Centro sportivo, gara di concessione deserta
20 Settembre 2019 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Aziende, Bandi, Centro sportivo Arese, Cronaca, Economia, Inchieste, Infrastrutture, Locale, Politica, Sociale, Sport |
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CONSIGLIO. Mancava di una firma nel Pef. Alcuni cittadini confermano il degrado. Il sindaco: “Mai ricevute lamentele”
ARESE – Alla gara per la gestione del centro sportivo “Davide Ancilotto” si sono presentati insieme in rete d’impresa l’attuale gestore San Giuseppe e Reber, quale unico operatore economico. La Reber si impegnava a investire subito nei primi due dei 15 anni di concessione negli impianti. Tuttavia, nella documentazione presentata, il Pef (piano economico finanziario), è stato firmato dal solo Stefano Colantuono di Sg e non anche da Giuliano Visinoni di Reber. Ciò ha determinato il motivo di esclusione della rete d’impresa dalla gara, “andata deserta”, in quanto non si sono presentate altre società.
“Nella seduta pubblica tenutasi il 17 luglio 2019 – si legge nel decreto dirigenziale del 23 luglio di Città Metropolitana (arbitro della gara) – all’esito della valutazione dell’offerta tecnica ed economica la Commissione giudicatrice ha disposto l’esclusione del concorrente, il costituendo Rti tra San Giuseppe ssd a r.l. e Reber Rete di Impresa, in quanto il Piano economico finanziario (Pef) presentato, che costituisce un elemento essenziale dell’offerta economica, non è stato sottoscritto dalla mandante Reber Rete di Impresa, come previsto, a pena di esclusione, dall’art. 18 del disciplinare di gara, in caso partecipazione in raggruppamenti di imprese non ancora costituiti, conformemente a quanto disposto dall’art. 48 comma 8 del D.lgs. 50/16”.
Contro il decreto d’esclusione, la San Giuseppe poteva presentare ricorso al Tar della Lombardia entro trenta giorni, che stante la sospensione di agosto, si protraggono in settembre. Ma non è ancora noto se vi abbia provveduto o meno. Nel frattempo il comune le ha prorogato la gestione fino al 31 agosto 2020.
Questo l’attuale quadro della situazione gestionale del centro sportivo discusso martedì scorso durante il consiglio comunale aperto richiesto della Lega. Una trentina i cittadini presenti al centro civico Agorà.
L’assessore allo sport Roberta Tellini ha ricostruito la cronistoria del bando spiegando, tra l’altro, che la clausola sociale per la riassunzione dei dipendenti a tempo indeterminato era stata espressamente voluta dall’amministrazione in quanto per legge non obbligatoria dato che il costo dell’organico non superava il 43% dell’importo della concessione (15mila euro l’anno per 15 anni).
Quante sono le chance della San Giuseppe di vincere il ricorso al Tar? La mancata firma è solo un problema di forma o anche di sostanza? Se non dovesse vincere e dovesse essere rifatta la gara e tale gara dovesse andare nuovamente deserta cosa accadrebbe? Perché su tre sopraluoghi (oltre a Sg, Insport e Milanosport) si è presentata a gara solo Sg con Reber? Domande che si potranno sciogliere solo alla pronuncia del Tar, sempre che sia stato proposto ricorso, dato che l’assessore Tellini ha riferito che allo scadere del termine per la presentazione, ossia il 17 settembre, al protocollo comunale non risultava copia dell’atto.
Alla mancata elencazione dei nomi dei dipendenti Sg da riassorbire, che aveva infuocato il consiglio comunale a luglio, Tellini ha risposto che tale informazione non era prevista dalla normativa. Ho poi precisato che il piano economico della gara e la durata lunga della concessione per far rientrare il gestore dall’investimentom erano stati stabiliti da un consulente terzo, esperto del settore. Durata contestata dalla Lega.
Il capogruppo Vittorio Turconi ha recriminato sulla mancanza di trasparenza che a suo dire investe ancora il centro sportivo dopo le vicissitudini di Intese. “All’interno del centro sportivo – ha detto – ci sono parecchi problemi. Ci sono state quattro cause di lavoro e da un nostro sopraluogo è emerso uno stato di degrado dell’attuale gestore. E’ necessaria una commissione consiliare di vigilanza”.
Di degrado ha parlato anche Manuela Morganti, fra i cittadini intervenuti: “Io frequento la piscina tutti i giorni – ha detto – e abbiamo notato noncuranza nelle pulizie e nella presenza di personale”. “Ho sempre frequentato il centro quando c’era il Ccsa – è intervenuta anche Sonia Vigo – quest’anno ho trovato degrado e zanzare”. “Come mai un posto che potrebbe essere un’eccellenza non interessa nessuno?, ha chiesto Maria Mercalli. “Cosa succederà tra un anno se il ricorso di Sg sarà respinto”, ha chiesto Bruno Carozzi, mentre Paolo Domante, che nel Csda ha lavorato 13 anni sia con il Ccsa e che con Intese, ha detto che nel centro bisogna distinguere tra la gestione degli impianti e quella dello sport e che gli investimenti devono essere fatti dal comune che è il proprietario del Csda.
“Non si fanno soldi con lo sport. I margini sono ridotti perchévogliamo tariffe calmierate e nessuno ci ha denunciato il degrado. Sg garantisce 39 discipline e vanta 3500 utenti. Un successo dopo il disastro di Intese”, sono state le conclusioni di Tellini e del sindaco Michela Palestra.
Ombretta T. Rinieri
articolo pubblicato su “Il Notiziario” del 20 settembre 2019 a pagina 65