Franco Dellupi interviene sul Centro Sportivo: ‘Per anni convenzioni firmate senza l’inventario degli impianti’
27 Gennaio 2012 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Centro sportivo Arese, Inchieste |
ARESE – “Nella vicenda del centro sportivo chi è mancata è stata l’amministrazione comunale’. Non ha mezzi termini Franco Dellupi, 70 anni, nato a Milano e residente ad Arese dal 1971. Si occupa del “Davide Ancilotto” dal 1996 prima come addetto del Ccsa agli impianti, alla contabilità e amministrazione e poi come tesoriere. In Fondazione Arese Cultura e Sport è stato direttore generale dal gennaio 2007 al novembre 2009. Tanti anni passati nel “Cici” e tante rivelazioni da fare. Una per tutte riguarda l’inventario sullo stato dell’arte degli impianti.
“Era un documento – ripercorre Dellupi – che veniva citato in tutte le convenzioni che le amministrazioni comunali firmavano con il Ccsa, con la Gesem e con Fondazione e che avrebbe dovuto essere alla base degli accordi. Soltanto che non era mai esistito. L’ho stilato io nel 2007 insieme a Marco Rebuffi del Ccsa allegando 400 fotografie”. Prima di arrivare in Facs Dellupi aveva conosciuto bene i presidenti del Ccsa Roberto Ferrari e Mario Nestri. “Il grave errore che hanno fatto è stato quello di aver concordato con il Comune un canone non si sa bene su che cosa e che è risultato poi esagerato rispetto all’obsolescenza delle strutture la cui manutenzione continua è molto costosa”.
Prima dell’arrivo di Dellupi in Facs ciascuna sezione sportiva seguiva le manutenzioni per conto proprio, i cui costi venivano poi saldati dal Comune a pié di lista. La giunta Ronchi invertì la tendenza. “Con la convenzione iniziale – racconta Dellupi – l’amministrazione si impegnò a intervenire con due miliardi di lire, ma questi soldi fu costretta a spenderli per la sicurezza degli impianti per ottemperare alle nuove normative in magteria”. Prima dell’inventario del 2007 il Comune esegue interventi tampone, mentre il Ccsa si ritrova spesso a intervenire a livello di manutenzione straordinaria sull’emergenza. Sulla falla in piscina raccontata da Intese Dellupi però non sa nulla. “Tra il 1996 e il ’97 io scoprii una perdita nella distribuzione dell’acqua sotto il trerreno tra l’ingresso e la bocciofila. Riparammo il guasto e i costi si ridussero del 20-25%”.
Ciò non toglie che le manutenzioni sono costanti e necessarie. Nell’aprile 2008 Dellupi avanza al comune una “proposta operativa” volta a mettere mano alle strutture per comparti. Ma per tutta risposta nel maggio 2009 l’amministrazione incarica una società esterna, la Censit, per un raffronto con l’inventario di Dellupi del 2007, che risulterà attinente per il 95% e difforme per un 5% perché a un anno e mezzo di distanza il Ccsa provvide in proprio a degli interventi urgenti. Le elezioni amministrative si portano via l’estate e il direttore generale di Facs aspetta l’autunno per sollecitare la nuova giunta Fornaro. Ma rimane inascoltato. Così il 2 ottobre 2009 mette nero su bianco la situazione in una lettera indirizzata a Fornaro, Congedo e alle responsabili degli affari istituzionali Rosella Paganini e dei lavori pubblici Annapaola Menotti. “Sono continuamente costretto – scriveva – a intervenire con manutenzioni ordinarie che non sarebbero necessarie se gli impianti ci fossero stati consegnati in condizioni ottimali. Durante i cinque anni trascorsi al Ccsa ogni due mesi stendevo una relazione (obbligatoria in convenzione) raccontando gli interventi ordinari che venivano eseguiti e richiedendo altri interventi ordinari all’amministrazione comunale che non venivano eseguiti . Tali relazioni venivano lette da pochi del Ccsa e non so per l’amministrazione comunale” . La richiesta rimane inascoltata e Dellupi, “non potendo più svolgere” il suo ruolo si dimette. “Mi sono sempre chiesto – considera Dellupi – perché i contraenti firmassero le varie convenzioni senza inventario e con gli impianti obsoleti”.
Ombretta T.Rinieri
‘Il Notiziario’ 27 gennaio 2012 – pag. 71