“Lucciole per lanterne”. Così Augurusa su facebook alla notizia del riavvio delle attività in Villa Ricotti La Valera
29 Novembre 2024 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Allarmi, Appelli, Associazioni, Cronaca, Cultura, Locale, Patrimonio artistico, Politica, Territorio |
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ARESE– (o.t.r.) – In merito al servizio sulla riapertura della Villa Ricotti – La Valera, il presidente di Prospettiva 2023, Giuseppe Augurusa, già assessore nelle giunte Palestra, ha postato sulla pagina facebook dell’associazione un post dove bolla la notizia con il titolo “Lucciole per Lanterne“.
Di seguito il testo integrale del post su Facebook (a me inviato via mail) e lo stesso testo modificato e senza autore, pubblicato sul settimanale “Settegiorni”.
“Lucciole per lanterne?”
Se un merito la petizione lanciata da prospettiva 2023 l’ha è quello di aver messo al centro dell’agenda politica il recupero della Villa Ricotti che, chiusa da oltre cinque anni, rischiava di finire nell’oblio. Lo dimostrano l’autorevolezza degli interventi della politica, perlopiù locale e non improntati però, ad un ottimismo di maniera. Mentre la narrazione un po’ semplicistica prefigura un’imminente riapertura della villa scambiando un accordo di scopo di per un rilancio del bene, mentre una ricostruzione fallace attribuisce la chiusura al covid (chiude a luglio 2019, le misure restrittive il 9 marzo 2020), e la mancata cessione al fondo d’investimento estero alle impuntature della sovrintendenza dei beni culturali e non, come accadde, alla mancanza di un partner finanziario adeguato,
Prospettiva 2023 deposita alla Direzione Generale Cultura di Regione Lombardia le sue 1047 firme, sentendo la necessità di alzare il livello d’interlocuzione politica a fronte della riluttanza dell’Amministrazione locale; mentre valuta un prossimo coinvolgimento della sovrintendenza in relazione al vincolo storico esistente.
Quando immagina un intervento pubblico Prospettiva 2023 infatti, delinea i due estremi della proposta: dal minimo di una convocazione degli interessi in gioco (tra cui c’è quello pubblico del bene culturale), al massimo di un’offerta pubblica d’acquisto (le cui variabili sono il prezzo, l’interesse strategico, gli strumenti finanziari disponibili, l’avanzo primario, la tassazione ed il business plan).
Non si tratta però di scegliere tra bianco e nero, nel mezzo, ci sono perlomeno “cinquanta sfumature di grigio” (fondi europei, bandi nazionali partnership miste, etc).
Non si tratta neppure di fare gli immobiliaristi affamando i servizi comunali, ma di porre in un corretto equilibrio gli spazi d’intervento pubblico con il suo stesso interesse. Anche perché, se non si palesa nel giro di qualche anno il “cavaliere bianco”, l’ultimo e unico interlocutore finirà per essere lo stesso Ente locale, solo a quel punto gli equilibri (ed il prezzo) cambieranno drasticamente.
Anche per questo, stante la postura assunta dall’Ente locale, si fa largo nel movimento civico l’idea che il salvataggio della villa sarà questione di un prossimo Sindaco, sperando che non sia troppo tardi”.