Expo 2015 è in dirittura d’arrivo. I padiglioni più belli quelli di Cina, Emirati Arabi, Thailandia, Nepal, Angola e Israele
17 Aprile 2015 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Area Metropolitana, Cronaca, Cultura, Eventi, Expo, Sanitaria, Sociale |
Commenti disabilitati
|
168 i paesi partecipanti, 54 con un padiglione proprio. La novità dei cluster dedicati a temi specifici come caffè e cioccolato. Presente anche la Santa Sede
RHO – L’Incontro a Rho con i farmacisti dell’Asl Milano 1 è stata anche l’occasione per fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori dei padiglioni di Expo. A parlarne Paolo Cottini, della direzione affari istituzionali di Expo. Alla domanda diretta sul numero dei padiglioni ultimato, Cottini ha risposto con savoir faire. “Non saprei dare una cifra esatta sui padiglioni al momento ultimati – ha detto – diciamo che all’esterno ne sono pronti già parecchi. In questi ultimi quindici giorni si stanno completando soprattutto gli allestimenti interni”.
Dei 168 Paesi partecipanti, sono 54 quelli che hanno prenotato un proprio padiglione specifico (all’ultimo Expo di Shangai i padiglioni nazionali furono 42) e ognuno di loro offre una sua interpretazione sul tema del cibo per la vita. Realizzati in strutture leggere, al termine della manifestazione saranno smontati.
Eludendo la corsa all’ultimo miglio che si sta facendo sul sito in questo periodo lavorando giorno e notte, Cottini ha preferito puntare sul lato positivo della manifestazione. “Tutti voi avrete letto delle vicende belle e meno belle di Expo – ha infatti esordito – io vorrei darvi qualche dato partendo dal fatto che, dopo un secolo, questo evento torna in Italia e torna con la più grande manifestazione mai avvenuta dedicata all’alimentazione. Non a caso è stata pensata in Italia, il cui settore agroalimentare è il settore più noto in tutto il mondo. Per sei mesi avremo in modo continuativo le delegazioni dei 168 paesi partecipanti, che hanno investito oltre un miliardo di euro. Hanno aderito paesi come la Corea del Nord dando il segnale come Expo sia un luogo d’incontro e di pace. Oltre alle nazioni, parteciperanno tre organizzazioni internazionali, Onu, Fao e Ue, e le associazioni del terzo settore”.
In una breve carrellata sui padiglioni più rappresentativi, Cottini ha illustrato le caratteristiche di quello della Cina, uno fra i più grandi, giocato tutto sul rapporto tra la tradizione agricola millenaria e l’innovazione che porterà ad avere più risorse. “Quello degli Emirati Arabi – ha spiegato entusiasta – è fra i padiglioni più belli. Si tratta di un’oasi nel deserto e mette a tema l’agricoltura in una zona arida. Quello del Nepal, tutto intagliato, richiama dal punto di vista architettonico la sua storia. Il tema è la biodiversità perché quello che possono offrire è la montagna, il clima. L’Angola ha messo in risalto il ruolo della donna all’interno dei processi educativi e agricoli nella sua società. Israele, che è uno dei paesi più all’avanguardia nell’uso dell’acqua, si presenta come una serra verticale che utilizza le nuove tecnologie. Il padiglione della Thailandia è realizzato a forma del tipico cappello thailandese. Quello della Santa Sede, ultimato, ha per titolo: “Non di solo pane” ed è tutto giocato sulla riflessione di cosa nutra davvero l’uomo. Il padiglione Italia è il luogo del racconto della nostra tradizione, che non vive solo nel passato ma che ha uno sguardo sul futuro. Un luogo dove si può far germogliare il futuro. Vi sarà uno spazio dedicato al vino, degli spazi dedicati alle regioni, poi alle associazioni”.
L’albero della vita è finito e si stanno collaudando gli spettacoli che si terranno nei prossimi giorni. Oltre ai padiglioni delle nazioni, Expo avrà degli spazi tematici, denominati “cluster”, dedicati ad alcuni temi specifici come il caffè e il cioccolato. A Cascina Triulza troveranno spazio per la prima volta le associazioni della società civile. “Infine – ha detto Cottini – vi sarà tutto quanto è fuori dal sito espositivo, con Anci, comune di Milano, Regione Lombardia e le iniziative culturali e sportive”.
“Expo – ha concluso – sarà il più grande ristorante a cielo aperto. Ogni padiglione avrà il suo ristorante. L’Expo italiana non lascerà una Torre Eiffel, ma qualcosa di immateriale che andrà dall’educazione alimentare alla lotta allo spreco del cibo. E questa sarà la vera eredità di Expo”.
Fra le notizie a margine rese note, quella dell’area di Greco a Milano dove in un vecchio magazzino dei grandi chef a rotazione cucineranno le derrate alimentari non consumate all’interno di Expo, che alle sera verranno trasportate fuori dal sito espositivo .
Ombretta T. Rinieri