L’ente condannato a rifondere le spese legali al presidente Pogliani e ai membri degli organi di Facs
ARESE – Nel resistere all’azione di responsabilità, il presidente e gli ex amministratori di Facs (Fondazione Arese e cultura sport) sono riusciti a dimostrare al giudice del Tribunale di Milano di aver sempre operato in subordine all’approvazione dell’amministrazione comunale, producendo a supporto della propria tesi tutta una serie di documentazione ufficiale (delibere di giunta, verbali, lettere di conferme tecnico professionali provenienti anche dai responsabili di settore del comune) che il comune non aveva prodotto al giudice e di cui invece il giudice ha tenuto conto nella sua decisione.
Entrando nel merito della sentenza, il Tribunale civile ha ritenuto l’iniziativa del comune infondata nei confronti di Calaminici, Mantia, Mele, Rocchinotti e Censi in quanto essendo stati membri del cdi (consiglio d’indirizzo) non hanno rivestito la carica di amministratori. Infondate anche le contestazioni nei confronti del presidente Pogliani e dei cdg (membri del consiglio di gestione) Colla, Ferrari, Beruschi, Vasapolli e Scortecci perché il comune nel suo atto di responsabilità nei loro confronti cita pronunce riferite alle società di persone, ai consorzi, alle associazioni, ma non alle fondazioni.
Ma il cuore della pronuncia è nel passaggio in cui il giudice sostiene che “l’individuazione di Intese come socio a progetto” Facs l’abbia “subordinata all’assenso dell’amministrazione comunale che, con delibera di giunta n.133 del 20 luglio 2010, ha preso atto delle predette determinazioni della fondazione e contestualmente ha dato mandato al presidente di procedere con urgenza alla sottoscrizione di un atto preliminare in attesa del perfezionamento degli atti necessari ad assicurare la partecipazione della società Intese all’interno di fondazione e di sollecitare, nel contempo, il partecipante alla regolarizzazione delle esposizione economiche alla fondazione a firma del responsabile del settore affari legali del comune”. E sul ruolo del comune in questa fase, il giudice rileva i passaggi di un documento della Corte dei Conti che si era già espressa sulla vicenda del centro sportivo.
Il comune è stato poi bocciato anche in tema di vigilanza sull’operato di Intese in quanto, nota il giudice, “è sempre rimasto responsabile dell’esecuzione delle opere di manutenzione straordinaria del centro sportivo in forza della convenzione con fondazione. Cui va aggiunto che i membri del cdi non erano più in carica dall’11 novembre 2010, data di approvazione del bilancio consuntivo 2009 e che comunque le dimissioni di Calaminici e Censi ne avevano comportato la decadenza.
I danneggiamenti del centro sportivo lamentati dal comune a causa di una condotta colposa o dolosa degli ex amministratori non sarebbero, per il giudice, provati. “Ma piuttosto riconducibili alla situazione venutasi a creare successivamente alla loro uscita da fondazione, e precisamente dal novembre del 2011 – epoca in cui il centro sportivo rimasto in sostanza privo di gestione dopo l’annullamento del procedimento di assegnazione a Intese o dal gennaio 2012, quando, cessati a loro volta i nuovi amministratori” Facs “è rimasta priva di organi per inoperatività del comune”, o dopo l’estate 2012, quando, “rientrato il centro nella disponibilità giuridica del comune a seguito della revoca della convenzione con la fondazione, si verificarono gli atti vandalici a causa delloo stato di abbandono”.
Il dispositivo, nel rigettare le richieste del Comune di Arese, lo condanna alle spese di lite in favore del presidente Pogliani nella misura di 16.429,50 euro per compenso oltre il 15 per cento di rimborso spese forfettarie ecc., nella misura di 36.238,40 per compenso oltre al 15 per cento per rimborsi in favore di Censi, Rocchinotti, Mele, Colla, Ferrari, Beruschi e Vasapolli, nella misura di 13.494,50 per compenso oltre al 15 per cento in favore di Mantia e nella misura di 19mila euro oltre il 15 per cento di rimborsi in favore di Scortecci e Calaminici.
Ombretta T. Rinieri
pezzo pubblicato su “Il Notiziario” del 6 luglio 2018 a pag. 66
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