Privacy: 606 provvedimenti nel 2013:call center e internet i settori di maggiore violazione
10 Giugno 2014 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Bianca, Cronaca, Sociale |
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Il Garante della Privacy ha pubblicato la relazione annuale 2013. In sintesi l’Autority ha adottato oltre 606 provvedimenti collegiali e fornito riscontro a 4.185 tra quesiti, reclami e segnalazioni con specifico riferimento alle seguenti aree tematiche: telefonia, centrali rischi, centrali rischi, videosorveglianza, rapporti di lavoro, giornalismo.
Sono stati decisi 222 ricorsi, inerenti soprattutto a banche e società finanziarie, datori di lavoro pubblici e privati, attività di marketing, compagnie di assicurazione, operatori telefonici e telematici, mentre i pareri resi dal Collegio al Governo e Parlamento sono stati 22 ed hanno riguardato, in particolare, l’informatizzazione delle banche dati della Pa, l’attività di polizia e sicurezza nazionale, la formazione.
L’anno scorso il Garante ha effettuato 411 ispezioni (+4% rispetto al 2012), che hanno riguardato diversi settori: call center e telefonate promozionali indesiderate; banche dati del fisco; credito al consumo e “centrali rischi”; sistema informativo dell’Inps; nuovi strumenti di pagamento elettronico gestiti dalle compagnie telefoniche (mobile payment); violazioni delle banche dati dei gestori tlc (data breaches).
Le violazioni amministrative contestate sono state 850, in aumento rispetto all’anno precedente (578): una parte consistente ha riguardato il trattamento illecito dei dati, legato principalmente al telemarketing e all’uso dei dati personali senza consenso; all’omessa o inadeguata informativa agli utenti; alla conservazione eccessiva dei dati di traffico telefonico e telematico; alla mancata adozione di misure di sicurezza; all’omessa o mancata notificazione al Garante; all’inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità.
Le sanzioni amministrative riscosse ammontano a oltre 4 milioni di euro. Le violazioni segnalate all’autorità giudiziaria sono state 71, in particolare per mancata adozione di misure minime di sicurezza a protezione dei dati.
L’attività di relazione con il pubblico è aumentata rispetto all’anno precedente: si è dato riscontro a oltre 31.000 quesiti, che hanno riguardato, in particolare, le problematiche legate alle telefonate indesiderate, a Internet, alla pubblicazione di documenti da parte della Pa, alla videosorveglianza, al rapporto di lavoro.
L’attività internazionale
Non meno rilevante l’attività del Garante a livello internazionale, a partire da quella svolta nel Gruppo delle Autorità per la privacy europee (Gruppo Articolo 29) riguardo ai numerosi pareri e documenti adottati (cookies, app per telefonia mobile, sistemi di misurazione “intelligenti” nel settore energetico, open data, droni, data breach, anonimizzazione dei dati, cloud computing, clausole contrattuali per le multinazionali, etc.) o alle iniziative assunte, come quella nei confronti di Google.
I Garanti europei si sono occupati del nuovo Regolamento in materia di protezione dati che sostituirà la Direttiva del 1995 e della Direttiva che dovrà disciplinare il trattamento di dati per finalità di giustizia e di polizia.
Il Garante italiano per il Consiglio d’Europa, che sta rivedendo la Convenzione del 1981 sulla protezione dei dati, nonché quella svolta in seno ad altri gruppi di lavoro (anche OCSE).
Intenso infine il lavoro svolto nell’ambito delle Autorità di controllo Schengen, Europol, Eurodac.