Paolo Esposito, dopo essersene andato da Intese, ha deciso di raccontare al Notiziario la sua versione
20 Gennaio 2012 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Centro sportivo Arese, Inchieste |
ARESE – Arese Sport, la società che al centro sportivo gestisce gli ambiti tennis, fitness e ginnastica e nella quale il procuratore d’Intese Alessandro Chiappini detiene la maggioranza assoluta, ha aperto con la municipalizzata del gas Smg un contenzioso legale per il suo debito di oltre 60mila euro attribuendo al mal funzionamento dei contatori consumi superiori a quelli dovuti in realtà.
Così non é per la Smg, che a sua volta ha fatto controllare le apparecchiature dall’Enel Rete Gas da cui risulterebbe un funzionamento corretto. Sicché ora la parola è ai legali. Ma Arese Sport è esposta anche per la stagione 2010-2011 verso lo staff di istruttori di tennis del direttore tecnico Stefano Colantuono per 15mila euro, verso la scuola privata Geis per 4mila nonché verso un paio di altri fornitori.
Amministratore unico fino al 4 ottobre 2011 di Arese Sport era Paolo Esposito, nato a Mantova 53 anni fa e vissuto a Milano fino al 1988, anno in cui si trasferisce ad Arese. Imprenditore nel campo dell’informatica, prima della carica in Arese Sport, Esposito ha passato una vita al “Cici” ricoprendo vari ruoli nella polisportiva fino ad arrivare a esserne vice presidente insieme a Giovanna Anoia nel 2010 con la presidenza lampo di Sabatino Buonacorsi.
Esposito racconta la sua verità, spiegando come con l’arrivo di Intese avesse veramente creduto dopo tanti anni di trascuratezza al rinnovamento del “Davide Ancilotto”. “Sono entrato in questa avventura con tante critiche – inizia – e giudicato di primo acchito una persona che si stava approfittando della situazione. In realtà ho creduto nel piano d’investimento d’Intese e su di esso avevo costruito l’assetto di Arese Sport. Nella gestione precedente del Ccsa le lenzuola erano sempre corte. Non si poteva pensare di investire nulla e bisognava sempre chiamare i ragazzi a fare dei sacrifici, ad accontentarsi di uno stipendio che non era adeguato rispetto a quello corrisposto in altri centri”.
Esposito, conosce Chiappini in un incontro negli uffici del sindaco Gianluigi Fornaro nel “giugno-luglio 2010. “Ci fu presentato a me, a Giovanna Anoia (anch’essa vice presidente del Ccsa) e ad Alfredo Malingambi (in quel periodo direttore generale della polisportiva) dal presidente di Fondazione Pierluigi Pogliani alla presenza oltre che del sindaco anche degli assessori allo sport Domenico Congedo e di quello ai lavori pubblici Salvatore Crisafulli. Era un momento in cui il Ccsa frequentava molto da vicino l’amministrazione comunale per capire come rendere la gestione del centro sportivo la meno appesantita possibile. Da lì a poco venne firmata una lettera d’intenti tra Fondazione e Intese per cui il Ccsa non era più l’associazione di gestione di tutto il centro sportivo e fummo messi nelle condizioni di doverci mettere d’accordo con questa nuova entità”.
“Formalmente – continua Esposito – Intese è sempre stata solo la società che aveva la gestione dell’impianto, mentre per la gestione dello sport avrebbe dovuto sottoscrivere i contratti di gestione con società apposite. Tanto è vero che il primo tentativo fu fatto con il Ccsa. A luglio facemmo riunioni fiume con Intese. Si trattò di un’attività perlustrativa. Intese voleva gestire il centro. Noi volevamo collaborare con qualcuno che finalmente investisse nel progetto. Ma con l’andare avanti degli incontri Anoia e Malingambi raffreddarono il loro entusiasmo e rimasi solo io a crederci. Nel momento in cui la manifestazione diventò ufficiale cambiarono i rapporti perché Intese esercitò il suo potere formale che aveva acquisito ed entrò nel centro sportivo da padrona. E a quel punto il resto del consiglio del Ccsa si mise per traverso e così Chiappini mi propose di prendere in mano Arese sport per la gestione del tennis. Io che credevo nel nuovo progetto accettai e in agosto fondammo la società”.
Esposito si dimette dal Ccsa e si getta nel suo nuovo compito, contatta Colantuono e parte la collaborazione con il suo staff. “Volevamo tornare a essere il numero uno in questa disciplina. Nuove squadre. Nuove strutture. Addirittura Intese parlava di costruire subito nel terreno dell’ex campo cinofilo tre nuovi campi”.
Cosa non ha funzionato al punto da uscire dalla società? “Sono venute meno le promesse – dice con rammarico Esposito – perché da una parte Intese non ha potuto investire a causa dei permessi che non arrivavano mai. Dall’altra la politica commerciale di Chiappini non mi è piaciuta. Così come non mi è piaciuta la questione dei gonfiabili installati nel campetto del basket. Ho espresso il mio parere, ma è rimasto inascoltato”.
Arese Sport viene anche sanzionato dalla polizia municipale per aver prolungato il funzionamento del baretto, che aveva un’autorizzazione temporanea alla somministrazione legata allo svolgimento di un torneo. Tanti grattacapi, compreso il gas. Sul cui capitolo però Esposito concorda con Chiappini: “I contatori effettivamente un mese segnavano un consumo un mese ne segnavano un altro”. Il rapporto si rompe sul differente approccio con l’utenza. “Il mio era l’atteggiamento di chi si impegnava per passione e si metteva in gioco a favore dei cittadini di Arese. La proprietà invece ne vedeva un altro, che era completamente opposto”.
Ombretta T. Rinieri
(‘Il Notiziario’ 20 gennaio 2012 – pag. 64)