Odissea per un anziano disabile delle case comunali
15 Marzo 2024 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Allarmi, Cittadini, Cronaca, Locale, Politica, Sanitaria, Sociale |
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IL CASO – Ascensore bloccato, per aiutarlo a salire in casa usciti Carabinieri, Vigili del Fuoco e Paramedici. L’episodio scoperchia la mala gestio delle case di via Repubblica
ARESE – Odissea per un anziano disabile in carrozzina nella serata di martedì 12 marzo nelle case comunali di via Repubblica 29. Tornato nel pomeriggio inoltrato dopo una visita all’ospedale di Garbagnate Milanese, il signor Nicola, 85 anni e disabile da ventitré anni a causa di un incidente sul lavoro, si è trovato impossibilitato a salire al terzo e ultimo piano della palazzina a causa dell’ascensore fermo per assenza di corrente elettrica.
Qualche ora prima, la stessa sorte era capitata a un altro inquilino ch’era addirittura rimasto bloccato all’interno della cabina ed era stato estratto fuori dal pronto intervento della ditta della manutenzione. Ma certo nessuno degli abitanti si aspettava che l’ascensore non venisse subito rimesso in funzione.
Bloccato al pianterreno, Nicola ha chiamato al telefono la moglie Olimpia, più giovane di qualche anno ma anch’essa disabile, che a sua volta per aiutare il marito ha chiamato l’assistenza dell’ascensore. Sulla carta, garantita H24.
“La signorina della ditta – racconta Olimpia – mi ha risposto che informava il tecnico. Intanto mio marito era giù in portineria. Aveva freddo, tornato dall’ospedale doveva andare in bagno e logicamente essendo su una sedia a rotelle non si poteva muovere. Fatto sta, che passando il tempo e non vedendo arrivare nessuno, ho richiamato il pronto intervento. Ma mi sono sentita dire che dovevo arrangiarmi da sola perché il tecnico sarebbe uscito solo il giorno dopo. <Mi scusi – ho detto alla signorina – ma si rende conto che mio marito è una persona su una sedia a rotelle di 85 anni che pesa 90 chili? Come faccio a portarlo su che sono anch’io invalida e faccio perfino fatica a scendere le scale?>. Gli ho perfino detto: <Guardi che chiamo i Carabinieri>. E per tutta risposta mi ha pure detto: <Chiami pure i Carabinieri>”.
Così Olimpia i Carabinieri li ha chiamati davvero. “Onestamente – racconta – mi hanno aiutata in tutto per tutto. Mi hanno tranquillizzata. Hanno provveduto loro a chiamare i Vigili del Fuoco”. Che però, una volta arrivati hanno a loro volta dovuto richiedere l’assistenza dei paramedici. Solo con l’intervento dell’ambulanza, il signor Nicola è stato imbragato su una poltroncina mobile, portato su per le scale da cinque persone, gradino per gradino, fino al terzo piano. La sedia a rotelle, elettrica, troppo pesante, è rimasta invece
giù.
“Non le dico le persone – dice Olimpia grata ai suoi coinquilini – che si sono fermate giù con mio marito per non lasciarlo solo. Tutti fuori ad aspettare l’ambulanza. Alla fine sono arrivate le 20:30 della sera”.
Era successo, che con le piogge copiose cadute tra sabato e domenica, la fossa dell’ascensore che arriva fino ai box, quindi sotto il livello della strada, si era riempita d’acqua con il rischio anche di una fulminazione, dato che le corde dell’ascensore scendono fino nella fossa. I tecnici, accortisi del pericolo con l’intervento precedente del signor Nicola, avevano tolto la corrente e rimandato il drenaggio al giorno seguente invece di provvedervi immediatamente.
Mercoledì mattina, i tecnici della ditta hanno fatto il loro ingresso in via Repubblica intorno alle dieci del mattino e con i loro tempi hanno prosciugato la fossa dall’acqua e rimesso in funzione l’ascensore.
Ma questo è solo l’ultimo di tutta una serie di disagi che gli inquilini denunciano al Comune. L’anno scorso della questione se n’era anche interessata la consigliera dei 5Stelle Michaela Piva, la quale facendosi loro portavoce, presentò un’interrogazione in consiglio comunale.
“Io pago puntualmente l’affitto – dice Olimpia – e adesso sono proprio stanca di tutto. Sono quindici anni che chiediamo inutilmente di farci le manutenzioni. Per fortuna ieri non sono rimasta io nell’ascensore folgorata. Avevo sentito dei rumori, ma non ci avevo fatto caso. Ho le finestre tutte piene d’acqua. Sono più ghiacciate dentro che fuori. Avevamo chiesto di poterle riparare da soli e che il costo ci venisse decurtato dall’affitto, ma non ce l’hanno permesso. Il muro si bagna con le finestre chiuse! Abbiamo speso una fortuna per togliere la muffa dalle pareti. Quelli del Comune vengono, ispezionano e se ne vanno. E poi tutto il resto. Puliscono così come viene. Tanto non c’è nessuno che controlla. Il cancello è spalancato da due anni e mancano le serrature in tutte le cantine. Di notte abbiamo degli estranei che ci entrano nel palazzo. C’è un problema di sicurezza. Ma non siamo ascoltati. Quattro anni fa ci avevano promesso che avrebbero fatto il cappotto e rifatto il riscaldamento. In effetti spendiamo un sacco di soldi in gas (in via Repubblica gli inquilini hanno l’autonomo) e per riscaldarci dobbiamo accendere pure le pompe di calore: io ho la cervicale e ogni due per tre vado in terapia. Si sono giustificati dicendo che la ditta che aveva preso l’appalto era fallita. E i soldi dove sono finiti? Non c’erano altre ditte?”.
Ombretta T. Rinieri
Articolo pubblicato su “Il Notiziario” del 15 marzo 2024 a pag. 58