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Pesante il disagio che subirà dai lavori in centro l’importante servizio sociale, sanitario e parasanitario della Cooperativa Altea

Il team di Altea. Da sinistra Monica Tammaccaro, Veruska Segala e Manuele Lazzarini

ARESE – A inizio  via Caduti si apre alla vista la vetrina della Cooperativa sociale  “Altea”, ad Arese da sei anni, con una reperibilità h24.

 

La nostra attività – spiega la presidente Monica Tammaccaro, che accoglie le persone insieme ai suoi collaboratori del direttivo Veruska Segala e Manuele Lazzarini – è rivolta ad anziani,  disabili e minori. In ufficio spesso accogliamo soggetti fragili  che si muovono con i deambulatori, o con le stampelle o in carrozzina e in tutta la via non c’è un parcheggio per disabili”.

 

Altea è accreditata con Comuninsieme di Bollate e lavora con l’Asl di Bollate, Saronno e Seregno per l’assistenza sanitaria e parasanitaria. “La nostra attività quotidiana principale – continua Tammaccaro – è l’assistenza con asa, oss, infermieri e fisioterapisti che vanno nelle case ad assistere le persone. Con l’Ast rhodense facciamo tanti trasporti su Rho, Lainate e Nerviano.  Qui ad Arese lavoriamo con le famiglie che ci conoscono soprattutto per essere state attirate casualmente dalla nostra vetrina passando per il centro storico. Per noi questa visibilità è importante. Se per il cantiere resteremo chiusi, avremo un grosso danno”.

 

Altea offre un’assistenza alla famiglia completa: servizi domiciliari (igiene personale, alzata e messa a letto, preparazione e somministrazione pasti, compagnia diurna e notturna, pulizia dei locali, assistenza in regime di convivenza, assistenza ospedaliera e o in struttura),  il servizio badante, noleggio ausili, trasporto per esami e visite, il trasporto con ambulanze private, per viaggi anche di lunga percorrenza e  quello di accompagnamento con operatori esperti e soccorritori del 118, servizi sanitari e infermieristici (flebo, iniezioni, prelievi per esami di laboratorio, medicazioni, gestione cateteri e monitoraggio dei parametri vitali), supporto psicologico al domicilio e fisioterapia.  Ma anche servizi Caf e Patronato.

 

Con i nostri mezzi noi facciamo trasporto disabili  – spiega Lazzariniin corte ne possiamo mettere uno solo e se ci chiudono la strada, sarà un problema. Mentre già adesso dobbiamo trovare tre posti. Non è previsto il parcheggio sociale e l’autoasilo è stato messo a pagamento”.

 

Altea svolge anche il servizio di Pronto intervento sociale. “Per esempio – spiega Tammaccaro – una persona è affetta da Alzheimer, la moglie si rompe il femore e viene ricoverata. I figli non ci sono o sono lontani. Vengono chiamati i carabinieri, ma è il fine settimana e le assistenti sociali non ci sono.  Non può andare pronto soccorso dell’ospedale perché è una  problematica sociale, non sanitaria.  Dalla centrale operativa del  distretto di Bollate ci chiamano. Noi prendiamo il nostro mezzo, partiamo e troviamo una sistemazione. Ci hanno chiamati  per degli sfratti esecutivi dove c’erano quattro bambini.  Siamo andati a prenderli e li abbiamo portati in un centro d’accoglienza”.

 

Il team di Altea è preoccupato per i disagi che verranno con il cantiere.Sarà un problema – dicono – lavorare dieci-undici mesi con il rumore dei martelli pneumatici. L’abbiamo già vissuta con la piazza. Non si riusciva parlare al telefono. Non si poteva ricevere.   Noi riceviamo anche le persone in cerca di lavoro. Abbiamo sempre bisogno di personale da inserire. E’ una costante. Ci sono diverse declinazioni, chi pulisce, chi fa compagnia, chi prepara i pasti, chi porta a passeggio per evitare l’isolamento sociale.  E la chiusura ci impedisce di fare i colloqui. Per noi sono due le esigenze fondamentali: aiutare le famiglie e avere le persone per aiutare le  famiglie”.

Ombretta T. Rinieri

Articolo pubblicato su “Il Notiziario” del 21 marzo 2025 a pag. 57

 

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