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40esimo Misericordia. Le volontarie: “Lasciare il mondo un po’ meglio di come lo si è trovato”.

ARESE – “Io sono entrata in Misericordia tre anni fa – ha spiegato Bianca Maggioni nel raccontare la propria esperienza di volontaria in Misericordia –  in quanto per iniziare un percorso di studi  infermieristico volevo mettermi  alla prova per capire come potessi poi sentirmi  sui servizi direttamente con i pazienti. Noi facciamo i turni. Non è facile, ma siamo in compagnia e siamo un po’ tutti una grande famiglia.

Misericordia Arese  non è soltanto il servizio 118. Per esempio noi l’anno scorso abbiamo operato come ambulatorio sul territorio per uno screening cardiologico e ora stiamo lavorando a un progetto per i seniores che hanno voglia di rimettersi in gioco. Fra i nostri momenti principali vi è quello per esempio di portare aiuto a una persona che è  caduta e non riesce ad alzarsi, a raggiungere la porta. Cerchiamo sempre di aiutare le persone”.

 

“Sicuramente non è facile trovarsi davanti a certe situazioni – ha raccontato Silvia Del Boccio, una volontaria di Misericordia attiva nelle emergenze di  protezione civile  – perché ci si immedesima negli altri. Non si sa mai come comportarsi per fare la cosa giusta. Lo spirito che mi spinge a partire è la domanda che mi pongo: <Perché non dovrei farlo?> .  Credo che sia difficile rimanere indifferenti. Comunque far  parte di una comunità, di una famiglia, di un gruppo, di un Paese  quale che questo sia, richiede  l’aiuto reciproco fra le varie personeQuesto mettersi  all’opera, aiutarsi a vicenda,  arricchisce  anche personalmente. E’ questo aspetto emotivo ed etico che spinge al volontariato. Quindi mi chiedo: <Se mi trovassi in una situazione di emergenza e non ne fossi colpita e mi trovassi in condizione di dare una mano e non lo facessi, come mi sentirei?>.  Le emozioni e le esperienze che si fanno sono molto  forti. Dalle più belle alle più brutte,  però non si  è mai soli ad affrontarle. Ho vissuto  la partecipazione anche di  altri volontari, di qualunque altra associazione facciano parte, anche di quelli che non fanno parte di alcun gruppo, ma che prendono e vanno a dare una mano in  qualunque parte d’Italia, o anche del mondo, scoprendo una rete di aiuti e di solidarietà  veramente incredibile. Uno degli insegnamenti   che ho imparato nella vita è quello di cercare di lasciare il mondo un po’ meglio di come lo si è trovato. Porto  avanti  questo ideale in tutto quello che faccio e nei miei comportamenti nei confronti delle altre persone”.

O.T.R.

 

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