscono appena ventenni alla facoltà di ingegneria del Politecnico di Napoli. Una volta laureati, i tre si perfezioneranno in Belgio. Figli di un Meridione colpito pesantemente dalla crisi agraria degli anni ’90 e proiettati verso una nuova era foriera d’innovazione (le invenzioni nelle comunicazioni e nei trasporti saranno il carburante che a inizio ‘900 farà nascere in tutto il mondo decine di nuove industrie che a loro volta rimetteranno in moto il commercio), come migliaia di loro conterranei emigrano e sperimentano la loro prima occupazione all’estero.
Ettore si avvierà a un percorso internazionale. Nicola ed Edoardo torneranno in Italia e a Milano, dopo alcuni anni di rappresentanza di ditte straniere, creeranno nel 1906 la “Ing. Nicola Romeo e C.”, che si amplierà con nuovi soci nel 1911 fino a fondare nel 1918 l’Alfa Romeo (nel 1915 l’ingegnere napoletano aveva acquistato l’Alfa sull’orlo del fallimento per la necessità di produrre nei suoi capannoni i proiettili e il “piccolo italiano“, il motocompressore divenuto famoso fra i soldati al fronte per la facilità con cui consentiva di scavare le trincee). Romeo, infatti, dovette rispondere alle richieste del governo italiano, che allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, aveva imposto a molte “officine” di trasformare la produzione da civile a bellica.
La storia inedita dell’amicizia di Ettore, Nicola ed Edoardo è emersa a distanza di un secolo grazie al ritrovamento da parte di Paolo Frova, uno dei nipoti di Ettore Kerbaker, di una quarantina di lettere che Nicola Romeo scrive per lo più tra il 1901 e il 1912 alla sua bisnonna Assunta Bucci nonché madre di Ettore, che durante il periodo del Politecnico aveva spalancato la sua bella casa al Vomero agli amici del figlio, seguendone gli sforzi studenteschi e spronandone le ambizioni.
Il giovane Nicola Romeo, proveniente da un paesino di provincia, figlio di un insegnante elementare e primogenito di una famiglia numerosa, si manteneva all’università impartendo ripetizioni di matematica e inglese. Insieme a Edoardo prese a frequentare la famiglia Kerbaker, anch’essa numerosa (oltre a Ettore, Alberto, Ersilia, Ernesto, Margherita e Mario), ma economicamente più fortunata e stimolante dal punto di vista intellettuale. Il padre Michele, era direttore dell’Istituto Orientale di Napoli e professore di sanscrito (fu l’autore, fra l’altro, della prima traduzione italiana del Mahàbhàrata, poema epico indiano e testo sacro dell’induismo), mentre Assunta, nata in Inghilterra da genitori italiani, era una donna poliedrica: multilingue, pittrice, pianista, traduttrice, ma soprattutto madre attenta e premurosa e gentile padrona di casa.
Terminati gli studi, i ragazzi prendono la loro strada e si sparpagliano per il mondo. Dalla corrispondenza con Nicola si comprende come Assunta, oltre a chiedere notizie di Nicola ed Edoardo a Milano, si tenga in contatto con gli amici di Ettore per conoscere le sorti del figlio che preso dal lavoro evidentemente passa dei periodi senza dare notizie di sé alla famiglia.
L’epistolario, che restituisce al pubblico la figura inedita di un Nicola Romeo imprenditore umanista, è stato raccolto e curato da Andrea Kerbaker, cugino di Paolo Frova e anch’esso nipote di Ettore Kerbaker, docente di istituzioni e Politiche Culturali all’Università Cattolica di Milano, scrittore e bibliofilo (possiede venticinquemila volumi), che a Milano, in largo de Benedetti 4, ha aperto la “Kasa dei Libri”. Uno scaffale che è anche un luogo di eventi culturali.
Ed è proprio alla Kasa dei Libri che il 24 novembre scorso Andrea Kerbaker, insieme a Ferruccio de Bortoli, già direttore del “Sole24Ore” e del “Corriere della Sera” e a Severino Salvemini, manager e professore all’Università Bocconi, ha presentato il libello edito da Interlinea Edizioni: “Alle Radici dell’Alfa Romeo Lettere di Nicola Romeo ad Assunta Kerbaker (1901-19012)”. Un decennio esemplificativo, dato che la raccolta viene chiusa da una lettera del febbraio 1932 in cui Romeo, ormai fuori dall’Alfa Romeo, si preoccupa di dar seguito a una “raccomandazione” di Assunta per una persona in difficoltà da inserire nelle sue “Officine” e a rimpiangere “il ricordo della tazza di caffè sempre restata imbattuta”.
Ombretta T. Rinieri
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