Federico Massa Saluzzo: “Decenni di impegno per la Villa”
13 Dicembre 2024 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Allarmi, Appelli, Associazioni, Bianca, Cronaca, Cultura, Locale, Patrimonio artistico, Politica, Territorio |
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ARESE – Federico Massa Saluzzo è il testimone vivente delle vicende di Villa La Valera fino al luglio 2019 essendosene occupato per decenni. Geologo e fotografo, Federico è fratello dell’avvocato Eugenio (che cura gli aspetti legali della società proprietaria) e del fratello agronomo Alberto, nonché cugino di Paolo Andreolli.
In Villa era affittuario di alcuni spazi dove calendarizzava eventi, coadiuvato da personale alle sue dipendenze. Con il fatturato delle sue attività provvedeva alle manutenzioni e alle migliorie. Ad Arese si è interfacciato con almeno quattro o cinque amministrazioni comunali. Con lui, in Villa sono passate decine di migliaia di persone.
L’attività di Federico Massa Saluzzo è stato il motore economico della Villa. Ma a un certo momento i carichi fiscali sulla proprietà sono saliti talmente tanto che tra il 2015 e il 2016 la proprietà ha cominciato a pensare di vendere il bene; nel frattempo Federico aveva già stipulato diversi accordi con il sindaco Michela Palestra, fra cui anche quello di fare di Villa La Valera sede per i matrimoni civili. Matrimoni che si aggiunsero a conferenze, raduni, concerti ed eventi culturali.
Il proposito di mettere in vendita la Villa ha fatto sì che la proprietà intrattenesse trattative con potenziali clienti e nell’eventualità del buon esito dell’operazione riducesse i tempi a Federico Massa Saluzzo del contratto d’affitto, con conseguente calo del fatturato.
“Nel luglio 2019 – ci tiene a sottolineare Federico – non sono stato io a chiudere la Villa, nonostante le condizioni contrattuali non consentissero più una visione nemmeno a breve termine, ma è stata una decisione presa collettivamente dalla società proprietaria perché la vendita pareva andasse in porto, tant’è che a breve i nuovi proprietari avrebbero dovuto avviare dei lavori in Villa”.
Diciamo che l’assetto operativo e commerciale su cui ci si era basati su tanti anni cambiò.
Nonostante le premesse, l’accordo per la realizzazione in Villa di una rsa di lusso però naufragò nel febbraio 2020. A tenaglia scoppiò la pandemia mondiale che tra un lockdown e l’altro impedì la riapertura dei cancelli. Passata l’emergenza sanitaria, la proprietà si è interfacciata con altri potenziali acquirenti. L’ultima trattativa per la vendita si è chiusa a luglio senza esito.
Al contempo vi è stato un cambio di passo. Seppure Villa La Valera è e resti in potenziale vendita, nell’attesa, con il lavoro attivo di tutti i familiari, la società proprietaria si è adoperata per rilanciare la Villa e ha stipulato un accordo con un team di shooting cinematografico che ambienterà in Villa set e spot pubblicitari oltre ad altre tipologie di eventi, come ancora i matrimoni.
Com’è noto, la chiusura da cinque anni della Villa ha sollevato le preoccupazioni di oltre un migliaio di cittadini, i quali hanno sottoscritto una petizione in cui chiedono l’avvio di un dibattito negli enti locali e sovra comunali a tutela del bene.
Petizione sulla quale Federico Massa Saluzzo osserva: “Ogni anno avevo molti eventi, fra i quali vi erano comunque numerose giornate vuote. Quando era possibile ho sempre aperto le porte alla città di Arese per diverse iniziative, moltissime gratuite in quanto essendo io l’affittuario, mia l’attività, mia, la partita Iva, la ritenevo una scelta etica. Avere ospiti, per esempio i bambini o i ragazzi delle scuole, gli anziani, gli alpini, i disabili o varie manifestazioni di carattere culturale mi ha sempre fatto piacere. Colgo ancora, dopo l’iniziativa della raccolta firme, un attaccamento di una parte della cittadinanza alla Villa. Ora, ma non solo da ora, circola ad Arese la storia che la Villa debba essere del comune. La Villa ha un alto valore storico, culturale e commerciale. Se l’amministrazione ha interesse ad acquistare la Villa, noi siamo dispostissimi a parlarne. Ci si rende comunque perfettamente conto delle difficoltà per il comune di Arese di affrontare un percorso del genere, avendo naturalmente delle priorità. L’acquisto di un bene storico di questa portata risulta certamente impegnativo, anche se, utilizzandolo come feci io, può essere messo a reddito. E non ce ne sono altri. Personalmente sarei strafelice se andasse al comune di Arese”.
Ombretta T. Rinieri
Articolo pubblicato su “Il Notiziario” del 13 dicembre 2024 a pag. 66