Crisi migratoria. Piano d’azione Ue per sostenere l’Italia
4 Luglio 2017 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Cronaca, Estera, Nazionale, Politica, Sociale |
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STRASBURGO – Di fronte ai continui sbarchi in Italia la Commissione europea ha approntato un piano per non lasciare sola Roma a fronteggiare la crisi migratoria. Fra le misure da sottoporre all’approvazione del Consiglio europeo l’aumento di finanziamenti alla Libia di ulteriori 46 milioni di euro, la creazione in quel paese di un centro operativo di coordinamento e soccorso marittimo e un ulteriore stanziamento immediato all’Italia di 35 milioni di euro.
In termini di personale, l’Easo (ufficio europeo di sostegno per l’asilo) è pronto ad aumentare il numero delle unità mobili per la trattazione delle domande d’asilo, mentre sono pronti a intervenire su richiesta dell’Italia i 500 esperti di rimpatrio della Guardia di frontiera e costiera europea.
Inoltre: esame congiunto Italia-Agenzia europea della Guardia di frontiera e costiera per quanto concerne l’operazione congiunta Triton; avviare e finanziare un nuovo sistema di reinsediamento, in particolare da Libia, Egitto, Niger, Etiopia e Sudan di concerto con l’Unhcr e con decorrenza immediata; collaborare con la Libia per rafforzare i controlli sulla frontiera meridionale, in cooperazione con i paesi del G5 Sahel e gli stati membri e con il sostegno finanziario della Ue; stipulare accordi di riammissione (o accordi informali equivalenti) con i paesi di origine e di transito, con il sostegno degli Stati membri; intensificare la cooperazione con Niger e Mali per prevenire gli spostamenti verso la Libia; lavorare con lo Iom (organizzazione Internazionale per le migrazioni) per accelerare i rimpatri volontari assistiti dalla Libia e dal Niger verso i paesi di origine, anche mediante un aumento dei finanziamenti; garantire di concerto con gli Stati membri la piena attuazione del quadro di partenariato, anche estendendolo ad altri paesi rispetto ai cinque prioritari, esercitando pressioni sia positive che negative; in aggiunta ai 200 milioni di euro già stanziati nel 2017 per la “finestra” per l’Africa settentrionale (“North Africa window”) del Fondo fiduciario Ue-Africa, garantire finanziamenti equivalenti per il 2018 e gli anni successivi con contributi del bilancio Ue e degli stati membri (cfr. tabella).
Compiti dell’Italia
Migliorare la cooperazione tra il centro di coordinamento dei soccorsi in mare (Mrcc) italiano e quelli dei paesi vicini che ne sono dotati o mettere a punto altri tipi di cooperazione operativa, per assicurare un intervento tempestivo ed efficace. Redigere, in consultazione con la Commissione e sulla base di un dialogo con le ong, un codice di condotta per le ong che effettuano attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. Rispettare gli impegni assunti in materia di ricollocamento registrando urgentemente tutti gli eritrei presenti in Italia centralizzando e standardizzando la procedura di ricollocamento. Consentire il ricollocamento dei minori non accompagnati. Essere maggiormente flessibilità nei controlli di sicurezza organizzati a livello bilaterale con altri stati membri. Attuare rapidamente la legge Minniti. Creare capacità supplementari nei centri di crisi. Aumentare la capacità di accoglienza e con urgenza quella di trattenimento, portandola ad almeno 3mila posti. Aumentare il periodo massimo di trattenimento in linea con il diritto della Ue. Accelerare l’esame delle domande di asilo in fase di ricorso.
L’Italia deve inoltre accelerare i rimpatri avvalendosi di procedure rapide e dei motivi di inammissibilità. Elaborare un elenco nazionale di paesi di origine sicuri dando priorità ai paesi di origine da cui più frequentemente arrivano i migranti in Italia. Le conclusioni del Consiglio che individuano i paesi di origine sicuri potrebbero avere una ricaduta positiva su scala europea.
Adottare restrizioni relative alla residenza e alla libera circolazione ed evitare di fornire documenti di viaggio ai richiedenti asilo per impedire i movimenti secondari, tranne, se necessario, nel caso di “gravi ragioni umanitarie”.
