Arbovirosi. I vettori: zanzare, zanzare tigri, zecche e Flebotomi (pappataci)
28 Agosto 2023 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Allarmi, Ambiente, Cronaca, Sanitaria, Tecnologia |
Commenti disabilitati
|
Zanzara Tigre (aedes albopictus)
Principale vittore dei virus chikungunya, dengue e zika.
Si è diffusa a livello globale a causa del trasporto accidentale delle sue uova, attraverso il commercio di prodotti, quali pneumatici usati e piante ornamentali, come il Lucky bamboo, spesso commercializzato in singoli rami con radici immerse nell’acqua. Le uova sono resistenti all’essiccamento e al freddo, compie il ciclo larvale in piccoli contenitori con poca acqua stagnante e ha l’attitudine a pungere un’ampia varietà di ospiti, fra i quali l’essere umano.
In Italia é stata introdotta nel 1990 dal sud-est asiatico ed è attualmente diffusa in maniera stabile in tutto il Paese fino a quote collinari, soprattutto nei centri abitati, dove può raggiungere densità molto elevate.
Il suo aspetto è caratterizzato da un corpo nero a bande trasversali bianche, presenti sia sull’addome che sulle zampe, mentre sul dorso è presente una tipica striscia bianca longitudinale. Questa colorazione potrebbe però essere confusa dai non esperti con quella di altre due specie di zanzare esotiche invasive, anch’esse recentemente importate in Italia, nelle regioni del Nord Est, Aedes koreicus e Aedes japonicus, nelle quali però la colorazione del dorso è leggermente differente.
In generale, la fenologia della specie va da febbraio-marzo ad ottobre-novembre, a seconda della latitudine e dell’andamento climatico stagionale, e il suo ciclo di sviluppo può completarsi, in piena estate, in 6-7 giorni. È vettore di molti arbovirus, come dengue e chikungunya.
A seconda delle temperature, la specie può durare da tre a otto settimane. In ambienti urbani le femmine depongono le uova su substrati umidi, poco al di sopra della superficie dell’acqua, come le pareti di tombini e di piccoli contenitori di varia natura, se contenenti acqua. I tempi di sviluppo possono essere molto rapidi e subito dopo lo sfarfallamento, nei pressi del focolaio di sviluppo, si formano sciami di zanzare, all’interno dei quali avvengono gli accoppiamenti.
La presenza stagionale della zanzara tigre in una determinata area geografica dipende da vari fattori, quali la temperatura, il numero di ore di luce (fotoperiodo), la disponibilità di acqua, la presenza di vegetazione che creano un microambiente idoneo al suo sviluppo. Quando le temperature medie sono attorno ai 25 gradi, la zanzara tigre raggiunge le densità più alte.
Le femmine sono aggressive e pungono generalmente nelle ore diurne, preferibilmente all’aperto. Oltre al grave fastidio, la sua attitudine a pungere può rappresentare un serio problema sanitario per l’uomo perché può trasmettere diverse infezioni virali, fra le quali alcune molto gravi, come i virus dengue, chikungunya e febbre gialla.
Nel 2007, per la prima volta in Europa, la zanzara tigre è stata responsabile di un’epidemia di Chikikv in Emilia Romagna, durante la quale sono state contagiate circa 250 persone e di trasmissioni localizzate di Denv in Francia meridionale e in Croazia nel 2010. Successivamente nel 2014, sempre in Francia meridionale.
Nel 2017 si sono poi verificati altri due focolai di Chikv, uno in Francia meridionale, con 4 casi autoctoni, e uno molto più consistente in Italia, tra Anzio e Roma (e un altro focolaio secondario, derivato da quello di Anzio, in una piccola località ionica della Calabria), che ha determinato 298 casi autoctoni accertati. Inoltre, a fine agosto 2020, questa specie è stata implicata per la prima volta in Italia, in un focolaio epidemico di Denv in Veneto, con 11 casi autoctoni.
E’ segnalata in: Europa: Albania, Austria (non ancora stabilizzata), Belgio (non stabilizzata), Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Città del Vaticano, Croazia, Francia (inclusa la Corsica), Georgia, Germania, Gran Bretagna (finora non stabilizzata), Grecia, Italia (incluse Sardegna, Sicilia, Lampedusa e altre isole minori), Liechtenstein, Malta, Monaco, Montenegro, Paesi Bassi (non stabilizzata), Portogallo, Repubblica Ceca (non stabilizzata), Romania, Russia, San Marino, Serbia (non stabilizzata), Slovacchia (finora non stabilizzata), Slovenia, Spagna, Svizzera, Turchia e Ungheria.
