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Petizione a Bruxelles contro il centro commerciale di Bollate. L’audizione di Massimo Mantovani

Giovedì 21 febbraio 2019 il consigliere comunale grillino di Bollate, ha portato all’attenzione della commissione petizioni del Parlamento europeo le ragioni per le quali a Bollate i firmatari della raccolta firme sono contrari al progetto del nuovo centro commerciale tra Cascina del Sole e Cassina Nuova, essenzialmente fondate sull’aumento  dell’inquinamento e sul consumo di suolo che si verrebbero a determinare.

 

Massimo mantovani, consigliere del m5s di Bollate, in audizione davanti alla commissione petizioni del Parlamento europeo il 21 febbraio 2019

BRUXELLES – BOLLATE – “La Pianura Padana è un territorio già fortemente inquinato – ha detto Massimo Mantovani durante mostrando delle slide a conforto della sua esposizione – in cui  si sta facendo poco per  cercare di ridurrlo. Tanto è vero  che ci sono delle sanzioni sull’Italia  proprio per questo motivo. E su Regione Lombardia, in particolare.  Questa per esempio  è una slide  che evidenzia la zona rossa e prevalentemente ci dice  quanto inquinamento di  ossido d’azoto vi sia. Qui  possiamo vedere con un cerchiolino rosso dove sta Bollate  rispetto all’inquinamento di pm10.  Sono dati di Arpa Lombardia del  2016. Degli anni  successivi non ci sono dati pubblicati, ma la situazione non  è cambiata di molto. Qui vediamo il  biossido d’azoto. E questo è una tabella che arriva direttamente dalla relazione fatta dalla  società che vuole  costruire questo centro commerciale, che chiaramente dimostra  un incremento  del traffico. Specificatamente su biossido d’azoto, CO2,  e pm10 e pm 2,5 che sono  gli inquinanti più legati al traffico  e quelli che hanno un impatto sulla salute devastante. Studi dimostrano che l’inquinamento di polveri sottili  aumenta la possibilità di tumori e di infiammazioni ai polmoni, addirittura  indipendentemente da altri fattori, come il fumo”.

 

Oltre all’inquinamento, l’altro problema secondo Mantovani sono le infrastrutture.Il problema vero – ha continuato – non è il progetto in sé, ma è la somma dei progetti e la somma delle infrastrutture che si stanno facendo in questo territorio. Abbiamo sentito prima Arese al cento per cento. Noi siamo intorno al venti per cento. Ma sommati tutti assieme l’inquinamento andrà ad aumentare notevolmente, ma nel nostro caso c’è anche l’aspetto del consumo del suolo. Stiamo infatti parlando di un’area completamente agricola anche se a livello urbanistico  oggi quest’area è già definita commerciale. Ma se guardate la foto è un territorio agricolo verde, che  può compensare quel problema di  inquinamento che abbiamo, che può evitare  i problemi nelle acque superficiali, nelle acque sotterranee  dato che permeabilizzazione  permette all’ambiente  un aiuto al riciclo degli inquinanti anche a livello idrico”.

 

L’area verde in questione è grande 138mila mq, ossia 14 ettari e confina con un’area industriale dismessa di un comune diverso da Bollate. “La miopia dei nostri territori – ha commentato  Mantovani – fa sì  che ognuno pensi al proprio. Ma qui, secondo noi, in Commissione, dovrebbe esserci qualcuno con una  visione più ampia dei soli limiti territoriali  che dica: <Guardate che se dobbiamo andare verso gli  obiettivi di riduzione dell’inquinamento e della cementificazione,  lì di fianco c’è un’area abbandonata, che va esattamente nella direzione  voluta dalla Commissione europea nel 2011>. Stiamo chiedendo questo.  Non stiamo chiedendo altro”.

 

Il consigliere bollatese del m5s ha dimostrato che i piani di governo del territorio previsti nel Nord dell’hinterland milanese prevedono un aumento del consumo del suolo del 61,5 per cento.E allora  la domanda è  – ha detto  Mantovani concludendo – se stiamo andando nella direzione che indicava la  Commissione europea nel 2011 oppure se  stiamo andando in una direzione completamente diversa.  Ora la richiesta è chiara.  Vogliamo fermare questo intervento”.

Ombretta T. Rinieri

 

guarda il video delle audizioni con le risposte di Marco Gasparinetti della direzione ambiente Commissione europea