“Decido io”, studenti aresini sperimentano il coraggio di saper scegliere
3 Luglio 2015 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Associazioni, Bianca, Buone notizie, Cronaca, Sanitaria, Scuola, Sociale, Spazio giovani, Volontariato |
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ARESE – Fumo, alcol, droga, videogiochi. Sono tante le dipendenze verso le quali i giovani, soprattutto gli adolescenti che vivono la normale crisi di transizione dovuta allo sviluppo della pubertà, sono esposti. E se lo sbaglio fa parte di questo periodo, come evitare che l’errore si trasformi in devianza? Con la prevenzione.
Quest’anno, nell’ambito del programma formativo, sei classi seconde della scuola media “Silvio Pellico” e due della scuola media interna al Centro Salesiano (da sempre in prima linea su questi temi) sono state coinvolte nella sperimentazione del progetto pilota “Decido Io”, ideato su questo tema sociale da Camilla Pietrantonio. Trentunenne, laureata all’Università Cattolica in tecniche psicologiche, si è formata fra l’altro al Don Gnocchi lavorando per due anni in una casa per disabili. Ideatrice di progetti, è riuscita a svilupparne uno anche a Hong Kong sulla distrofia muscolare grazie a una borsa di studio messa a disposizione dalla Famiglia Antonini in ricordo del figlio ammalatosi di distrofia muscolare. Camilla vanta anche una decennale esperienza di volontariato in Croce Rossa. E’ preparata per il soccorso psicologico (a L’Aquila ha assistito la popolazione colpita dal terremoto) e per quelli in mare e in montagna.
Cresciuta ad Arese, Camilla conosce bene la problematica delle dipendenze sul territorio. “Arese è una realtà bellissima, piena di verde – racconta Camilla – però già quando ero ragazza io, negli anni 90, girava parecchia droga. Leggera, pesante. Un giovane poteva venirne in contatto. E nell’andare a vedere con l’ambulanza tanti incidenti di ragazzi ho avuto sempre il pensiero: “Torno ad Arese e devo fare qualcosa”.
Nell’ambito del bilancio partecipativo, l’anno scorso Camilla partecipa con “Decido io” al bando promosso dalla giunta Palestra, “nel senso che un ragazzo ha davanti tantissime strade ed è lui che sceglie quale percorrere”. Il progetto purtroppo non arriva fra quelli finali, ma piace alla scuola. E’ la media di via Col di Lana a chiederle di svilupparlo nelle secondo classi A, B, C, D, E ed F cui si unisce la scuola media del Centro Salesiano. Il progetto è rivolto a ragazzi e genitori e coinvolge molte figure professionali in grado di affrontare il problema della dipendenza da diversi fronti.
“Si è visto che la preadolescenza è il periodo più a rischio – spiega Camilla – e inoltre che l’uso scorretto di internet è sottovalutato dai ragazzi, soprattutto in rapporto alla privacy. Quindi siamo partiti con il progetto pilota, che io spero di poter replicare in altre classi e a Milano. Il numero ristretto di classi ci ha consentito di creare un gruppo da monitorare in itinere. Gli esperti hanno spiegato ai ragazzini di 12-13 anni la differenza tra dipendenza fisica e psicologica e le conseguenze derivanti dall’assumere certe sostanze. In particolare è intervenuto lo psichiatra Sergio Astori, che detiene una cattedra alla Cattolica, gli psicoterapeuti Patrizia Borrelli ed Enrico Lombardi, l’educatrice Debora Sigismondo, Il farmacista Federico Basano e l’esperto dell’area pace della Croce Rossa Alessandro Guida.
Gli aspetti legali sono stati affrontati dal maresciallo capo dei carabinieri di Arese Daniele Solfanelli, dal comandante della polizia locale Maurizio Bindelli e dall’agente Marianna Santopaolo e dagli avvocati Alice di Lallo e Fabio Gianisi. La parte di laboratori grafico pittorica è stata portata avanti con l’aiuto del writer Massimiliano Di Buduo”.
Alessandro Guida, che alla Croce Rossa di Garbagnate si occupa di formazione in Croce Rossa sull’uso e l’abuso delle sostanze, ha tenuto anche lezioni ai ragazzi su questo argomento e su quello della sessualità con particolare riferimento all’Hiv. “Basano ha spiegato dal punto di vista farmacologico – continua Camilla – cosa accade al corpo quando viene in contatto con le sostanze psicotiche e con l’alcol”.
Gli incontri con i ragazzi si sono tenuti un paio di volte al mese per una durata di una o due ore. Quelli con i genitori un paio di volte alla sera. “Con le famiglie – dice Camilla – si voleva capire quali fossero le problematiche con i loro figli nella quotidianità. A supporto sono intervenuti gli psicologi. Tra l’altro Lombardi dell’associazione Nivalis si occupa proprio di prevenzione e rapporto con l’hiv e ha aperto un centro antifumo. Ciò perché la problematica del fumo è molto sentita dalle famiglie”.
Per evitare un approccio coi ragazzi troppo teorico, Camilla ha portato in classe grazie all’esperto della Croce Rossa le tecniche di soccorso e rianimazione, che poi gli studenti hanno replicato in un video che è stato mostrato alla festa della scuola il 5 giugno scorso. Con il writer Di Buduo le conoscenze acquisite sono state oggetto di laboratori grafici terminati con cartelloni e disegni anch’essi oggetto della mostra di fine anno. I risultati sono stati un forte interessamento e curiosità sugli argomenti e una nuova conoscenza. Ora i ragazzi sanno che le cellule del sistema nervoso sono le uniche che non si riproducono e come l’assunzione delle sostanze vadano a intaccarle.
Ombretta T. Rinieri
(Il Notiziario – 3 luglio 2015 – pag. 66)