Emettere decisioni di rimpatrio di pari passo con quelle sull’asilo. Esaminare le domande mentre i richiedenti si trovano in centri chiusi, per evitare che i migranti possano fuggire, e facilitare il rimpatrio di quanti abbiano presentato domande inammissibili o palesemente infondate.
Ove appropriato, fare un più ampio ricorso all’inammissibilità, in particolare per dichiarare inammissibili le domande in base ai concetti di “primo paese di asilo” e “paese terzo sicuro“, nonché alle procedure accelerate in particolare nei casi in cui il richiedente provenga da un “paese di origine sicuro” o abbia indotto in errore le autorità.
Accelerare la creazione di un Mrcc pienamente operativo in Libia attuando rapidamente lo studio di fattibilità della guardia costiera italiana, attualmente in corso, relativo alla capacità delle attività di ricerca e sviluppo libiche. Ciò consentirebbe poi alla Libia di assumersi la responsabilità dell’organizzazione e del coordinamento di un numero sensibilmente più elevato di operazioni di ricerca e salvataggio rispetto ad oggi.
Legge Minniti
La recente legge Minniti intende rendere più efficace il sistema italiano di asilo e rimpatrio, individuando rapidamente le persone bisognose di protezione e contemporaneamente di rimpatriare i migranti economici, che rappresentano la grande maggioranza dei migranti in arrivo e presenti in Italia.
A tal fine gli attuali 1600 posti nei punti di crisi fissi dovrebbero essere almeno raddoppiati. Ciò per poter identificare, registrare e rilevare le impronte digitali del cento per cento dei migranti. Ciò consentirebbe di effettuare lo sbarco, lo screening iniziale e l’orientamento alla procedura di richiesta di asilo o di rimpatrio principalmente nei punti di crisi (esame dei candidati e orientamento).
Presso ogni punto di crisi devono essere presenti: un numero sufficiente di terminali Eurodac, il sistema d’informazione visti e il sistema centrale automatico per il riconoscimento delle impronte digitali.
Deve essere inoltre prorogata, in linea con la raccomandazione della Commissione sull’attuazione della direttiva rimpatri, l’attuale durata massima del trattenimento facendo pieno uso del periodo consentito dalla legislazione dell’Unione europea.
A livello di autorità giudiziarie auspicata l’accelerazione in primo grado e in fase di ricorso dell’esame delle domande.
Compiti della Ue e degli stati membri
La Ue e gli stati membri intensificheranno l’impegno nei confronti di Niger e Mali per prevenire i movimenti verso la Libia. E’ auspicata una maggiore collaborazione con la Libia per ripristinare e intensificare i controlli alle sue frontiere esterne, soprattutto meridionali, per contenere ulteriori flussi verso il paese provenienti da Mali, Burkina Faso e Niger. Allo scopo è prevista la costituzione di una “forza congiunta” con i paesi del G5 Sahel cui la Ue ha deciso di contribuire stanziando 50 milioni di euro.
Gli stati membri devono: contribuire in modo più sostanziale al Fondo fiduciario UE-Africa per integrare il contributo di 2,6 miliardi di euro del bilancio limitato della Ue, in linea con gli impegni da loro assunti nel novembre 2015 (cfr. tabella); accelerare il ricollocamento dall’Italia, reagendo in modo più rapido alle richieste italiane, aumentando la consistenza e la regolarità degli impegni; contribuire, di concerto con la Commissione e il servizio per l’azione esterna, al dialogo con la Tunisia, l’Egitto e l’Algeria e incoraggiare tali paesi ad associarsi alla rete Seahorse per il Mediterraneo e invitare la Tunisia e la Libia a dichiarare le rispettive aree di ricerca e salvataggio e a istituire un centro ufficiale di coordinamento e soccorso marittimo; accelerare, di concerto con il Parlamento europeo, le discussioni sulla riforma del sistema di Dublino per la distribuzione delle domande di asilo all’interno della Ue, al fine di disporre di un quadro più stabile per affrontare tali problemi in futuro; mobilitare le loro capacità, in sinergia con quelle della guardia costiera e di frontiera europea, per contribuire al rimpatrio dei migranti irregolari dall’Italia.
