La nuova Biblioteca di Arese, uno “Spazio per pensare”
24 Settembre 2015 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Area Metropolitana, Bianca, Cronaca, Edilizia, ex Alfa Romeo, Locale, Politica, Scuola, Sociale |
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Un luogo non solo di studio e lavoro, ma anche di aggregazione e tempo libero
ARESE – I ragazzi del liceo scientifico “Falcone Borsellino” di Arese hanno condotto un sondaggio durato un anno e mezzo volto a capire come sarebbe dovuta essere la nuova biblioteca comunale. La professoressa Elena Gallani, che aveva coordinato i lavori dei ragazzi, ne aveva illustrata una sintesi il 10 marzo 2015 in auditorium nel quadro della presentazione del progetto preliminare definendo l’esigenza di una nuova biblioteca quale “spazio per pensare”.
Il sondaggio era partito con l’apertura di una pagina mirata su face book (oltre 50mila visite): “Dopo un quadro generale sul concetto di biblioteca e delle biblioteche in altri paesi – aveva spiegato – ci si è focalizzati sulla situazione di Arese. Sulla pagina face book l’attenzione massima è stata posta sulla possibilità che l’edificio e i servizi possano far vivere agli utenti oltre all’aspetto chiuso anche quello all’aperto”.
Andando oltre face book, il sondaggio è proseguito con l’ascolto dei dipendenti comunali coinvolti nell’ambito culturale ed è stato allargato ai consiglieri comunale, a quelli delle commissione consiliari e a circa una ventina di associazioni fra quelle iscritte all’albo nella sezione socio culturale. “La scelta del centro sportivo – aveva proseguito la docente – è stata recepita positivamente soprattutto per l’idea di avere un’offerta integrata anche con lo sport, mentre dal sondaggio è emerso ripetutamente l’importanza del rapporto con il verde, che ai comuni circostanti ad Arese è peculiare”.
L’idea di fondo emersa dal sondaggio è quella di una biblioteca in cui dovrà trovare spazio non solo il cittadino interessato all’accesso al libro, a internet, o alla sala studio, ma anche il cittadino interessato a trovare uno spazio accogliente dove poter incontrare altra gente, parlare, dibattere,svagarsi. Un terzo luogo, non dedicato al lavoro, o allo studio ma al tempo libero. “Non devo essere uno studente – aveva rimarcato Simona Villa – non devo andare a partecipare a un laboratorio, vado perché è un bel luogo, perché incontro gli amici”.
Questi i motivi per andare in biblioteca da cui sono partiti gli studenti liceali per le loro interviste con domande semplici ed empiriche: la biblioteca è una raccolta di libri; si apprende a tute le età; si formano opinioni; in biblioteca nessuno è straniero; è aperta a tutti; è libertà; è social; è un luogo di incontro; di socialità; è digital; risponde e predispone agli strumenti di accesso all’informazione; è memoria, perché è tradizione, è depositaria della storia e della storia anche di un comune. Siamo partiti da questi dieci buoni motivi per le interviste.
“In biblioteca si formano le opinioni – aveva detto Elena Gallani – ed è un aspetto su cui si è lavorato nelle classi per cui la nostra riflessione è che la biblioterca deve essere soprattutto un luogo dove far circolare le idee, perché la scuola da sola non può farlo e ha bisogno di un supporto. Questo è un progetto importantissimo per tutti i ragazzi, non solo di Arese, che vengono in biblioteca per i più svariati motivi, ma perché è un luogo di aggregazione”.
Allacciandosi al lavoro degli studenti del “Falcone e Borsellino”, l’assessore alla cultura Giuseppe Augurusa aveva espresso la sua concezione di biblioteca: “In biblioteca ci si forma fin da quando si va a scuola, ma vale per tutte le età. È un luogo di promozione culturale per eccellenza, sperimentale di arte e mestieri e soprattutto di democrazia perché dentro si formano opinioni. Tutto ciò ci consente di dare in mano ai progettisti il contenuto per fare il contenuto”. E il vice sindaco Enrico Ioli: “E’ il filo conduttore per cui abbiamo raccolto il testimone al fine di realizzare uno spazio dove ciascuno possa trovare uno spazio a lui più congeniale. Un’integrazione di più funzioni e la differenziazione per fare in modo che ciascuno possa ritrovarsi in questo spazio. Al progettista abbiamo dato delle indicazioni precise quali l’integrazione con il parco del centro sportivo e l’esigenza di valorizzazione di un bene pubblico come il centro sportivo che è in ricrescita dopo la crisi che ha subito per recuperare quello che era il centro sportivo culturale aresino. Una piazza per pensare, un posto dove poter andare non solo per prendere un libro o un cd, ma anche per dire ci vediamo in biblioteca, anche solo per prendere un caffè”.
Ombretta T. Rinieri