Chi è il vero proprietario dell’area ex Alfa ?
23 Novembre 2018 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Ambiente, Area Metropolitana, Aziende, Bianca, centro commerciale Arese, Commercio, Cronaca, Economia, Eventi, ex Alfa Romeo, Imprenditoria, Inchieste, Infrastrutture, Lavoro, Locale, Politica, Sociale, Territorio, Trasporti, Viabillità |
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SERATA – Una fiduciaria proteggerebbe l’anonimato, la rivelazione all’incontro promossa da M5s, Ait e Passaparola – Piva: presenteremo una mozione che impegni la giunta a scoprirne le identità
ARESE – La consigliera architetto grillina Michaela Piva e gli avvocati Luigi Muratori e Massimiliano Seregni, rispettivamente di Arese in testa e di Passaparola, hanno rivelato mercoledì sul proscenio del teatro di “Agorà” dettagli inediti dell’atto integrativo all’accordo di programma ex Alfa Romeo che gli operatori privati, Città Metropolitana, i sindaci di Arese, Lainate, Garbagnate e Rho e i tecnici stanno discutendo da mesi sotto la regia di Regione Lombardia.
Il primo, che sarà oggetto di una prossima mozione del m5s, riguarda la reale proprietà dell’area, nascosta sotto una scatola cinese. Dalle verifiche fatte dai relatori, Aglar ne detiene la maggior proprietà, ma a sua volta è controllata per il 93% da Particom Uno e per il restante da due persone fisiche, una per il 5,88% (forse Marco Brunelli) e l’altra per lo 0,9% (forse Riccardo Conti).
A sua volta, Particom Uno è controllata al 100% da Canova. Canova per il 91% da MB Trust e per il 9% di una persona fisica. MB Trust per il 100% dalla Compagnia Fiduciaria Nazionale spa i cui azionisti sono tutelati dall’anonimato.
“E’ tutto corretto ed è tutto legale – ha sottolineato Muratori – ma dato che stiamo parlando di un investimento così grande perché non si possono conoscere le persone che stanno dietro alla fiduciaria? Anche per un conflitto d’interessi. Non lascia tranquilli i cittadini di un territorio dove c’è Libera che tutto sia scelto da una società che ha il compito di gestire le azioni”.
“Con la mozione – ha detto Piva – intendiamo impegnare la maggioranza a non approvare nulla finché non si conoscono le persone proprietarie dell’area. È nostra responsabilità amministrativa sapere a chi affidiamo la riqualificazione dell’area”.
Il sipario successivo ha visto “pesare fisicamente sui piatti di una bilancia” gli interessi contrapposti privati e pubblici dell’atto integrativo, che se approvato modificherà la vocazione produttiva dell’area in commerciale, terziaria e artigianale. Ogni richiesta dell’investitore valeva un peso che Seregni metteva nel piatto del privato: Ikea; allargamento del centro commerciale; Ski dome; nuovi centri commerciali sotto via Luraghi; strutture ricreative e ricettive; un’ellisse disegnata in cartina ma di cui non è ancora nota la destinazione.
Fra le ipotesi, un palazzetto dello sport, un forum come quello di Assago o una pista di pattinaggio. Ultimo peso, quindicimila parcheggi in più per ospitare il nuovo flusso veicolare determinato dalle nuove edificazioni che, secondo uno studio presentato a maggio di quest’anno da Tea, sarà di almeno 51mila passaggi auto tra andata e ritorno. I quali, ha calcolato Seregni, si aggiungeranno agli attuali 47mila diretti al centro commerciale. L’aumento è del 109 per cento.
“Studio del traffico – ha eccepito Seregni a proposito di trasparenza – di cui nessuno ha mai saputo nulla prima d’ora e che stima il passaggio attuale in via Nuvolari di un’auto ogni 18 secondi in direzione del Centro e in via Resegone di una ogni 31 secondi. Ma è una stima che si basa sui dati presi dall’uscita del casello dell’autostrada e poi spalmati sul territorio e che non appaiono corrispondenti al reale traffico”.
Passando all’analisi delle richieste d’interesse pubblico, niente contrappeso sulle infrastrutture. Seregni, riprendendo il protocollo d’intesa sottoscritto dai sindaci a luglio che vincola il rilascio della licenza commerciale delle nuove grandi strutture di vendita al ribaltamento del casello dell’A8 con sottopasso a Lainate e rotatoria sul Sempione e alla variante Varesina, ha ricordato che si tratta di opere in realtà già appaltate, iniziate e spesate da Autostrade per le prime e dalla Provincia per la seconda.
“I lavori di Autostrade sono in ritardo – ha detto l’avvocato di Passaparola – a causa di un ricorso della società che si era aggiudicata l’appalto e a cui avevano poi tolto il contratto. Mentre quelli per la Varesina sono legati a ritardi incomprensibili: dopo l’approvazione del progetto avvenuto in febbraio e il bando con termine 26 giugno, le buste sono state aperte solo il 16 novembre, quattro giorni fa!”. Inoltre, il progetto di un ponte su viale Luraghi modello “Ghisolfa” con gli svincoli su due livelli per collegarsi dall’autostrada alle nuove zone di Ikea e del Centro non è contemplato nel piano provinciale.
Niente contrappeso sui trasporti, perché secondo Muratori il “Peoplemover” tra Rho Fiera-Arese su filo o su rotaia che costerebbe 142 milioni avrebbe un’unica fermata a Valera, non ha finanziamenti certi ed è già stimato in perdita per 9 milioni l’anno. Scarna anche la linea bus tra Rho-Fiera e Arese Lainate, perché su dieci fermate solo due sarebbero in città, una in via Gran Paradiso e una in via Nuvolari. E di alcun interesse per Arese il prolungamento ferroviario tra Garbagnate e Lainate.
Unico piccolo contrappeso quello sull’occupazione perché, ha sottolineato Piva, ci saranno assunzioni in quanto obbligatorie per la legge regionale 1211 del 2013. Viene avanti invece la richiesta molto concreta avanzata da Rho di realizzare il tratto di tangenzialina via De Gasperi-Mazzo-Terrazzano con atterraggio sulla rotonda del cimitero cittadino di Arese perché “ben si integrerebbe con la richiamata rete di trasporto pubblico in sede protetta”.
Ombretta T. Rinieri
articolo pubblicato su “Il Notiziario” del 23 novembre 2018 a pag. 66