Petizione a Bruxelles contro il centro commerciale di Arese. L’audizione di Michaela Piva
25 Febbraio 2019 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Ambiente, Area Metropolitana, Cancerogeni, Cronaca, Estera, Infrastrutture, Inquinamento, Locale, Nazionale, Politica, Sanitaria, Sociale, Territorio |
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Giovedì 21 febbraio 2019 la consigliera pentastellata di Arese ha relazionato sull’atto integrativo in variante dell’accordo di programma sull’ex Alfa Romeo, che in parte prevede un’espansione dell’attività commerciale de “Il Centro” e in parte una rigenerazione dell’area in termini sportivi con la realizzazione di uno skidome e dei relativi servizi medico-sportivi oltre che ricettivi.
BRUXELLES – ARESE – Michaela Piva ha concentrato l’esposizione sulle previsioni di traffico, sull’ulteriore deterioramento della qualità dell’aria di un territorio già molto inquinato, sui monitoraggi post opera condotti dall’operatore del centro commerciale e sulla dismissione della centralina di rilevamento del pm10.
“Il piano – ha spiegato Piva, accompagnando la propria esposizione con delle slide – prevede un raddoppio di superfici commerciali che passerebbero dagli attuali 77mila mq ai 157mila mq in progetto. In verde l’area realizzata e gli ambiti tratteggiati quelli d’espansione. Il piano è del 2016 e l’iter è fermo in quanto i tre sindaci afferenti a quest’area stanno discutendo sulla mobilità. La pista da sci indoor avrà probabilmente un’area interrata. C’è un palazzetto di 100 metri, simile a un palazzetto per grandi
eventi sportivi, ma di questo non c’è ancora una definizione precisa. Attualmente ci sono 43.252 passaggi veicolari nei giorni di punta, prevalentemente il venerdì, sabato e la domenica.
Con l’aggiunta di queste ulteriori superfici commerciali e della pista da sci indoor avremo altri 46.070 passaggi veicolari in più, con un incremento maggiore del cento per cento. Sono previsti 15mila posti auto in più. Stando ai dati sulla qualità dell’aria, nel 2016 si sono sforati di 76 giorni i valori di pm10. Nel 2017 sono stati superati per 94. I dati che vi avevamo trasmesso erano stati desunti dalla centralina locale di Arese di Arpa, l’agenzia regionale per l’ambiente. Ad agosto 2018 la centralina è stata dismessa, pertanto non abbiamo dati confrontabili con quelli precedenti da fornirvi”.
Stando al racconto di Piva, la centralina non avrebbe funzionato per 347 giorni sicché nelle statistiche, Arese è passata dall’essere una delle cittadine più inquinate dell’hinterland milanese rispetto allo storico 2016-17 a essere l’ultima, pur essendo il paese delimitato da due arterie di traffico ad alta percorrenza quali l’autostrada e una statale che porta a Milano (Varesina).
“Questo perché – ha precisato – attualmente possiamo avere solo i dati relativi alla media della zona, ma non quelli locali che avevamo prima”. I monitoraggi sono condotti dalla proprietà del centro commerciale aresino e successivamente visionati da Arpa. “Ma l’operatore – ha detto Piva – non ha mai ottemperato alle richieste di Arpa sulla trasmissione immediata dei dati di rilevamento e di quella dei certificati di taratura degli strumenti di rilevamento”.
I dati sui monitoraggi, inoltre, avrebbero dovuto essere pubblicati su un sito internet con l’indicazione di specifici link. Tutto ciò non è avvenuto. “L’operatore non ha un suo sito – ha continuato la consigliera aresina del m5s – e pertanto questi dati noi li abbiamo acquisiti da un accesso atti a Regione Lombardia, dall’osservatorio ambientale. E ci sono stati trasferiti con un cloud a scadenza temporale. Quindi senza rinviarci a un link pubblico specifico”.
Piva è poi passata ad affrontare l’impatto dell’inquinamento sulla salute dei cittadini richiamandosi ai dati 2017 (gli ultimi disponibili), desunti dal portale dell’azienda territoriale sanitaria. “Abbiamo registrato un incremento nel comune di Arese di decessi per tumori del 22 per cento rispetto alla media dei tre anni precedenti. Le malattie croniche cardiovascolari registrano un aumento del cinquanta per cento. Questi dati delle malattie croniche cardio vascolari sono stati modificati dall’Ats e non abbiamo il motivo di questa modifica”.
Serafica la conclusione: “A poco serve aderire ai protocolli aria – ha detto – se poi si prevedono e si programmano attività che fondano il loro profitto sull’ingresso orario di auto e quindi aumentano il carico veicolare. A nulla serve avere delle infrastrutture e della mobilità sostenibile se poi non si tengono sotto controllo anche questi piani che si stanno moltiplicando nel nostro hinterland. È un fenomeno che va in conflitto con la direttiva aria ed è un modello di sviluppo che sta anche decadendo nel resto del mondo. Quindi vi chiediamo di intervenire e dare seguito a questa petizione”.
Ombretta T. Rinieri