Ospedale, i parcheggi non bastano: i problemi ci sono non solo per i disabili
14 Aprile 2017 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Cittadini, Cronaca, Inchieste, Infrastrutture, Sanitaria, Sociale |
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GARBAGNATE – All'ospedale Salvini non è facile parcheggiare per i disabili, e non solo per loro. Se poi si decide di recarsi nel parcheggio sotterraneo, è anche peggio.
A raccontarcelo Primo Pittarello di Limbiate, settant’anni, che per le sue disabilità da circa un anno e mezzo si deve recare spesso al Salvini. “Trovare un buco dove mettere la macchina – ci ha detto mentre veniva aiutato dalla moglie nel trasbordo dall’auto alla carrozzina – è sempre un po’ un problema. Nel parcheggio sotterraneo ci sono andato una volta sola, ma la curva ad andar giù è troppo stretta e uno come noi fa fatica. E’ finita che ho ammaccato la macchina, così non ci sono più sceso per paura di rovinarla di nuovo”.
Quando non trova un posto per invalidi il signor Primo si risolve a posteggiare in uno di quelli a “norma”, che però sono stretti. “Lo spazio è poco. Devo lasciare la macchina a metà. Scendere e lasciare che mia moglie completi la manovra, che praticamente avviene in strada. Lo stesso quando andiamo via. Questi sono i problemi”.
Parcheggio a parte, il Salvini resta l’ospedale cui non rinuncerebbe mai. Lo scopriamo facendogli la fatidica domanda: Come va dal punto di vista medico?. “Dal punto di vista medico – ci ha risposto con un largo sorriso – mi trovo da Dio. Ormai nei reparti, soprattutto in quello di urologia, ci siamo conosciuti e siamo diventati amici. Anzi, quando ho difficoltà, subito, appena mi vedono,mi chiamano. Hanno un atteggiamento umano che non è affatto scontato”.
Tornando alle difficoltà, complicate le prenotazioni. “Vai a prenotarti come invalido, lettera F, e non esce mai – ci ha raccontato la moglie – ci sarebbe la priorità, ma ho provato ad aspettare il mio turno anche mezz’ora. In realtà la priorità non c’é. <Signora – mi hanno detto – è il computer>. Mah”.
Qualche spiegazione sul fatto che il secondo parcheggio esterno vicino alla rampa del pronto soccorso non sia più liberamente accessibile ai disabili l’abbiamo avuta in Salvini: “Sono stati costretti a chiudere con le sbarre – ci hanno risposto – perché posteggiavano tutti male. Gli autobus arrivavano e non potevano più entrare né uscire. Per far scendere i passeggeri, gli autisti dovevano fermarsi a metà strada. Era pericoloso. Ora fermano in sicurezza. E lì, tranne carabinieri, guardia penitenziaria e qualche urgenza, non può più stazionare nessuno. Comunque il parcheggio esterno è stato ampliato e c’è sempre quello del vecchio ospedale. Certo, capiamo che per un disabile sia lontano”.
Oggettivamente è lontano anche per i normodotati. Infatti è vuoto. E’ pure oggettiva la difficoltà a scendere nel parcheggio sotterraneo. “E’ vero – ammettono in Salvini – la rampa è stretta per tutti. Succede anche ai dipendenti che hanno i posti dedicati ai piani -2 e -3 di avere difficoltà. Bisogna scendere piano piano altrimenti si rischia di strisciare la macchina contro il muro”.
E, per tutti, i posti auto non bastano. La gente è infatti obbligata a posteggiare anche in divieto di sosta lungo la provinciale. Disabili compresi. Evidentemente l’utenza è in aumento. Ciò sarebbe un segnale positivo se tale aumento fosse determinato da un generale apprezzamento per la sanità offerta dal Salvini. Correrebbe in questo caso l’obbligo di appuntare una medaglia di benemerito al personale medico e paramedico che ha fidelizzato in poco tempo i pazienti.
Se invece l’utenza fosse aumentata a ragione della chiusura di altri ospedali, vedi Bollate, allora si sarebbe davanti a una mancata pianificazione. In entrambi i casi, però, un rimedio urge.
Ombretta T. Rinieri
(Il Notiziario, 14 aprile 2017 – pag. 70)