Dal 1997 al 2010: quindici anni di tavoli inconcludenti
21 Ottobre 2010 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Area Metropolitana, ex Alfa Romeo, Locale, Politica |
Sergio Milani, che dirige l’Ufficio Tecnico del Comune di Arese, ha illustrato il 12 ottobre scorso in consiglio comunale il lungo iter dei tre accordi di programma che nelle intenzioni politiche avrebbero dovuto rilanciare l’area ex Alfa Romeo. Fra le righe della sua relazione, ancora prima della discussione in aula, ha cominciato a emergere l’evanescenza da anni di una reale progettualità per il rilancio industriale ed economico dell’area.
ARESE – Cos’era l’Alfa Romeo negli anni d’oro di Arese? “Era una città –ha ricostruito Sergio Milani, capo dell’ufficio tecnico del comune e coordinatore del tavolo tecnico che ha seguito fin dall’inizio lo sviluppo dell’Accordo di Programma – completa di tutti i servizi che si potevano immaginare: dalle scuole, alle mense, agli studi di progettazione alle catene di montaggio. Completamente autosufficiente e dotata di centrali termiche”.
Ma quando nel 1997 i sindaci di Arese, Lainate, Garbagnate e Rho firmano il primo accordo di programma , la fabbrica è in declino. La Sigma del gruppo Fiat, che era la proprietaria di tutti gli immobili, si era disimpegnata dal sito. Regione, Provincia e un consorzio misto pubblico-privato si prendono l’impegno di rilanciare l’area attraverso la ristrutturazione e la rimodulazione degli immobili e la loro commercializzazione con l’auspicio che l’adp porti un target occupazionale legato al recupero appunto degli immobili. L’attuazione di questo primo accordo ha vita breve: gli auspicati posti di lavoro non arrivano.
Nel frattempo Fiat avvia la cassa integrazione e cede rami d’azienda. Al gruppo di Torino non si sostituisce alcun altro grande operatore industriale e la sperata reindustrializzazione dell’area non decolla, che viene frazionata in tre lotti: una ceduta all’Aig Lincoln e all’Alfa Business Park (Abp), una rimane italiana (Fiat) e una viene riempita da piccole realtà di lavoro dequalificato come quelle della suddivisione manuale dei rifiuti (Caris) o del recupero ferroso (Rottanfer).
Nel 2004, sotto la regia della Regione Lombardia e della Provincia di Milano, i quattro comuni del territorio a Nord-Ovest di Milano aggiornano l’accordo del 1997 abbandonando l’obbiettivo della ristrutturazione industriale dell’area sostituendolo con ambiti d’intervento legati alle proprietà di Aig Lincoln e Abp. Nella loro zona viene decisa la demolizione dei capannoni e la loro ricostruzione con nuove tipologie edilizie e con dimensioni minori atte a ricevere attività artigianali e logistiche. Con gli oneri di urbanizzazione e con contributi europei, fuori dall’area si provvede alla riqualificazione di via Luraghi ad Arese, alla realizzazione del sottopasso dell’Esselunga a Garbagnate (che consente l’eliminazione dell’impianto semaforico causa di ingorghi stradali) e alla riqualificazione del tracciato provinciale Senago-Lainate. Quest’ultimo, al pari della Variante della Varesina, non completato.
Nel 2007, ad accordo 2004 scaduto, gli impegni urbanistici legati all’Abp sono stati quasi del tutto portati a termine ed è in corso la riqualificazione a verde di viale Luraghi insieme con la pista ciclabile ad anello lungo via per l’Alfa Romero, via per Passirana e sua ricongiunzione in via Aldo Moro fino a proseguire verso Garbagnate a Nord e via dei Platani a Est. Opere attualmente ferme a causa del rinnovamento della variante urbanistica e potranno riprendere solo nel qual caso le piste ciclabili venissero riconfermate nel nuovo adp facendo ripartire la procedura nei confronti delle proprietà.
“L’altra opera bloccata – ha rivelato Milani – riguarda il collegamento ferroviario tra la rotaia presente in Alfa Romeo (che storicamente serviva il traffico merci della fabbrica) al tracciato ferrato delle Ferrovie Nord di Garbagnate per una serie di problematiche tecniche dovute alla tipologia dei vagoni del sistema del raccordo ferroviario”. Ma la realtà vera riguarda il sostanziale fallimento anche dell’adp 2007. Irrisolti il rilancio economico dell’area e il suo aspetto urbanistico.
Gli enti coinvolti decidono quindi di cambiare completamente strada. In particolare la Regione Lombardia modifica l’impianto normativo di riferimento. Così mentre con la Legge 30 nei due precedenti accordi l’urbanistica rappresentava solo uno strumento per il rilancio produttivo dell’area, con la nuova Legge 1 del 2007 si passa al recupero delle aree dismesse cui l’area ex Alfa Romeo viene assimilata. Quindi con una delibera ad hoc la Giunta Regionale indice un nuovo Accordo di Programma.
Ciò consente di costruire il nuovo strumento di governo per la realizzazione dell’adp al cui tavolo siederanno tutti gli enti territorialmente competenti e i soggetti attuatori. “In un primo momento – ha raccontato Milani – siedono due proprietari dell’area: l’Abp e la società che oggi si chiama Aglar. A questi si associa, in un secondo tempo, la Fiat. A questo punto tutti i soggetti partono con l’idea di trasformare l’area e si danno una serie di soluzioni condivise”. Dalle quali però sul filo di lana del 28 maggio 2009 si tira fuori Garbagnate Milanese “Che – racconta Milani – ritiene di non condividere l’ultimo passo delle scelte (quale? Resta in realtà un mistero, ndr)”.
Poco importa, la Regione Lombardia stralcia dal nuovo accordo di programma il comune dissenziente e avvia la procedura di pubblicazione della variante. Passata la burriana dell’estate, con un confronto a livello locale fra sindaci, Garbagnate sottoscrive un accordo di massima con gli altri comuni di Arese, Lainate e Rho (il cui contenuto reale, però, non viene divulgato alla stampa) per il rientro nell’adp.
Comunque, il 29 maggio 2009 segreteria tecnica e il comitato formato da Regione Lombardia e rappresentata da Roberto Formigoni (centrodestra), Provincia di Milano con Filippo Penati (centro sinistra) i comuni di Arese e Rho con Gino Perferi e Roberto Zucchetti (centrodestra) e Lainate con il sindaco Bussini (centrosinistra) in rappresentanza del quale aveva partecipato a tutti i tavoli l’assessore Borghetti già in giunta a Rho nel mandato di Paola Pessina e attuale consigliere regionale del Pd firmano l’accordo di massima.
“Si stabilisce – ha continuato, Milani – che l’area, pur mantenendo la sua caratteristica di sito prevalentemente produttivo, dovesse essere valorizzata anche in altre situazioni. In primis il “Museo dell’Alfa Romeo” (su terreno rientrante nell’8% del territorio di Rho e di proprietà della Fiat, ndr) affinché il sito resti un segno del passato importante della comunità. Poi di valorizzarla dal punto di vista ambientale mettendola in comunicazione con i Parchi che nel frattempo si sono strutturati quali il Parco delle Groane e quello del Lura”. A seguire, il miglioramento delle infrastrutture di collegamento Nord-Sud ed Est-Ovest, insieme alla valorizzazione delle capacità tecnologiche presenti nell’ex area come la cogenerazione dell’energia e l’impianto per il trattamento delle acque reflue che prima serviva lo stabilimento con il fine di metterle in sinergia con le strutture pubbliche”.
Ombretta T. Rinieri
(continua)