Adp ex Alfa, studio della mobilità tra aree e non tra comuni
21 Dicembre 2018 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Area Metropolitana, Cronaca, Economia, ex Alfa Romeo, Infrastrutture, Locale, Nazionale, Politica, Territorio, Trasporti, Viabillità |
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Sconveniente la metropolitana aresina ma salvo il passante ferroviario Garbagnate-Lainate
ARESE – Lunedì 17 dicembre. Ore 6 del mattino. Buio pesto. Nebbia. Ghiaccio sulle strade. Meglio uscire prima di casa per non trovare la colonna. E invece un serpentone da Nord a Sud, da Est a Ovest di auto confluite da Limbiate, Senago, Cesate, Caronno, Solaro, Garbagnate, Bollate, Origgio, Uboldo, Saronno stanno già percorrendo la Sp119 direzione Milano via Varesina, autostrada A8 via Arese-Lainate, ferrovia e MM1 Rho via Varesina e via Arese viale Luraghi, ossia zona “Il Centro”.
Il cosiddetto traffico d’attraversamento cui pendolari e studenti del territorio sono costretti a immettersi da anni per raggiungere il lavoro e le scuole.
Questa è la situazione del traffico già oggi. Ma cosa succederà nel prossimo futuro quando saranno urbanizzati Arexpo, Cascina Merlata con il suo grande centro commerciale e il resto dell’area ex Alfa Romeo che con “Il Centro” è meta di migliaia di persone per lo shopping?
Intanto sui tavoli regionali dell’accordo di programma dell’ex Alfa è stato presentato uno studio sulla mobilità nell’ottica della variante urbanistica che prevede di portare dentro i suoi confini un mix di funzioni fatto di commercio, ricerca, cura della persona, intrattenimento, ricettivo, terziario, artigianato e produttivo.
Lo studio ipotizza quattro linee di trasporto pubblico locale a favore dei comuni di Arese, Lainate e Garbagnate per il collegamento tra le aree Arexpo, ex Alfa e la ferrovia Garbagnate, ma prende come area di riferimento i 41 comuni di prima e seconda cintura intorno a Milano da cui, per esempio, sono esclusi Limbiate e Senago. Per contro sono inclusi comuni come Brugherio, Cesano Boscone, Sesto San Giovanni e Rozzano i cui cittadini pare difficile pensare inchiodati in auto alle 7 del mattino lungo l’aresino viale Luraghi per raggiungere il Sempione o l’autostrada A8.
Se lo studio avesse messo al centro dell’analisi le aree dei quattro comuni oggetto di pianificazione e a raggiera i comuni confinanti da cui partono le persone per raggiungerle o attraversarle avrebbe necessariamente considerato anche i cittadini che scendono da Saronno, Uboldo, Origgio, Cesate, Caronno Pertusella, Pogliano, Nerviano eccetera restituendo una fotografia più realistica del traffico.
Lo studio calibra quattro linee di trasporto pubblico locale unicamente sui 120mila residenti di Rho, Arese, Garbagnate milanese e Lainate nei cui confini insistono le aree. Non è quindi una mobilità fra comuni. Ma una mobilità tra aree contigue limitata al bisogno di trasporto pubblico solo di una parte di cittadini e che tralascia una grande massa di popolazione.
Queste le quattro linee ipotizzate: 1) people mover tra ex Alfa e Rho Pero; 2) Ferrovia Garbagnate-Lainate e peoplemover Arese-Rho fiera con rottura di carico e navetta tra i due comuni all’altezza del parco della Rosa Camuna; 3) ferrovia Garbagnate-Lainate e peoplemover Arese con prolungamento a Lainate, senza rottura di carico, con fermata intermedia presso il parco della Rosa Camuna; 4) ferrovia Garbagnate-Lainate senza rottura di carico e linea autobus Lainate-Arese-Rho fiera con dieci fermate. Sia per la terza che per la quarta ipotesi sono inoltre previste due opzioni. La prima prevede il prolungamento del servizio S13 fino a Garbagnate. La seconda fa riferimento a un nuovo servizio R tra Lainate e Milano Bovisa sulla linea veloce. E’ quest’ultima configurazione, che prevede il prolungamento della linea ferroviaria S13 e la linea su gomma, quella che lo studio stima avere la quota di copertura maggiore rispetto ai costi di realizzazione. Perciò il peoplemover di Arese sarebbe escluso.
Su questo contesto locale, è stato presentato al Senato da Ugo Parolo (che coordinava i tavoli in Regione Lombardia dell’adp) un emendamento alla finanziaria che chiede di aggiungere dopo l’art. 68, un 68-bis (riqualificazione delle aree dismesse) così definito:
1. Al fine di favorire i processi di riqualificazione delle aree industriali dismesse, all’articolo 1, comma 266, della legge 30 dicembre 2004, n, 311, le parole: <<infrastrutture di aree industriali dismesse>> sono sostituite dalle seguenti: <<infrastrutture e sistemi di mobilità a basso impatto ambientale fra le aree industriali dismesse e l’esistente rete di trasporto pubblico.>>.
Una speranza per allungare il capolinea della metropolitana da Rho fiera all’ex Alfa, che già oggi consentirebbe di ridurre il traffico d’attraversamento potrebbe arrivare dalla bocciatura della Tav.
Il comma 58 dell’art. 15 della Finanziaria istituisce un fondo di 2.750 milioni di euro per il 2019 e 3350 ciascuno degli anni 2022 e 2023 di cui una quota viene destinata dal comma 59 alla sicurezza di sistemi di trasporto pubblico di massa su sede propria. Se la Tav salta il governo risparmierebbe 2,4 miliardi. I soldi per la metropolitana fino ad Arese potrebbero essere presi da lì. Parolo avrebbe anche già assicurato il quadro normativo. Per la gioia di centinaia di migliaia di cittadini del Nord Ovest milanese e oltre.
Ombretta T. Rinieri
pezzo pubblicato su “Il Notiziario” del 21 dicembre 2018 a pag. 74