“Si chiedono soldi per un progetto mai fatto”
9 Febbraio 2018 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Allarmi, Ambiente, Analisi/Opinioni, Area Metropolitana, Associazioni, Aziende, centro commerciale Arese, Commercio, Cronaca, ex Alfa Romeo, Inchieste, Infrastrutture, Inquinamento, Lavoro, Locale, Nazionale, Politica, Sociale, Territorio, Trasporti, Viabillità |
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EX ALFA – Passaparola e I love Arese attaccano dopo la richiesta di 50milioni di euro: “Solo propaganda elettorale”
ARESE – Propaganda elettorale. Liquidano così i comitati cittadini Passaparola e I Love Arese la lettera inviata nei giorni scorsi al governo Gentiloni da Roberto Maroni, Giuseppe Sala e Michela Palestra con cui il governatore di Regione Lombardia e i sindaci di Milano e Arese hanno rivendicato per il territorio i 50 milioni di euro stanziati nel 2004 dal governo Berlusconi per la reindustrializzazione dell’ex Alfa Romeo.
In una nota stampa, il portavoce dei comitati Massimiliano Seregni (ex assessore leghista per il cui partito è stato anche candidato sindaco nel 2012), ricorda che gli stanziamenti previsti dalla Finanziaria 2004 erano legati a un aggiornamento dell’accordo di programma datato 26 giugno 1997. Stanziamenti che però erano da destinarsi oltre che per la reindustrializzazione di tutta l’ex Alfa, estesa tra Arese, Rho, Garbagnate milanese e Lainate, anche per le aree industriali di Caserta e Brindisi. “Per tali interventi – precisa Seregni – nel 2004 veniva concesso un contributo straordinario pari a 32 milioni di Euro per il 2005, 52 milioni per il 2006 e 72 milioni per il 2007”.
Sul nostro territorio, l’erogazione dei fondi coordinata da Sviluppo Italia prima e da Invitalia poi, era esplicitamente collegata al progetto del polo delle auto elettriche, mai portato a termine e conclusosi con il palliativo di alcuni capannoni industriali rimasti sfitti per anni e dove oggi l’assessore alle attività produttive Giuseppe Augurusa ha pensato di insediare l’incubatore d’imprese nel tentativo di salvaguardare un minimo di industriale e terziario avanzato.
Nella sua nota Seregni rivela che nel 2010 Invitalia precisava in una lettera come l’approvazione dell’adp con la variante urbanistica da industriale a commerciale fosse un primo passaggio per poter “rimodulare” l’impiego delle risorse che dovevano essere usate per la reindustrializzazione. “In quella frase generica – asserisce il portavoce dei comitati – si lasciava intendere che con quei soldi si sarebbe analizzata la possibilità di realizzare una “metro filo tranvia” del quale non vi era alcun progetto e alcuna certezza. Non è quindi vero che quei fondi fossero stati destinati a un collegamento tra l’area ex Alfa e Rho Fiera. Otto anni or sono il fondo originariamente assegnato presentava un residuo di 53,3 milioni di euro. Al fine di avviare l’eventuale iter, Invitalia avrebbe dovuto individuare gli interventi da sottoporre all’approvazione del ministero dello sviluppo economico”.
Lo stesso anno il consiglio comunale di Rho bocciò l’adp del centro commerciale e si chiamò fuori dall’accordo (Garbagnate ne era già uscita nel 2009), che finì per passare solo nei consigli di Arese e Lainate.
“Ma vi è di più – insiste Seregni – nel 2013 il commissario Anna Pavone rispondeva ad un intervento di Luigi Muratori affermando testualmente: <La mancata ratifica del citato accordo di programma (bocciato da Rho) ha fatto venire meno la possibilità di procedere agli adempimenti previsti dalla L.311/2004 (la finanziaria del 2004) ovvero di procedere nella definizione di una concreta proposta progettuale da sottoporre al Ministero dello Sviluppo Economico…Alla data di definizione del nuovo adp (2010, ndr), pertanto, le risorse previste dalla legge 311/2004 non erano più disponibili da parte del ministero dello sviluppo per l’area di Arese>. A questo punto, se quei fondi risalenti all’anno 2004 non erano più disponibili nel 2013 come possono essere disponibili a pochi mesi dalle elezioni del 2018? Attendiamo fiduciosi la risposta del ministero per scoprire se era il commissario Pavone a mentire o se invece il tutto accade oggi”.
Sul pericolo di avere infrastrutture inidonee a sopportare i nuovi carichi di traffico derivanti dalla realizzazione di Ikea, Palasci e ampliamento dell’attuale centro commerciale i comitati Passaparola e I Love Arese attribuiscono da tempo ogni responsabilità al sindaco di Arese. “Il 17 aprile 2014 – dicono – è stata il sindaco Palestra a dare l’ok all’ingresso di Garbagnate Milanese e ad avviare di fatto l’atto integrativo dell’adp, conseguenza diretta dell’accettazione delle richieste dell’attuale sindaco Pd di Milano, Giuseppe Sala, commissario di Expo nel 2015, di poter realizzare il parcheggio da 10mila posti auto su Garbagnate e Arese. Garbagnate ha così ottenuto la sua tangenziale che dal Bricoman conduce alla rotonda della piste Prove Alfa Romeo, pagata direttamente dall’operatore privato, ma che ufficialmente non è stata ancora contabilizzata all’interno degli interventi compensativi previsti nell’attuale adp”.
I comitati sono contrari all’ampliamento commerciale dell’ex Alfa Romeo:”Il flusso del traffico in Arese è aumentato e ancora manca all’appello la realizzazione della tangenziale di Mazzo e Terrazzano, che porterà il traffico intercettato da Viale de Gasperi a Rho direttamente sulla rotonda del Cimitero di Via Gran Paradiso in Arese. Inoltre, la Variante Varesina (Tangenziale di Ospiate approvata e finanziata a suo tempo dalla Provincia di Milano) terminerà, come intervento, alla rotonda d’ingresso in Via Resegone. Sarà utile per Bollate (e per le auto dirette verso Milano), non per Arese. E adesso anche il piano Sud offre un nuovo fluido corridoio che si troverà proprio a ridosso della connessione con una nuova rotatoria della variante Varesina”.
Preoccupati per l’aumento del pm10, Passaparola e I Love Arese hanno annunciato che pubblicizzeranno con forza la petizione n.0600/2017 presentata dal m5s al Parlamento europeo in cui si denuncia il “disastroso impatto ambientale che il progetto causerà” cui si unisce “la mancanza di seri progetti viabilistici volti a decongestione la già critica situazione del traffico che si viene a creare nei giorni festivi o nei week end e il peggioramento dei piccoli negozi di Arese, Garbagnate, Lainate e Rho che hanno visto diminuire sensibilmente il loro giro d’affari da dopo l’apertura del centro commerciale”.
Secondo i comitati ad aggravare la situazione si aggiungerebbe l’aumento dell’e-commerce con il rischio di ritrovarsi tra qualche anno sull’area ex Alfa “cattedrali nel deserto”. L’auspicio è che l’area resti produttiva “come qualche decennio fa in cui un’eccellenza italiana come l’Alfa Romeo dava lavoro a migliaia di persone. Lavoro vero e non quello precario che viene proposto in questi megastore”.
Ombretta T. Rinieri
pezzo completo dell’articolo pubblicato su Il Notiziario del 9 febbraio 2018 a pag. 66