La maledizione del gas: Arese esce dal Cev in cui si era rifugiato dopo Smg
30 Settembre 2016 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Bianca, Cronaca, Giudiziaria, Locale, Politica |
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Per lasciarsi alle spalle il vecchio scandalo, aveva aderito al Cev ma anche questo è stato travolto da uno scandalo
ARESE – Arese è uscita dal Cev, il Consorzio di Energia Veneta coinvolto nel gennaio scorso in uno scandalo legato a turbativa d’asta nelle gare d’appalto per la fornitura di energia elettrica e di gas agli enti pubblici, che portò cinque persone agli arresti domiciliari e due all’obbligo di dimora.
Il Cev agisce sul mercato energetico in qualità di soggetto aggregatore di oltre mille comuni medio piccoli svolgendo per conto loro il ruolo di centrale d’acquisto provvedendo a bandire le gare. Nel 2014 la giunta Palestra, considerando un atto improprio continuare a fornirsi direttamente da Smg (Gesem) per il gas delle strutture pubbliche (municipio, scuole eccetera), affidò al Cev la quota di 800mila euro di fornitura in virtù del fatto che se ne serviva già dal 2006 per l’energia elettrica grazie alla partecipazione che aveva nel consorzio dello 0,009 (vedi Notiziario 27 dicembre 2014).
Sembrava il Cev avere caratteristiche di trasparenza di tutto rispetto, senonché a seguito di un’indagine della Guardia di Finanza di Verona, nell’ottobre 2015 l’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) ne sospendeva l’iscrizione nell’elenco dei soggetti aggregatori per la sussistenza di “relazioni soggettive tra gli organi amministrativi del Cev e quelli di società private” di cui lo stesso Cev deteneva partecipazioni. A gennaio 2016 partono gli arresti e a febbraio l’Anac trasforma la sospensione in “annullamento”.
In pratica fino al 1° giugno 2015, il Cev non aveva alcun dipendente e la sua sede a Verona era la stessa in corso Porta Nuova 127 della Egs (E-Globalservice spa) e della Gp (Global Power spa) di cui deteneva rispettivamente il 10% e il 12% del capitale sociale. Stessi anche i numeri di telefono e di fax. Al momento dell’arrivo nella sede della Cev delle Fiamme gialle, le dieci persone presenti erano tutte dipendenti della Egs, che in forza di un contratto svolgevano per conto del Cev tutti i servizi amministrativi, contabili e fiscali, fra cui l’acquisto e la vendita di energia elettrica e di gas oltre alla promozione, elaborazione e supporto finanziario di progetti di opere da realizzare per conto proprio o commissionate dai soci del Cev. Gp ed Egs risultavano vincitrici di gare d’appalto del Cev.
Arese, che voleva lasciarsi alle spalle lo scandalo Smg del gas, per paradosso ne è incappata in un altro, peggiore del primo. Nell’accertamento di Anac, a febbraio l’Egs possedeva l’80% di Global Power e di Global Power Service, mentre la stessa Egs era posseduta al 54% dalla società Vittoria.
Presidente del gruppo Vittoria, di Egs e Gp Gaetano Zoccatelli di Villafanca Veneto altresì direttore del Cev. Così il Cev bandiva le gare che poi venivano assegnate a Egs e Gp. La regolarità dei bandi era alterata attraverso l’introduzione di “requisiti tecnici tali da elidere la concorrenza” o aprendo prima le buste. Una truffa milionaria.
Insieme a Zoccatelli furono a vennero arrestati Luciano Zerbaro (ex sindaco di Thiene, ex assessore provinciale, vicepresidente del Cev e sindaco di Egs), Marco Libanora (commercialista), gli avvocati Francesco Monici e Alessio Righetti (rispettivamente responsabile unico dei procedimenti e membro delle commissioni). In obbligo di dimora Flavio Pertoldi (consigliere di Cev e commissario delle gare d’appalto) Luca Riboli (dipendente Gp). Iscritti nel registro indagati pure Gianfranco Fornasiero (presidente Cev), Pierangelo Mori Bontempini, Mara Deidonè e Diego Bottacin.
A luglio Zocatelli e Riboli hanno patteggiato la pena. Per gli altri imputati il pm Gennaro Ottaviano ne ha chiesto il rinvio a giudizio.
Ora Arese ha aderito al Consip seppure il Cev si sia dichiarato parte lesa e abbia convocato A Roma per oggi 30 settembre l’assemblea dei soci, abbia dismesso, come dichiarato nella sua newsletter di luglio/agosto ogni partecipazione in società private, e si sia dotato di una sede e di una struttura proprie assumendo personale e consulenti di fiducia. Ma quanti comuni saranno rimasti soci?
Ombretta T. Rinieri
(Il Notiziario – 30 settembre 2016 – pag. 74)