Spariti i campioni genetici dopo il fallimento della Cryo Save, la più grande banca di cellule staminali
20 Ottobre 2019 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Cittadini, Cronaca, Giudiziaria, Impegno civile, Nera, Sanitaria |
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La preoccupazione di 300mila famiglie europee. Ad Arese il primo incontro nazionale dei genitori italiani
ARESE – Trecentomila famiglie europee, di cui quindicimila italiane, sono state coinvolte nella sparizione delle cellule staminali del sangue del cordone ombelicale ch’erano conservate presso la banca Cryo Save, la cui sede romana è fallita a Luglio e quella svizzera a settembre.
Le cellule staminali, il cui possibile impiego anche per terapie e ricerche è noto da tempo, sono un patrimonio genetico di immenso valore e il fatto che se ne siano perse le tracce ha aperto inquietanti interrogativi su dove siano state portate e su quale utilizzo potenzialmente non consentito se ne stia facendo, tant’è che sono state aperte delle indagini ed è intervenuto il ministero della sanità elevetico.
Interrogativi e dubbi alimentati anche dalle dichiarazioni rese dalla società polacca Bpkm, che controlla un laboratorio di Varsavia dove la Cryo Save avrebbe trasferito, a partire dal mese di maggio 2019, “solo una parte” dei 300mila campioni raccolti in quasi vent’anni d’attività. Fino a pochi mesi fa la Cryo save si presentava come una delle più grandi banche di conservazione di cellule staminali al mondo insieme con le sue società satellite.
Tramite i social, i genitori coinvolti si sono organizzati in gruppi europei, nazionali e regionali alle ricerca di informazioni su dove siano state conservate le cellule staminali al momento del parto. Allo scopo sono state contattate le autorità consolari e le autorità statali. Il gruppo face book “gentitori staminali“ conta oggi oltre 5mila iscritti. All’interno dei gruppi, i genitori avvocati hanno condiviso informazioni, documenti ed analisi interloquendo con i vertici della Bpkm per ottenere spiegazioni sui campioni genetici, sul loro stato, sulla loro ubicazione e sul loro destino.
Oltre al dramma psicologico indotto dalla perdita del proprio materiale genetico vi è anche il costo economico dato che ogni famiglia ha versato circa duemila euro per la conservazione ventennale delle provette, per un giro di affari di 600 milioni di Euro.
Ora su impulso di Massimiliano Seregni, avvocato e coinvolto nella vicenda in prima persona come genitore, si terrà ad Arese nella mattinata del prossimo 10 novembre all’auditorium ‘Aldo Moro’ di via Varzi il primo incontro nazionale delle famiglie italiane nel corso del quale si tenterà di dare una prima risposta alle numerose domande, dubbi e preoccupazioni espresse dai genitori anche in relazione a ipotesi di una colossale truffa internazionale.
All’incontro parteciperanno anche i vertici delle società coinvolte: il ceo della polacca Pbkm e il Contry Manager della Famicord Group. L’ incontro che sarà trasmesso in diretta Streaming.
O.T.R.