Arese restituisce a Regione Lombardia 75mila euro ed evita di subire penali e azioni legali
1 Giugno 2018 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Commercio, Cronaca, Economia, Locale, Nazionale, Politica |
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IL CASO-1 Erano soldi avuti nel 2010 dalla giunta Fornaro per rilanciare il commercio locale
ARESE – Entro il 13 giugno il comune di Arese deve restituire a Regione Lombardia 74.475 euro. Pena avvio di riscossione coattiva con addebito di interessi e spese legali. Il 21 maggio scorso il consiglio comunale è quindi dovuto correre ai ripari e approvare la variazione di bilancio che mette al riparo Arese da ulteriori danni patrimoniali.
L’ingiunzione di pagamento è arrivata il 10 maggio, in piena campagna elettorale e alla vigilia del voto amministrativo. Una bomba, che innescata nel lontano 2009, scoppia con otto anni di ritardo e i cui effetti dirompenti in fatto di danno erariale potrebbero ripercuotersi sulle figure apicali del Suap. Più incerte invece le responsabilità politiche, considerato che nel lasso di tempo intercorso da allora a oggi alla guida di Arese si sono succeduti la giunta Fornaro, il commissario prefettizio Emilio Chiodi, la giunta Ravelli, la commissaria prefettizia Anna Pavone e, infine, la giunta Palestra.
La vicenda prende le mosse da un bando emesso il 25 novembre 2009 da Regione Lombardia per la realizzazione dei “Distretti diffusi di rilevanza intercomunale” cui il 26 gennaio 2010 la
decideva di partecipare con il progetto “Distretto del commercio”. Arese riesce ad entrare in graduatoria e nell’aprile dello stesso anno viene ammessa a un contributo di 192.510 euro a fronte di un investimento per 731.120 e il 5 ottobre incamera da parte di Finlombarda un acconto di 96.255 euro, pari al 50 per cento del contributo erogato. Il saldo sarebbe arrivato entro trenta giorni a conclusione degli investimenti.
In base ai criteri della gara, il termine per la presentazione dei progetti era fissato al 10 novembre 2011 (18 mesi di tempo), ma Arese chiese e ottenne una proroga al 10 maggio 2012. Nel frattempo, a causa dello scandalo del gas, il sindaco Gianluigi Fornaro si dimette e in sua vece si insedia prima di Natale il commissario prefettizio Emilio Chiodi che rimarrà in municipio con i poteri di giunta e consiglio comunali fino al maggio 2012, ossia fino all’insediamento del nuovo sindaco Pietro Ravelli.
Ravelli, come è noto, si dimetterà già alla fine di luglio col risultato di veder tornare in agosto sulla poltrona di primo cittadino un altro commissario prefettizio, Anna Pavone. Tutto tornerà alla “normalità” politica solo nel giugno 2013 con la vittoria alle elezioni di Michela Palestra.
In mezzo ai vari passaggi di giunte e commissariali la gestione del bando e dei denari e la brutta sensazione che qualcosa non ha funzionato a dovere. Il progetto infatti non si è concluso nei termini previsti dal bando e perciò Regione Lombardia ha rimodulato l’investimento abbassandolo da 731.120 a 408.985 euro, mentre Finlombarda il 3 aprile di quest’anno, fatte le verifiche, ha ammesso spese per 377.836 euro a fronte appunto delle 408.985 euro. Ma dei 96.256 euro dati in acconto ne ha confermati solo 21.780 euro chiedendo la restituzione immediata degli altri 74.475 euro.
“Nel 2009 – ha spiegato in consiglio comunale a maggio l’assessore al commercio Giuseppe Augurusa – Arese ha partecipato su proposta dell’allora assessore Enzo Massari al terzo bando di Regione Lombardia per i distretti del commercio ottenendo 60 punti su 100 e piazzandosi al 63esimo posto fra gli enti comunali ammessi ai contributi. Il bando prevedeva una serie di interventi relativi a cinque macro aree. Comunicazione e marketing, promozione e animazione, interventi strutturali di qualificazione urbana, accessibilità e mobilità e sicurezza. Questi cinque interventi sono stati fatti in maniera parziale. In particolare è stata portata a termine l’iniziativa di comunicazione e marketing perché l’amministrazione d’allora aveva promosso una campagna di comunicazione rivolta ai due target di riferimento, gli operatori del settore e ai consumatori, avvalendosi di uno studio di grafica di Legnano. Fra le iniziative di promozione e animazione sono stati organizzati gli eventi “Natale in piazza”, “Musica fuori di zucca” e due concerti gospel. Per gli interventi strutturali di riqualificazione urbana il bando prevedeva una quota di interventi sul patrimonio e una quota sul patrimonio fisico dei negozi. Per il pubblico si è intervenuti su piazza Dalla Chiesa, i marciapiedi di via Matteotti e di viale Resegone. Il punto vero riguarda i privati perché gli interventi di qualificazione estetica realizzati sono stati inferiori rispetto alle previsioni iniziali. Secondo la nota ricevuta da Regione, alcuni commercianti hanno rinunciato al contributo non essendo più nelle condizioni di poter sostenere l’investimento previsto, mentre altri hanno realizzato ma la documentazione presentata dagli operatori che l’attuale amministrazione comunale, cioè noi, si è trovata agli atti a dover rendicontare non è stata ritenuta sufficiente e completa tale da poter imbastire una rendicontazione. Di fatto uno dei dati mancanti è la tracciabilità, quindi i bonifici. Gli altri due temi, l’accessibilità e la mobilità prevedevano uno studio di fattibilità sui flussi veicolari per l’accessibilità del centro storico. Lo studio di fattibilità è stato realizzato nel 2013, ma essendo avvenuta in un periodo successivo a quello della validità Regione non lo ha accolto. E così via”. La variante è passata e il decreto ingiuntivo è stato evitato.
Ombretta T. Rinieri
pezzo pubblicato su “Il Notiziario” del 1° giugno 2018 a pag. 70