Le storie di Caponnetto e Borsellino in fumetto
14 Giugno 2012 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Cronaca, Giudiziaria, Nera |
A vent’anni dalle stragi mafiose che colpirono al cuore l’Italia nel 1992, la round robin ha presentato a Palermo la novella grafica ‘Antonio Caponnetto (non è tutto finito)’ di Luca Salici e Luca Ferrara.
Il fumetto è incentrato sulla figura dell’ex Capo Ufficio Istruzione che diventa il simbolo di una città, di un Paese, che si rialza dall’ennesimo schiaffo, dopo le stragi di via D’Amelio e Capaci. “È finito tutto” dice uno scosso Caponnetto uscendo dall’obitorio dopo l’ultimo saluto a Borsellino. E il rammarico per quella frase detta in un momento di sconforto diventa un motivo in più per farsi coraggio, per riprendere le forze e la speranza, e lavorare sul cambiamento culturale e sulla lotta alla mafia. È l’inizio della primavera palermitana.
La Round Robin ha presentato in anteprima anche ‘Un orsacchiotto con le batteria (Il depistaggio sulla strage di via D’Amelio)’ di Elena Invernizzi e Stefano Paolocci. Si tratta di un romanzo-inchiesta sul depistaggio lungo due decenni attorno alla strage in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque uomini della sua scorta. In un gioco di pesi e contrappesi saranno le voci dei pentiti a dominare la scena: quella dell’“orsacchiotto con le batterie” Vincenzo Scarantino in primis, sulle cui dichiarazioni verranno istruiti i processi; e quella di Gaspare Spatuzza poi, il collaboratore che ha rimesso in discussione le sicurezze acquisite in tanti anni di indagine.