La giornata tipo in Gallazzi Vismara ai tempi del Covid
23 Ottobre 2020 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Cronaca, Inchieste, Sanitaria, sars-cov-2, Sociale |
Commenti disabilitati
|
RSA – L’animazione si tiene ai nuclei dei singoli piani. E’ fatta più di “parole” che di attività. I volontari non possono più far visita per ragioni di sicurezza. I pasti sono serviti ai nuclei o in stanza. Cambiata la società della mensa e nuovi progetti in vista per recuperare le perdite subite dalla farmacia del centro comunale durante il lockdown. Non ancora deciso invece il trasferimento ad Arese Sud di quella cittadina.
ARESE – Con il virus è cambiata la giornata degli anziani in Gallazzi Vismara. L’animazione non si tiene più in salone ma nucleo per nucleo e l’intrattenimento è fatto più con le “chiacchiere” che con musica e attività varie. Il parlare è comunque, spiega il direttore generale Andrea Segrini, il tipo di intrattenimento di cui gli anziani hanno bisogno di più. Specialmente in questo periodo.
Completamente chiuse le visite ai volontari che in tempi normali aiutano la convivialità in struttura portando sorrisi e vicinanza. “Non diamo l’autorizzazione a entrare – afferma Segrini – perché anche il problema non è l’entrata in sé delle persone, ma di quante è necessario controllare. Come facciamo noi a sapere cosa fa il volontario quando è fuori, quando è a casa. Anche in buona fede potrebbe avere dei comportamenti non rigorosi come i nostri dipendenti che quando vengono hanno aree separate per cambiarsi, si disinfettano, indossano sempre la mascherina e si lavano di continuo”.
Cosa temete ora che possa accadere in struttura? “Temiamo la normalità di strutture come la nostra – afferma il direttore – ossia le malattie da raffreddamento, soprattutto in questo strano periodo. Noi gli anziani li copriamo. Li proteggiamo, ma con questi continui sbalzi di temperatura, di pressione e di umidità temiamo che i loro fisici normalmente debilitati ne possano risentire. I nostri ospiti non vengono in Gallazzi Vismara per divertimento. Vengono per essere assistiti. Allora è chiaro che noi temiamo questo quadro. Poi abbiamo visto cosa è successo ad aprire “le gabbie” come dico io”.
“In generale gli ospiti – continua Segrini – hanno reagito a questa situazione meglio del previsto. Chiaramente l’Alzheimer è molto più complesso. Loro non escono dal loro nucleo. Peraltro hanno il loro giardino e il loro salotto. Attualmente ne abbiamo diciassette e prima di farne entrare altri da fuori ci pensiamo cinquanta volte.
Intanto la normale gestione prosegue. Il 15 settembre la società per azioni Papalini, che aveva vinto già la gara delle pulizie si è aggiudicata anche la mensa sostituendo così la Cushman, mentre l’assistenza agli anziani è garantita, all’interno dello stesso appalto, dalla cooperativa Labirinto. Insieme, Papalini e Labirinto, hanno infatti formato un’associazione temporanea di imprese pur mantenendo ognuno i propri ambiti di lavoro.
A causa del Covid, come per l’animazione, anche i pasti non vengono più serviti nella grande sala a pianterreno ma nelle sale da pranzo dei vari reparti. Anche se qualcuno per prudenza o per condizioni di salute preferisce consumare i pasti nella propria camera. Sembra che gli anziani si siano adattati bene alle nuove regole di sicurezza e indossino tutti la mascherina. I problemi maggiori sono dati dai malati di Alzheimer.
Pesanti le ripercussioni economiche del virus sull’andamento gestionale della Gallazzi Vismara. In particolare la farmacia comunale all’interno del centro commerciale, il cui attivo rientra nel bilancio consolidato della rsa, ha subito con il lockdown un notevole tracollo. “Durante la chiusura totale – dice Segrini – erano aperti solo il supermercato e la nostra farmacia, che peraltro ha continuato a operare con il solito orario fino alle 22. Ma era il deserto dei tartari. Ci sono stati giorni in cui abbiamo avuto un crollo del fatturato di oltre il 90 per cento. Non entrava nessuno. La situazione è pesante. Tuttavia stiamo lavorando per recuperare. L’intenzione è di assumere del personale con capacità specifiche per avviare e seguire progetti innovativi e dare nuovi servizi alle persone”.
Il proposito rischia però di subire una battuta d’arresto con la prossima nuova chiusura parziale dei centri commerciali decisa da Regione Lombardia cominciata ieri. Per questo Segrini ci tiene a sottolineare che comunque la farmacia continuerà a essere aperta come sempre dalle 9 alle 22. L’obiettivo è di mantenere in attivo il fatturato della farmacia comunale che finora ha anche evitato l’aumento delle rette, oggi ferme a 65,82 euro giornaliere per gli aresini e a 69,86 per i parenti degli aresini.
Intanto è fermo il trasferimento della farmacia comunale cittadina da via Vismara ad Arese Sud da tempo programmata per risparmiare sui costi dell’affitto. Ma dietro le quinte pare che ci siano anche altre motivazioni. E’ un po’ quello che fa trapelare Segrini. “Il motivo più evidente era quello – afferma – ma ve ne sono anche altri. Senz’altro dovrà farlo. Si è in attesa che la società costruttrice completi alcune procedure con il comune. Del resto è sotto gli occhi di tutti che da un piano di edificazione si è passato a un altro e poi a un altro ancora e non credo che si costruirà altro”.
Ad Arese Sud la farmacia comunale cittadina dovrebbe trovar posto nelle vetrine sotto una palazzina. A dirla tutta, molto decentrata e nascosta. Non si rischia un buco nell’acqua? Non sarebbe stato meglio trasferirla alle “Mimose” dove ci sono tanti locali vuoti con costi più accessibili e con una posizione più centrale rispetto al confine Sud? “Sono decisioni del comune che non competono a noi – afferma Segrini – si tratta comunque di una decisione molto vecchia di giunte precedenti all’attuale. C’erano degli accordi sottoscritti. Forse il quadro allora era diverso. Immagino che ci siano dei vincoli e che a questo punto nessuno possa fare più nulla”.
Ombretta T. Rinieri
Articolo pubblicato su “Il Notiziario” del 23ottobre 2020 a pag. 66