Chiuso l’accesso all’Albo pretorio storico
9 Novembre 2018 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Cronaca, Locale, Nazionale, Politica |
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COMUNE – Difficile equilibrio tra trasparenza e privacy. M5s in rivolta. Rischio di pesanti sanzioni
ARESE – Ad Arese è scoppiato il caso trasparenza. Dal 19 ottobre scorso, passati quindici giorni, non sono più scaricabili dalla sezione storica dell’albo pretorio online gli allegati di tutti gli atti pubblicati. Se n’è accorto il movimento 5 stelle, che dopo aver chiesto spiegazioni in comune e sentitosi rispondere che si tratta di un provvedimento a tutela della privacy delle persone, ha emesso un duro comunicato nel quale attacca l’amministrazione affermando che “non si può invocare la privacy in modo generico per nascondere atti pubblici”.
“Non è chiaro – afferma il movimento – per quale motivo si sia scelto di sacrificare la trasparenza per motivi di privacy dei pochi soggetti privati eventualmente citati nelle delibere e soprattutto non è comprensibile come a pochi mesi dal voto, si possa abbassare il livello di trasparenza anziché migliorarlo come promesso in campagna elettorale. Ricordiamo che la nuova legge sulla protezione dei dati personali (Gdpr) protegge in modo forte i dati sensibili e quelli giudiziari della persona. E’ invece doveroso che gli atti pubblici rimangano tali, eventualmente oscurando dati personali da proteggere cosa peraltro rarissima in tale tipo di documenti. Ricordiamo inoltre che il Gdpr non protegge le persone giuridiche. Troviamo eccessivo e forzato oscurare tutti gli allegati per motivi di privacy, quando i provvedimenti del comune riguardano prevalentemente persone giuridiche, quali società, associazioni, piuttosto che soggetti privati. Chiediamo all’amministrazione, per ogni atto secretato, di indicare la norma specifica per cui è stato secretato. Sarà poi nostra cura richiedere l’accesso agli atti per fare delle verifiche a campione. In caso di motivazione illegittima faremo opportuna segnalazione alle autorità di controllo”.
Il comunicato conclude chiosando il sindaco Michela Palestra quando a fine luglio in consiglio comunale ha ripreso la consigliera grillina di aver procedere a copiosi accessi agli atti: “Non ce ne voglia fin da subito l’amministrazione se per questo dovremo inoltrare copiosi accessi atti come lamentato nel consiglio comunale del 26 luglio, ma troviamo tutto quanto esposto una regressione inaccettabile”.
Dal 2009 (l 69/2009) l’albo pretorio è solo online e dal 2013 per il cosiddetto decreto sulla trasparenza (dlgs 33) vi deve essere “accessibilità totale” di chiunque e in forma gratuita alle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività delle amministrazioni pubbliche ai fini di controllarne le funzioni istituzionali e l’utilizzo delle risorse pubbliche.
Dati, informazioni e documenti, oggetto di pubblicazione obbligatoria, devono restare pubblicati per cinque anni, a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello da cui decorre l’obbligo di pubblicazione, e comunque fino a quando gli atti pubblicati producono i loro effetti, “fatti salvi i diversi termini previsti dalla normativa in materia di trattamento di dati personali”.
Lo stesso decreto obbliga inoltre gli enti pubblici ad aprire sul proprio sito la sezione “Amministrazione trasparente” dove si devono poter ritrovare i dati, le informazioni e i documenti che obbligatoriamente devono essere pubblicati.
Al decreto del 2013 è seguita nel maggio del 2014 la pubblicazione da parte del Garante della Privacy delle linee guida sul trattamento dei dati personali (n.243) contenuti in atti e documenti amministrativi pubblicati sul web per finalità pubblica che ha ridotto il tempo di pubblicazione sull’albo pretorio online di determinati atti quali per esempio le pubblicazioni matrimoniali (otto giorni) o l’elenco dei giudici popolari o il deposito delle cartelle esattoriali.
A tutela della dignità delle persone, il Garante ha espressamente vietato la pubblicazione di dati atti a identificare persone disabili, malate o colpite da provvedimenti giudiziari, nonché tutte quelle informazioni che possono ricondurre alla sfera sessuale, politica, religiosa, razziale. Se per caso questi dati vengono impropriamente diffusi la sanzione amministrativa può andare da trentamila a centottantamila euro e a livello penale con la reclusione da tre mesi a due anni (art. 170 del Codice in materia di dati personali).
Il principio della trasparenza è stato riaffermato ed esteso dal decreto legislativo 97 del 25 maggio 2016, il cosiddetto Freedom Of Information Act (Foia), come “accessibilità totale” ai dati e ai documenti gestiti dalle pubbliche amministrazioni.
Cosa è dunque accaduto ad Arese? Pare che in un corso di aggiornamento si sia appreso solo ora che in taluni atti da pubblicarsi sull’albo online o comunque nella sezione Trasparenza si debba procedere all’anonimizzazione dei dati personali. Per cui la scelta immediata è stata quella di oscurare l’archivio storico in attesa di capire come procedere.
“Operativamente le strade che potevano essere intraprese per rispondere alla prescrizione del Garante e non incorrere in sanzioni – ha spiegato il vice sindaco Luca Nuvoli citando l’articolo 8, comma 3 del dlgs 33 – era di cancellare tutte le informazioni di carattere personale (lavoro abnorme su un archivio contenente migliaia di atti amministrativi), cancellare dall’archivio tutti gli atti amministrativi (lasciando visibile il titolo e permettere così l’individuazione del contenuto), dar vita a un sistema di accessi limitati ad alcuni soggetti. La strada intrapresa è la seconda. Quindi a oggi saranno visibili gli atti, integralmente, nei 15 giorni previsti per legge nell’albo pretorio ma non saranno accessibili gli atti in archivio eccezion fatta per quelli che sono consultabili nell’amministrazione trasparente”.
La soluzione futura è in corso di valutazione. Seppure la soluzione sia già prevista dalle normative: controllo degli atti prima della pubblicazione e adozione di particolari tecnologie già disponibili di blocco di tali informazioni.
Ombretta T. Rinieri
articolo pubblicato su “Il Notiziario” del 9 novembre 2018 a pag. 65