Augurusa: un Adp con tante buone intenzioni, ma senza contenuti
22 Ottobre 2010 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Area Metropolitana, centro commerciale Arese, Edilizia, ex Alfa Romeo, Inchieste, Locale, Politica |
ARESE – Nel prendere la parola in un auditorium mezzo vuoto, il capogruppo del Pd Giuseppe Augurusa ha recriminato sull’inadeguata pubblicizzazione del consiglio comunale con all’odg le residenze nell’Area Sud e l’accordo di programma per l’ex Alfa Romeo, i cui manifesti sono stati attaccati in giro per la città soltanto con 24 ore d’anticipo. “Forse abbiamo perso un’occasione – ha sottolineato – per far sapere alla cittadinanza di cosa stiamo parlando”. Passando oltre, il consigliere di minoranza si è soffermato su alcuni punti toccati nella relazione del tecnico comunale Sergio Milani.
“All’inizio di questa vicenda – ha detto Augurusa – la Legge 30 della Regione Lombardia partiva dall’impianto che quell’area dovesse essere il volano dello sviluppo economico sul fronte industriale. Ma la Legge regionale 1 cambia il quadro e inserisce il residenziale, che porta quale conseguenza nel 2007 a una scelta d’orientamento completamente diversa. Nel febbraio 2008 la Fiat entra nell’Adp e, mentre sono in corso i trasferimenti di due importanti fasi progettuali, l’unico impegno in cui si spende è quello sul Museo dell’Alfa Romeo. Qualcosa in più era doveroso chiederglielo. Ed è curioso che Fiat denunci nel documento gli effetti della deindustrializzazione. Fa parte del folklore di questo Paese: chi ha deindustrializzato l’area dichiara che bisogna intervenire sull’area per mitigarne gli effetti”.
Continuando, Augurusa ha citato il comune di Garbagnate, che uscendo dall’Adp nel luglio 2009 ad appena due mesi dalla sua precedente sottoscrizione, ha rotto l’impianto unitario del progetto. Passando al capitolo viabilità (stralciato dall’accordo e rinviato a future competenze) si è poi concentrato sulla metro tranvia per sottolineare come nel progetto si parli di “infrastruttura pubblica” e non vi sia da parte di Invitalia un impegno immediato sullo stanziamento dei 53,5 milioni di euro necessari a realizzarla.
“Di sicuro, il rilancio dell’area non passa attraverso l’occupazione – ha proseguito il capogruppo del Pd forte anche della propria esperienza di dirigente sindacale – che è l’elemento mancante in questo progetto. Gli insediamenti produttivi non nascono per la libera idea del mercato. Non più. Siete fra gli ultimi liberisti al mondo a crederlo. Nemmeno gli americani ci credono più. Nel senso che quando di un territorio si deve fare un volano di sviluppo bisogna che questo sviluppo venga studiato. E noi pensiamo alla Provincia di Milano in assoluto. Altrimenti siamo ancora ai capannoni dell’Alfa Business Park (Abp), che a causa della situazione di crisi congiunturale ha sempre maggiore difficoltà a venderli e al fatto che il lavoro stabile e sicuro lo possa creare un centro commerciale”.
“In sostanza – ha chiosato Augurusa – l’adp si regge economicamente sulla struttura del centro commerciale, perché gli adempimenti dell’Aglar di Brunelli sono tali e tanti da esserne l’asse portante: 24,5 milioni di euro in opere viabilistiche, 4,5 per il fondo d’intervento a sostegno del commercio di prossimità, 4,5 milioni di parcheggi, un edificio per l’interesse pubblico del valore di 12 milioni, alloggi in edilizia convenzionata per una quota del 20% di quella residenziale. Quando si dice: “Sono partite le autorizzazioni per la concessione dell’attività commerciale” è evidente che quella è la premessa di tutto l’accordo. Se salta il centro commerciale, vengono a mancare le risorse per tutto il resto”.
La critica di Augurusa si è poi spostata sulla residenza: “E’ un’offerta spropositata –ha detto – cui bisogna aggiungere l’effetto di Garbagnate e il carattere fortemente speculativo dell’operazione immobiliare, i cui effetti rischiano di diventare particolarmente negativi per il territorio, dato che nell’impianto complessivo è previsto che i soggetti firmatari dell’adp possano in seconda battuta modificare la capacità massima di edificabilità del territorio”. Chiudendo l’elenco dei difetti dell’Accordo di programma Augurusa, ha trovato inoltre singolare l’ipotesi di un polo universitario senza il coinvolgimento dei rettori.
Ombretta T. Rinieri
(continua)