Medio Oriente: Arabia Saudita (da confermare), Israele, Libano, Siria, Yemen (da confermare).
Asia, e Australasia: Asia meridionale, Australia (stabilizzata solo nello Stretto di Torres, che separa l’Australia da Papua Nuova Guinea), Giappone, Nuova Zelanda (non stabilizzata), numerose isole dell’Oceano Pacifico e dell’Oceano Indiano.
America Settentrionale e Centrale e Caraibi: Barbados (finora non stabilizzata), Belize, Isole Cayman, Costa Rica, Cuba, Repubblica Dominicana, Salvador, Guatemala, Haiti, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Trinidad (non stabilizzata), USA
Sud America: Argentina, Bolivia (non confermato), Brasile, Colombia, Ecuador, Paraguay, Uruguay, Venezuela.
Africa: Algeria, Camerun, Gabon, Guinea Equatoriale, Madagascar, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Repubblica del Congo, Sud Africa (finora non stabilizzata).
Zanzara (culex pipiens)
Principale vettore dei virus West Nilo e Usuv. E’ stabile in Italia e ha un ciclo biologico di 15-20 giorni in estate. È una specie crepuscolare- notturna. Punge sia all’aperto che all’interno dei locali. Due le forme biologiche, con caratteristiche comportamentali ed ecologiche differenti: la forma Cx. pipiens pipiens, ornitofila, prevalentemente rurale; la forma Cx.pipiens molestus, antropofila, adattata prevalentemente agli ambienti antropizzati.
Le due forme sono interfeconde e possono dar luogo a ibridi con caratteristiche intermedie, che fungono da vettore-ponte, ovvero possono pungere sia gli uccelli che i mammiferi.
Altre zanzare invasive presenti in Italia: Aedes koreicus e Aedes albopictus
Introdotte dai territori di origine con il trasporto passivo delle uova, l’Aedes koreicus in Italia è riportata in cinque regioni (Friuli-Venezia Giulia, Trentino, Veneto,Lombardia e Liguria), mentre l’Aedes japonicus è ancora limitata alla sola provincia di Udine.
L’ Aedes koreicus è una specie di origine asiatica presente in Corea del Sud, Giappone, Cina e Russia orientale. Questa specie è stata rilevata per la prima volta al di fuori del suo areale in Belgio nel 2008, e da allora è stata ritrovata in Italia, per la prima volta nel 2011 nella provincia di Belluno, da dove si è diffusa fino alla Lombardia e alla Liguria. La diffusione di Ae. koreicus ha poi interessato Germania, Slovenia e Ungheria.
Punge l’uomo di giorno e mostra una maggiore tolleranza alle basse temperature rispetto alla zanzara tigre. Ne è noto il ruolo di vettore del virus dell’encefalite giapponese e del nematode Dirofilaria immitis.
L’ Aedes japonicus è una specie originaria del Giappone, Sud della Cina, Corea, Taiwan e Russia meridionale. Si tratta di una delle specie di zanzara più invasive al mondo e che negli ultimi anni si è diffusa in tutto il Nord America e in Europa. Questa specie è stata ritrovata per la prima volta in Europa nel 2000, quando fu rinvenuta in Francia. Da allora si è radicata in diversi Paesi dell’Europa centro-orientale e settentrionale (Slovenia, Austria, Svizzera, Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Russia), mentre nell’area mediterranea è presente in Italia e di recente è stata identificata anche in Spagna. Nel nostro Paese è presente in Veneto e Friuli Venezia Giulia, ma sembra stia ampliando il suo areale.
Tollera le basse temperature ed è vettore del virus West Nile in quelle aree in cui è presente ad alte densità.
Infine si teme la possibilità che accidentalmente venga introdotta in Italia l’Aedes aegypti, il vettore principale in tutto il mondo di molte arbovirosi, la cui introduzione aumenterebbe fortemente il rischio di trasmissione autoctona di virus quali Chikungunya, Dengue e Zika.
Zecche (Ixodes ricinus)
Vettore dell’encefalite da zecca o Tbe e di altri agenti patogeni.
Le zecche sono artropodi, appartenenti all’ordine degli Ixodidi compreso nella classe degli Aracnidi, la stessa di ragni, acari e scorpioni. Il capo non distinguibile dal corpo, è munito di un apparato boccale (rostro) in grado di penetrare la cute e succhiare il sangue degli ospiti.
