Il Museo dell’Alfa ad Arese è salvo per sempre
3 Maggio 2024 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Aziende, Cronaca, Cultura, ex Alfa Romeo, Giudiziaria, Locale, Nazionale, Patrimonio artistico, Politica, Territorio |
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CONSIGLIO DI STATO – Fca perde anche l’ultimo ricorso contro il vincolo dei Beni Culturali
ARESE – Il Centro Direzionale Alfa Romeo con annessi Museo storico, autofficina, Centro documentazione-archivio storico e uffici direzionali restano definitivamente vincolati come insieme unitario ed inscindibile dall’immobile contenitore in quanto d’interesse storico particolarmente importante, così come fu deciso il 31 gennaio 2011 dai Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia.
A stabilirlo la sentenza 2168 del 15 febbraio 2024 emessa dalla VI Sezione del Consiglio di Stato, pubblicata lo scorso marzo, che ha dichiarato inammissibile il ricorso per revocazione della sentenza del Consiglio di Stato 01433/2023 presentato dalle società Fca Partecipazioni spa e Fca Italy spa. Sentenza, quella dell’anno scorso, che già aveva respinto il ricorso dell’ex Fiat contro la sentenza d’accoglimento del vincolo emessa nel 2017 dal Tar Lombardia. Già allora il tribunale amministrativo aveva infatti stabilito che non vi erano stati vizi nell’iter d’apposizione del vincolo unitario e che sussisteva il rilievo storico industriale dei beni della raccolta museale e d’archivio nonché del compendio immobiliare.
Nel giudizio di revocazione si sono costituiti contro Fca Ministero della Cultura, Segretario Regionale del Ministero della Cultura per Regione Lombardia e il comune di Arese cui il Consiglio di Stato ha dato ancora una volta ragione liquidando a loro favore le spese giudiziarie (5mila euro ad amministrazione oltre gli accessori di legge).
Nell’emettere la sentenza definitiva sul vincolo, il Consiglio di Stato ha stabilito che non sussistevano tecnicamente nel ricorso di Fca i tre requisiti giuridici atti a stabilire un errore del precedente giudice necessari ad assumere natura revocatoria e consentire una pronuncia in sede rescissoria. In parole povere, nessun errore è stato commesso dai giudici nella disamina dei fatti e delle ragioni delle parti alla base della propria decisione in merito alla valenza storico-culturale dei beni Alfa Romeo vincolati.
Nell’ultima pronuncia, il Consiglio di Stato ha difeso la sentenza revocanda emessa precedentemente ricordando ch’era stato esaminato il legame tra “contenitore” e “contenuto” e “come il vincolo non avesse dichiarato di interesse particolarmente importante l’immobile “in sé” o “di per sé”, né per le sole collezioni che esso ospita, ma per l’interesse culturale per il “riferimento” e quale “testimonianza” dell’importanza che l’industria Alfa Romeo e la sua storia hanno avuto, e che il compendio immobiliare ed i mobili che contiene testimoniano”.
Respinta anche la parte in cui Fca sosteneva la mancata valenza del vincolo sul Centro direzionale perché l’immobile non aveva mai avuta destinazione industriale: “dovendosi ritenere sufficiente la sussistenza di una relazione tra gli immobili considerati e la storia della casa automobilistica. Circostanza che rende priva di rilievo – in quanto non decisiva – la censura delle società del Gruppo Fca relativa alla presenza del centro tecnico (Gardella, ndr) di Arese”.
Inoltre, il nodo sull’utilizzo del bene vincolato, è stato sciolto ricordando che “la dichiarazione d’interesse culturale consente comunque la fruizione, gestione e valorizzazione del bene, compatibilmente con i suoi caratteri storici ed identitari, e non impedisce che possa subire trasformazioni, previa autorizzazione dell’autorità competente”.
Ombretta T. Rinieri
Articolo pubblicato su 2Il Notiziario” del 3 maggio 2024 a pag. 58