Centro sportivo, continua il racconto di Anoia e Malingambi
3 Febbraio 2012 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Centro sportivo Arese, Inchieste |
(II parte, continua)
ARESE – Tra la seconda metà di luglio e l’agosto 2010 Ccsa e Intese sono costretti a collaborare insieme dall’amministrazione comunale e da Fondazione Arese Cultura e Sport. Il Ccsa si sente tradito perché la lettera firmata dall’assessore allo sport Domenico Congedo e dal sindaco Gianluigi Fornaro che garantiva alla polisportiva la possibilità di continuare a gestire lo sport anche per la stagione 2010-2011 si era dimostrata carta straccia, ma deve ugualmente fare buon viso e cattivo gioco nella speranza di far continuare a lavorare i suoi istruttori e giocare le varie sezioni. In particolare, all’inizio, Giovanna Anoia della pallavolo vedeva nei progetti utopistici promessi dal presidente di Facs Pierluigi Pogliani e da Intese di costruire palazzetti per lo sport la sostanziale realizzazione di quello che il centro aveva bisogno. D’altra parte, fino al 31 agosto 2010, era ancora in vigore la convenzione Facs-Ccsa per cui Intese, che voleva entrare prima possibile nel centro, doveva fare a sua volta i conti con il Ccsa. A tenere i contatti in quei giorni con il procuratore di Intese Alessandro Chiappini sono per la polisportiva la vice presidente Giovanna Anoia e il direttore generale Alfredo Malingambi.
“Concedemmo di entrare negli impianti il 1° agosto – rivela Malingambi – perché ci dissero che dovevano iniziare i cantieri altrimenti non si sarebbe fatto in tempo per la prossima stagione”. “Firmammo il verbale di riconsegna il 31 agosto – si riallaccia Anoia – proprio perché era stato dato solo l’ingresso al centro sportivo e non la gestione dell’attività sportiva. Come vice presidente del Ccsa (il presidente Sabatino Buonaccorsi era all’estero in vacanza, ndr) concessi l’entrata per iniziare i lavori di riqualificazione della piscina perché altrimenti non saremmo potuti partire nella stagione natatoria e della palestra, perché essendo cambiate le regole del campo di basket dovevano essere rifatte tutte le righe sul parquet”.
“L’8 settembre – ricorda Malingambi – Buonaccorsi, in disaccordo per una gestione dello sport ad Arese basata sulla logica del profitto e del business, si dimette e prevede la fine del Ccsa tradito nelle sue originarie finalità, così come era stato impostato e gestito dal 1966 a oggi”. Il consiglio direttivo del Ccsa si spacca tra coloro che vogliono firmare l’accordo con Intese per la gestione dello sport all’interno del centro sportivo e chi non lo é. Su 17 membri, solo tre sono contrari. Anoia, che nel frattempo si era ricreduta sulla bontà dell’operazione, è fra questi. “Da lì praticamente abbiamo remato a braccio – dice con rammarico Anoia – tentando ognuno di tutelare quello che era il proprio ambito per evitare di arrivare allo sfascio”. Il 9 settembre si tiene il primo incontro formale tra amministrazione comunale, Intese, Facs e Ccsa. “Fornaro – ricorda Malingambi – disse che l’amministrazione comunale si trovava a dover dare soluzione a 540mial euro di debiti Facs, 170mila Ccsa e 360mila per lavori straordinari e che la soluzione era arrivata attraverso la manifestazione d’interesse alla quale Intese aveva risposto”. Il programma di attività sportive per la stagione 2010-2011 presentato dal Ccsa il 1° settembre diventa la base della bozza di un “Contratto di collaborazione e cooperazione sportiva nel centro sportivo”, che sarà poi approvato dall’assemblea dei soci della polisportiva il 16 dello stesso mese. “L’accordo, che non venne mai firmato, prevedeva – continua Anoia – che noi non pagavamo nessun affitto, che loro si sarebbero stornati dalla quota corso che incassavano il 5 o 10% secondo l’attività sportiva e che ci avrebbero girato il 90-95% del resto della quota corso. Io decisi che finché non ci fosse stata la firma sull’accordo non avrei autorizzato i miei atleti a pagare: sarebbe stato come dare lo stipendio a un’altra persona e rimanere senza soldi per allenatori, tasse e gare. Con che cosa li avrei pagati se poi non ci venivano resitituiti i soldi?”.
“Il 17 settembre Francesco Salamone – ricostruisce Malingambi – responsabile della sezione nuoto rassegna le dimissioni poiché Intese e Arese Sport si sono assegnate unilateralmente la gestione di tutte le attività natatorie e perché gli istruttori, preoccupati per il proprio futuro, hanno accettato di passare a Intese. Il 22 dello stesso mese il tesoriere Guido Demetrio diventa presidente del Ccsa. Imputando al Demetrio di essersi asservito a Intese passandogli gli andamenti delle sezioni del Ccsa e l’analisi dell’attività della polisportiva coi dettagli di ore, costi, margini, numero partecipanti e istruttori, mi sono dimesso da direttore generale del Ccsa”.
Ombretta T. Rinieri
‘Il Notiziario’ – 3 febbraio 2012 – pag. 70