E’ la specie più diffusa in Europa ed è vettore di diversi agenti virali e batterici, tra i quali il virus dell’encefalite virale da zecche (Tbe).
Il ciclo biologico delle zecche, che può compiersi su uno stesso ospite oppure su due o tre ospiti diversi, si sviluppa attraverso quattro stadi: uovo, larva, ninfa e adulto. Durante il pasto di sangue, la zecca rimane costantemente attaccata all’ospite, e può durare ore per le zecche molli e giorni o settimane per quelle dure. La puntura è generalmente indolore perché le zecche inoculano nell’ospite una certa quantità di saliva che contiene principi anestetici. Generalmente rimangono attaccate all’ospite per un periodo che varia tra i 2 e i 7 giorni e poi si lasciano cadere spontaneamente.
La puntura della zecca non è di per sé pericoloso per l’uomo, i rischi sanitari dipendono invece dalla possibilità di contrarre infezioni trasmesse da questi animali in qualità di vettori.
Quando una zecca è infetta (e lo é per tutta la sua vita) , può trasmettere all’uomo agenti patogeni (protozoi, batteri e virus) responsabili di patologie quali: l’encefalite da zecca o Tbe.
Negli ultimi decenni a causa dei cambiamenti climatici, l’habitat si è notevolmente ampliato e la specie si è diffusa in aree più settentrionali dell’Europa e a quote più elevate rispetto agli anni precedenti. È presente nei boschi decidui, nel sottobosco e sui bordi dei sentieri dove trova un microclima fresco e umido, in attesa del passaggio di un ospite (animale o persona). Tuttavia, per effetto del cambiamento dell’uso del suolo e della gestione della fauna selvatica, anche questa zecca può essere rinvenuta negli spazi verdi urbani e peri-urbani di molte città europee.
E’ attiva da marzo a ottobre, se l’umidità relativa è superiore all’80 per cento e in presenza di temperature tra i 7 e i 25 gradi.
Flebotomi o pappataci
Delle otto specie presenti in Italia, due sono implicate nella trasmissione del virus Toscana: Phlebotomus perniciosus e Phlebotomus perfiliewi. Altre della leishmaniosi.
dal Gli stadi larvali sono terrestri e hanno una durata di oltre quaranta giorni dalla schiusa delle uova all’emergenza degli adulti. La deposizione delle uova può avvenire virtualmente su ogni substrato ricco di materiale organico ed umidità e non esposto alla luce diretta del sole, sia in ambienti domestici, che peridomestici che selvatici. Ne deriva che, nell’ottica di un contrasto al vettore, i focolai larvali non sono aggredibili.
Il perniciosus è diffuso nel Mediterraneo centro-occidentale, mentre perfiliewi in quello centro-orientale. In Italia, la prima specie è diffusa in tutta la penisola e isole, inclusi i territori prealpini, mentre la seconda non si trova al di sopra del fiume Po. Entrambe le specie, ad attività crepuscolare e notturna nei mesi caldi, hanno picchi di densità che variano con la latitudine (per es. un solo picco a cavallo tra luglio e agosto al Nord, e almeno due picchi a giugno e ad agosto al Sud).
La perniciosus è spesso presente a densità medio-basse, ma la specie può essere catturata in una varietà di ambienti che include sia quelli antropizzati che naturali. Al contrario, la perfiliewi può presentare densità rilevanti o eccezionali in ambienti confinati dove siano presenti grossi animali (per es. stalle bovine chiuse o poco areate), ma è poco reperibile in ambienti naturali. Entrambe le specie hanno caratteristiche esofile, per cui risulta poco efficace la lotta con adulticidi ad azione residua.
Un aiuto dalla tecnologia nell’azione di contrasto
Dal settembre 2022 è attiva l’app “Mosquito Alert”, che traccia le zanzare presenti in Italia. Si tratta di un progetto di scienza partecipata (Citizen Science) coordinato dal Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell’Università La Sapienza cui partecipano l’Istituto Superiore di Sanità, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, il Museo delle Scienze (Muse) di Trento e l’Università di Bologna, che coinvolge i cittadini nel monitoraggio delle zanzare.
Il software è gratuito e open source che può essere scaricato su qualsiasi smartphone da Google Play o dall’App store di Apple. È disponibile in diverse lingue, tra cui l’italiano. L’applicazione permette di segnalare, tramite l’invio di foto, una zanzara, di segnalare una puntura e di indicare un possibile focolaio larvale.
Ombretta T. Rinieri
Fonti: Epicentro; www..salute.gov