Adp ex Alfa Romeo. La Peti del Parlamento europeo chiede lumi ad Arese
20 Novembre 2020 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Ambiente, Area Metropolitana, centro commerciale Arese, Commercio, Cronaca, ex Alfa Romeo, Inchieste, Infrastrutture, Inquinamento, Locale, Nazionale, Politica, Sociale, Territorio, Viabillità |
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Intanto la Corte di Giustizia europea ha condannato l’Italia per violazione dei limiti del pm10 – Centri commerciali e inquinamento furono oggetto di petizioni penta stellate alla Ue
ARESE – A fine settembre la consigliera comunale del M5s Michaela Piva ha scritto al segretario della commissione petizioni del Parlamento europeo sollecitando l’invio di una lettera alle autorità italiane per conoscere lo stato di avanzamento lavori dell’accordo di programma sull’ex Alfa Romeo.
Piva, insieme ai colleghi di partito Massimo Mantovani di Bollate e Maurizio Zinesi di Cinisello Balsamo è stata promotrice di una raccolta di firme presentata alla Peti della Ue per bloccare la costruzione e o l’ampliamento dei centri commerciali sui propri territori in quanto concausa di intenso traffico veicolare e inquinamento nell’aria del particolato fine (pm2,5 e pm10) nocivo per la salute e l’ambiente.
Seppure il 6 maggio dello scorso anno la Commissione europea si era pronunciata sulle petizioni concludendo che si trattasse prioritariamente di materia dei tribunali nazionali, la Peti ha comunque scritto al comune di Arese per avere delucidazioni in merito. A darne comunicazione lo scorso 4 novembre in consiglio comunale è stata il sindaco Michela Palestra.
“E’ pervenuta una comunicazione della commissione petizioni del Parlamento Europeo – ha reso noto – per una richiesta di chiarimenti in relazione alla petizione presentata da un cittadino italiano contro la variante di piano urbanistico. Il tema è l’ex Alfa Romeo e la trasformazione. In particolar modo il focus è sulla tutela dell’ambiente e della salute pubblica. La petizione cui si fa riferimento è del 2017. Nella lettera vengono chiesti chiarimenti che forniremo”.
Il 21 febbraio 2019, nel corso dell’audizione a Bruxelles degli esponenti penta stellati, Marco Gasparinetti, in rappresentanza della direzione ambiente della Commissione Ue, pur convergendo con i firmatari sulle loro ragioni circa l’impatto dell’inquinamento sulla salute, aveva sottolineato come la Commissione non avesse la base giuridica per intervenire sui centri commerciali ma che pur tuttavia si era in attesa della pronuncia da parte della Corte di Giustizia europea sulla procedura d’infrazione contro l’Italia per la violazione della Direttiva Aria del 2008.
Il 10 novembre scorso la Corte ha condannato l’Italia per aver violato tra il 2008 e il 2017 i valori limite del pm10 in maniera sistematica e continuata chiudendo la prima fase della procedura d’infrazione avviata dalla Commissione europea nel 2014. La soglia media annuale per il particolato Pm10 è di 40 microgrammi per metro cubo (annuale) e di 50 microgrammi/metro cubo (giornaliera).
Stante questa pronuncia torna d’attualità la dismissione su Arese della centralina Arpa di rilevamento avvenuta nel 2018 di cui la Commissione aveva chiesto ragione agli assessore regionali Raffaele Cattaneo e Pietro Fioroni, rispettivamente ambiente/clima e territorio/protezione civile e mandata per conoscenza anche ai sindaci di Milano, Arese, Bollate e Cinisello Balsamo.
Ombretta T. Rinieri
articolo pubblicato su “Il Notiziario” del 20 novembre 2020 a pag. 59