I soldi di Tea dati ai comuni di Arese e Lainate per i negozi di vicinato sono pubblici o privati?
21 Giugno 2019 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Area Metropolitana, Commercio, Cronaca, ex Alfa Romeo, Locale, Politica |
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INVESTIMENTI – Intensa discussione in Consiglio dopo la domanda di un commerciante. Una Ztl in centro?
ARESE – I 4,5 milioni di euro dati da Tea ai comuni di Arese e Lainate per aiutare i negozi cittadini a reggere la concorrenza del centro commerciale, sono una donazione privata o denaro pubblico? La questione è stata sollevata dai negozianti del centro storico il 10 giugno nel corso del consiglio comunale aperto sul commercio.
“Qual è la differenza tra l’accesso a del denaro pubblico tramite un bando europeo o regionale – ha chiesto Paolo Domante che in via Caduti gestisce un bar – e quello di un benefattore che decide di donare dei soldi ai commercianti attraverso l’ente pubblico? Non ho capito se il denaro pubblico è destinato a priori da un ente pubblico o se è stato dato da qualcuno a un ente pubblico che conosce la realtà del territorio affinché questo lo possa gestire al meglio per quelli che sono gli scopi per cui è stato dato questo denaro”.
Sulla natura del denaro dato da Tea per compensare la ricaduta della grande distribuzione sul commercio di vicinato sono in molti a chiederselo. C’è chi ritiene perfino improprio che i 2,5 milioni di Arese siano stati dati per le ristrutturazioni edili delle proprietà private attraverso i piani particolareggiati dei centri naturali del commercio anziché direttamente ai commercianti sotto forma di sgravi fiscali e aiuti gli affitti dei negozi e delle spese condominiali.
“Questi soldi entrano nel bilancio e diventano soldi pubblici con la finalità di mantenere l’apertura delle realtà esistenti e o di incentivare l’apertura di nuove realtà – gli ha risposto il consigliere del Pd Umberto Piovesan – quindi sostegno alle micro imprese. Le amministrazioni del sindaco Palestra hanno inteso gestire questi contributi non a pioggia, ma di tararli su singoli bandi per il sostegno al commercio di vicinato piuttosto che per i piani particolareggiati di rilancio dei distretti naturali del commercio. Se c’è un suggerimento che possiamo dare è quello di organizzarvi mettendovi in associazioni in modo da favorire iniziative di formazione, perché oggi chi ha un negozio deve essere vetrinista, manager, contabile, psicologo, conoscere il mercato, la pianificazione finanziaria . Noi possiamo favorire con la sistemazione delle aree e con i bandi per l’insonorizzazione, ma molto deve arrivare dal vostro lavorare di tutti i giorni. Reinventarsi, andare oltre il prezzo, oltre la vendita del prodotto, curare il servizio”.
“Il milione e 800mila euro derivanti dall’adp ex Alfa Romeo – ha detto l’assessore al commercio Roberta Tellini – sono stati destinati per la riqualificazione delle aree commerciali private quali Giada, Mimose, via Resegone e via Vismara. La diversa provenienza del denaro è data dal fatto che il centro storico insiste su un’area pubblica. È una strada pubblica. I soldi che vengono dati per il Giada e le Mimose non vanno a togliere neanche un euro da quelli che si spenderanno per la riqualificazione del centro esteso che va da piazza XI Settembre a via Mattei, perché la riqualificazione del centro storico verrà realizzata direttamente all’amministrazione. Ai commercianti il comune eroga poi direttamente dei fondi pubblici attraverso dei bandi. Per esempio l’insonorizzazione di un bar è denaro pubblico che viene dato al privato. Le fatture verranno pagate esclusivamente dopo la prova certa dell’avvenuto pagamento da parte del commerciante al prestatore di servizio. Deve essere certo il flusso di denaro tra chi ha fatto il lavoro e il commerciante. Deve esserci il bonifico. L’assegno non può essere liquidato, perché non è prova certa di un’avvenuta transazione di denaro”.
L’amministrazione Palestra ha deciso di riqualificare il centro storico esteso che arriva fino a viale Resegone passando per le piazze Dalla Chiesa e XI Settembre e che comprende anche via Roma, via Mattei e via Caduti. E Domante, che ha svolto un po’ la funzione di portavoce degli altri commercianti presenti in aula, non soddisfatto delle risposte avute ha recriminato: “Il distretto naturale del commercio – ha detto – si crea autonomamente. Non si costruisce. Ed è formato da realtà commerciali che per questioni storiche sono vicine. Il Giada, anche se ha bisogno di interventi, è stato costruito appositamente per essere un centro commerciale vero e proprio. Non è nato lì un panettiere, poi si è aggiunto un bar, un fruttivendolo, poi un ciabattino o uno che aggiusta le bici. E a mio ricordo, piazza XI Settembre era un campo dove si fermavano le giostre. Ora è centro storico, mentre via Gramsci non ne fa parte!”.
“Noi pensiamo – è intervenuto l’assessore Giuseppe Augurusa – che Arese sia rimasto l’unico paese del circondario a non avere un centro storico, perché via Caduti non era un centro storico. Era una via. L’idea è che Arese potesse avere un vero centro e quindi una zona a traffico limitata”. Per concretizzare il progetto di centro storico esteso, verrà installato un arredo urbano uniforme lungo il percorso delle strade interessate.
Ombretta T. Rinieri
articolo pubblicato su “Il Notiziario” il 21 giugno 2019 a pag. 66