Collaborazioni estere
I partner dell’Africa settentrionale, in particolare la Tunisia, l’Egitto e la Libia, dovrebbero essere incoraggiati a notificare formalmente le proprie aree di attività di ricerca e salvataggio e a creare Mrcc.
Tunisia, Egitto e Algeria dovrebbero essere incoraggiati ad associarsi alla rete Seahorse per il Mediterraneo.
Libia – 46 milioni dalla Ue
L’Italia ha già compiuto passi significativi per favorire la cooperazione con la Libia nella gestione della migrazione e per migliorare l’attuazione in Italia della politica migratoria della Ue. Nel quadro della Legge Minniti deve essere intensificata la formazione della guardia costiera libica e devono essere stabilite con le autorità libiche le priorità relative ad attrezzature e manutenzione.
Entro la fine di luglio il comitato del Fondo fiduciario dell’Ue dovrebbe adottare il progetto sulla gestione delle frontiere marittime e terrestri in Libia, elaborato dall’Italia insieme alla Commissione, con una dotazione di 46 milioni di euro.
Rimpatrio migranti irregolari
Al fine di realizzare concreti progressi in tal senso, Ue e Italia hanno individuato specifici compiti.
La Ue dovrebbe pensare a mettere in atto accordi di riammissione e disposizioni pratiche con i paesi terzi, senza ulteriori indugi e utilizzando tutti i possibili mezzi di pressione e incentivi. Mobilitare la Guardia di frontiera e costiera europea al fine di sostenere il rimpatrio dei migranti irregolari, in particolare tramite l’invio di squadre europee d’intervento per il rimpatrio, operando sia sui voli charter che su quelli commerciali.
Dal canto suo l’Italia dovrebbe applicare procedure di rimpatrio accelerate; rilasciare i documenti di rimpatrio ai richiedenti asilo respinti; In collaborazione con l’Oim aumentare il rimpatrio volontario assistito e la reintegrazione.
Ricollocamenti
Gli stati Ue devono aumentare le ricollocazioni dall’Italia, dimostrando maggiore flessibilità nell’accettare i ricollocamenti proposti dall’Italia rispondendo più rapidamente alle richieste italiane, mentre l’Italia dovrebbe registrare con urgenza tutti gli eritrei presenti nel Paese, centralizzare la procedura di ricollocazione presso appositi centri e ricorrere a procedure standardizzate per la ricollocamento dei minori non accompagnati.
In materia di controlli di sicurezza supplementare, l’Italia dovrebbe essere più flessibile nel concludere accordi bilaterali con alcuni stati membri e dovrebbe facilitare l’attuazione della campagna dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (Easo) che si propone di identificare e registrare a fini di ricollocazione tutti i potenziali richiedenti arrivati nel 2016 e 2017 e che si trovano ancora in Italia.
Riformare Dublino per gestire meglio la crisi migratoria
Secondo la Commissione europea è fondamentale che il Parlamento europeo e il Consiglio compiano urgentemente progressi sul piano dei negoziati relativi alla proposta di riforma del sistema di Dublino nel quadro di un approccio globale e solidale con l’Italia e gli altri stati membri sotto pressione, chiarendo nel contempo le responsabilità.
O.T.R.
Note
L’Unione europea ha gradualmente messo a punto una risposta strategica per salvare vite umane e gestire meglio i flussi migratori nel Mediterraneo centrale (vedi qui). Nonostante ciò i flussi migratori, composti soprattutto da migranti economici, non si fermano. E con essi la perdita di vite umane nel Mediterraneo centrale.
Nel Consiglio europeo del 22-23 giugno 2017 i leader si sono impegnati a intervenire ora con risolutezza “intensificando il coordinamento e l’attuazione di tutti gli elementi contenuti nella dichiarazione di Malta, nel quadro di partenariato e nel piano d’azione comune di La Valletta, sostenuti da sufficienti risorse finanziarie.”
Per ulteriori informazioni
Pian d’azione della Commissione
Scheda informativa: contributi dell’UE e degli Stati membri al Fondo fiduciario UE-Africa
qui la versione integrale del piano di azione della Commissione.