Colantuono, presidente di Sg, spiega il perché del ricorso
4 Ottobre 2019 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Aziende, Bandi, Centro sportivo Arese, Cronaca, Inchieste, Infrastrutture, Sport |
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“Ingiusta l’esclusione dalla gara, la firma mancante non era essenziale”
ARESE – E’ convinto di aver ragione Stefano Colantuono, presidente di Sg Sport. E a testa bassa ha deciso di sopportare il costo di migliaia di euro per presentare ricorso al Tar contro il decreto di annullamento dell’offerta presentata insieme a Reber come rete d’impresa per la gestione del centro sportivo nei prossimi quindici anni. A suo modo di vedere, la richiesta danni è una conseguenza dell’atto deciso da Città Metropolitana
“Città Metropolitana per conto del comune ci ha escluso dalla gara non concedendoci l’aggiudicazione definitiva. Ok. Ma siccome nei miei diritti io dico che non è corretto quello che hanno fatto, ho presentato ricorso al Tar e ho chiesto i danni”. Così afferma.
L’esclusione è stata determinata dal fatto che mancava sul Pef anche la firma di Giuliano Visinoni di Reber, considerata da Città Metropolitana un elemento essenziale, ossia sostanziale e non solo formale, dell’offerta economica. O no?
“Loro l’hanno ritenuta sostanziale, ma non è sostanziale e per questo abbiamo fatto subito ricorso al Tar. Un concorrente può essere escluso solo ed esclusivamente quando non si può dare la paternità di quel documento a un soggetto, perché non è stato firmato dal legale rappresentante. Ma su quel documento c’era la mia firma. In più, siccome mi è stata chiesta, io quella firma di Reber sul Pef l’ho consegnata ad Anac e a Città Metropolitana. Ma il Pef è un documento amministrativo, che loro hanno inserito nell’offerta economica la quale era già stata firmata sia da me che da Reber.
Il Pef è il piano economico finanziario…
“Il Pef è un documento amministrativo che mostra nei dettagli lo sviluppo finanziario. Non è l’offerta economica e quella é firmata sia da Sg Sport che da Reber come rete temporanea d’impresa. Il Pef è differenziato dall’offerta economica propriamente detta, tant’è che il Pef, a differenza dell’offerta economica, non era soggetto a valutazione. Pertanto l’offerta economica è stata firmata sia da me che da Visinoni, mentre il Pef, essendo un documento amministrativo, solo dal legale rappresentante, che sono io. Oltretutto il futuro rappresentante della rete d’impresa sono sempre io”.
In pratica Sg Sport e Reber hanno fatto un unico gruppo dove lei è legale rappresentante?
“Esatto. Con tanto di impegno presentato alla gara e regolarmente registrato con atto notarile.
Ossia con iscrizione in Camera di commercio?
“Vi è l’impegno. In caso di vittoria del bando Sg Sport e Reber si registreranno in Camera di commercio come rete d’impresa. A tal fine il documento che abbiamo presentato è stato giudicato regolare”.
Il bando prevede una clausola sociale per l’assorbimento del personale. Dal punto di vista normativo, tuttavia, tale clausola pare non si possa imporre. Qual è la vostra posizione?
“I dipendenti sono i miei. Non riassumo i miei dipendenti. Sono già miei. Certo che l’avrei accettata. Era una cosa che era stata fatta giustamente per tutelare i lavoratori. Perché se io vado al Jolly e a scuola, ho quaranta dipendenti. Se vado al centro sportivo ne ho 180. La musica cambia e queste persone il comune ha cercato di tutelarle mettendo la clausola sociale.
Cambiando discorso. Sono emersi problemi con le tubature della piscina. Cos’è successo?
“I tubi sono vecchi. Quando Tea ha ristrutturato non ha rifatto tutta la fognatura e ora i tubi perdono e bisogna intervenire”.
O.T.R.
articolo pubblicato su Il Notiziario del 4 ottobre 2019 a pag. 65