Il comune perde la causa contro gli ex membri di Facs
6 Luglio 2018 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Centro sportivo Arese, Cronaca, Giudiziaria, Inchieste, Locale, Politica |
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SENTENZA- Prima grana del secondo mandato Palestra: non fu colpa loro la cattiva gestione del centro sportivo
ARESE – Colpo di scena nella vicenda giudiziaria intentata nel 2015 dal comune di Arese nei confronti degli ex amministratori di Facs (Fondazione Arese cultura e sport) per aver concorso a determinare un depauperamento del patrimonio del comune, costituito dal centro sportivo “Davide Ancilotto”, che l’ente aveva affidato a Facs in concessione. La quinta sezione civile del Tribunale di Milano ha dato torto all’amministrazione.
L’esito della sentenza è uscito il 2 luglio scorso sul filo di lana della chiusura dei lavori consiliari per bocca della consigliera di minoranza Michaela Piva, che venuta a conoscenza per vie traverse della notizia ne ha chiesto menzione al sindaco Michela Palestra. “Mi è giunta notizia – ha chiesto Piva – che è stata emessa sentenza promossa dal comune contro gli amministratori di Facs per cui vi sarebbero delle spese legali da compensare per 120mila euro. Chiedo conferma e ragguagli”.
Visibilmente colta di sorpresa, il sindaco ha dovuto ammettere la soccombenza aggiungendo però di essere venuta a sua volta a conoscenza della notizia attraverso una comunicazione informale. “Non abbiamo gli elementi – ha spiegato – su cui fare una comunicazione. Mi prendo l’impegno di restituirvi con dovizia di particolari al prossimo consiglio comunale che andremo a trattare a breve di approfondire e restituire tutte le informazioni dovute. Gli elementi informali che mi sono giunti, però, confermano che vi sarà una presa di responsabilità rispetto a una formalizzazione della decisione al giudice a sfavore del comune. Ma rimando all’acquisizione della sentenza e agli elementi chiari e quantitativi per dare le spiegazioni”.
Si torna quindi a parlare dopo tre lunghi anni di silenzio della vicenda del decadimento del centro sportivo all’epoca della gestione Intese. Era infatti il giugno 2015 quando in casa Pd si aprì un fronte caldo tra la giunta Palestra e gli esponenti storici del partito Armando Calaminici e Goffredo Scortecci chiamati in causa in un’azione legale di responsabilità insieme agli altri membri del consiglio di gestione e del consiglio d’indirizzo di Facs e del suo presidente Pierluigi Pogliani per aver affidato il centro sportivo alla società Intese.
A Pierluigi Pogliani (difeso dagli avvocati Benenti e Brancaccio), a Scortecci e Calaminici (dagli avvocati Romanenghi e Ciacia), a Nicola Mantia (dall’avvocato Scopinich) e ad Antonio Censi, Enrico Rocchinotti, Francesco Mele, Emanuele Colla, Stefano Ferrari, Enrico Beruschi e Andrea Vasapolli (difesi dall’avvocato Massimiliano Seregni), il comune chiedeva il pagamento della somma di 487.045,57 euro oltre agli interessi legali per danni al patrimonio comunale e all’immagine dell’ente locale a seguito della cattiva gestione della struttura da parte di Intese. Citando in giudizio ogni singolo amministratore, il comune di Arese (difeso dall’avvocato Roberto Ollari) altresì socio di Facs, imputava loro di non aver preso le dovute cautele nello scegliere Intese né vigilato sulla sua opera al punto tale che per rendere di nuovo agibile il centro sportivo, l’ente aveva dovuto sostenere spese e costi di manutenzione straordinaria.
Nella sua ricostruzione, il comune risaliva alla successione cronologica del luglio 2010 per cui il 5 Pogliani dava esecuzione all’avviso di manifestazione d’interesse, il 19 analizzava insieme a Censi le offerte e individuava Intese. Lo stesso giorno cdi e cdg di Facs deliberavano la sottoscrizione urgente con Intese di un atto preliminare. Il 26, sempre cdi e cdg, nominavano Intese partecipante speciale, il 29 lo immettevano nel possesso del bene e il 1° agosto glielo consegnavano.
Nell’atto di citazione, il comune ha ritenuto tutta questa procedura viziata perché trasferiva a una società privata l’intera gestione del centro sportivo, che il comune aveva conferito a Facs, imponendo a Intese un obbligo di accollo dei debiti della stessa fondazione, oltre a stabilire un programma pluriennale di interventi edilizi di manutenzione ordinaria e straordinaria sulle strutture del centro sportivo. Mentre invece l’individuazione del partner speciale sarebbe dovuta avvenire attraverso una gara di evidenza pubblica, trattandosi di una concessione di servizi. L’individuazione di Intese, risultata carente dei requisiti necessari a gestire il centro, sarebbe stata anche illegittima da una serie di punti di vista normativi e statutari. Per farla breve fondazione non doveva dare il centro sportivo a Intese. Che poi, “senza autorizzazione” e “senza contratto” introiettava tutte le quote delle attività sportive del centro.
Ombretta T. Rinieri
pezzo pubblicato su “Il Notiziario” del 6 luglio 2018 a pag. 66
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