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“Alla Gallazzi il 2013, 2014 e 2015 sono bisestili”

La denuncia di Rosanna Barberini: “Retta incrementata nel 2012 perché bisestile, poi l’aumento non è stato più tolto”.  Poi, nel 2016, un altro aumento perché è bisestile, che si somma all’altro, dunque l’anno dovrebbe avere 367 giorni

gallazzi-vismara2ARESE – Ragioniera, ex segretaria del presidente di una multinazionale  per il quale svolgeva le analisi di bilancio, Rosanna Barberini  è afferrata in materia contabile. Quando ad aprile le è arrivata una lettera firmata da Luigi Leone, direttore della Gallazzi Vismara, che annunciava un conguaglio sulla retta di maggio perché “erroneamente” non era stato conteggiato il giorno in più dell’anno bisestile (29 febbraio), non si è ritrovata nei conteggi e ne ha contestato prima l’addebito insieme ad altri parenti e poi, accorgendosi di altri errori, ha finito per rivolgersi a due studi legali, di cui uno è quello di  Altroconsumo. Perché quello che a prima vista potrebbe sembrare un banale errore contabile, in realtà nasconderebbe secondo i calcoli di Barberini un aumento occulto delle rette.

Ripartendo dall’inizio, nella sua lettera, il direttore Leone oltre ad annunciare il conguaglio, per chiarezza espositiva  richiama gli importi delle rette applicate in Gallazzi Vismara fino ad aprile,  prima dell’aumento che poi c’è stato a maggio, ossia:  1931,46 per gli aresini (59,50 euro al giorno) e  2.049,78 per i parenti degli aresini (67,39 euro al giorno).  A leggerla così, sembrerebbe che la retta sia calcolata ogni mese moltiplicando il costo giornaliero per i giorni di quel mese, 30 o 31; 28 in caso di febbraio per cui legittima parrebbe la richiesta di conguaglio.

Tale conteggio  – spiega invece Rosanna Barberini – sarebbe anche quello giusto da applicare, ma purtroppo non è così, perché in Gallazzi Vismara la retta è uguale per tutti i mesi dell’anno con la scusante, asseriscono nella lettera di risposta alle nostre contestazioni, che il calcolo è così semplificato per facilitare il pagamento della retta mensile a coloro che usufruiscono del bonifico bancario continuativo.  Si evita in tal modo di dover di mese in mese comunicare alla banca  la variazione dei giorni”.  E qui si pone in essere la prima ingiustizia, perché per facilitare l’amministrazione, succede che alcuni pagano di più e altri di meno a seconda dei mesi che entrano ed escono.  “Se un anziano muore a febbraio che ha 28 giorni – precisa –  perché il parente deve pagare una retta di 30 giorni? Se un anziano entra a maggio che ha 31 giorni, perché il tal l’altro ne  può versare meno?  Ma soprattutto, se la retta è calcolata su una media mensile, per cui tutti i mesi sono uguali,  il 29 febbraio non è dovuto. Della discrepanza devono essersene accorti anche loro, perché hanno incamerato il giorno bisestile di chi ha pagato e a noi non hanno chiesto più nulla. E la cosa è finita lì”.

Lucia Pozza con suor Paola

Lucia Pozza con suor Paola

Ma per Rosanna non finisce lì. Il 15 giugno sua mamma Lucia muore e lei riceve una nota di accredito per il 30% della retta anziché del 50% come previsto dal suo contratto sottoscritto al momento dell’ingresso nel 2011. E quindi si ritrova nuovamente a tirare le somme.   In un foglio Excel incasella, anno per anno, dal 2011 al 2016, le rette giornaliere e annuali degli aresini e dei parenti degli aresini, gli aumenti Istat e quelli decisi dal cda.

E’ così che mi accorgo  – rivela – che nel 2012 le rette crebbero oltre che per effetto dell’Istat anche per effetto del computo in più del giorno bisestile, ma spalmato su tutti i dodici mesi dell’anno. E ciò senza che nessuno ci abbia mai dichiarato che nella retta veniva aggiunto il giorno bisestile: 55,62 euro per gli aresini  e 61,40 euro per i parenti degli aresini.  Ma quei 4,64 euro in più al mese per gli aresini e quei 5,12 euro in più per i parenti degli aresini del giorno bisestile spalmato sono stati mantenuti anche negli anni 2013, 2014, 2015 e 2016. Sono una media di 60 euro pro capite che moltiplicate per i 98 anziani, sono quasi 6mila euro all’anno che in  quattro anni sono diventati oltre 23mila euro!”.

Rifatti i conti, Rosanna Barberini ha scritto alla direzione della Gallazzi Vismara mettendo nero su bianco quanto scoperto: “Nel 2012 il 29/2 è stato conteggiato contemporaneamente all’aumento Istat del 2,7% ma non dichiarato, mentre la retta mensile veniva incrementata di 5,12 euro (pari a 1/12 di 61,40 euro del costo giornaliero). Ammesso e non concesso che ciò fosse corretto secondo la vostra modalità di calcolo delle rette, dovreste allora spiegare come mai le rette mensili per il 2013 non sono state calcolate come dichiarato (euro die x365/366), ma hanno inglobato il giorno in più dell’anno precedente mia madre Pozza ha pagato una retta mensile basata su 366 giorni per gli anni 2012, 2013, 2014, 2015 e 2016, quest’ultimo addirittura di 367 giorni”.

Se l’analisi di Rosanna troverà conferma anche nei controlli dei terzi istituzionali, si tratterebbe certamente di un credito importante per gli anziani ricoverati, anche se a vantarlo potranno essere solo coloro che erano in struttura prima del 2012, in quanto gli anziani entrati successivamente hanno sottoscritto l’importo della retta in vigore, indipendentemente dalla sua composizione.  E, considerando la media di ricambio di venti anziani all’anno, il numero dei creditori probabilmente è ridotto a poca cosa. Rimarrebbe invece il credito per tutti coloro che hanno versato il giorno bisestile quest’anno.

Ombretta T. Rinieri

“Il Notiziario” 14 ottobre 2016 – pag. 7314