“Scuola di Delizia”, non più solo una mostra d’arte
13 Maggio 2016 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Arte, Cronaca, Cultura, Edilizia, Eventi, Impegno civile, Scuola, Spazio giovani |
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ARESE – Un tocco d’eleganza per la terza edizione di “Scuola di Delizia”, che quest’anno ha allestito la mostra dei gioielli realizzati dai ragazzi del liceo artistico Fontana nelle sale di Villa Valera. Un catalogo ad hoc ne ha presentato l’intera collezione. Modelle d’eccezione: la preside Tiziana Monti, la vice preside Pina Bonfiglio e le studentesse Adele Saita, Valeria Maestroni, Giulia Miceli, Francesca Bettinardi, Sarah Catalano, Chiara Balzan, Elena Gollin. I fotografi, diretti da Consalvo de Costa, gli studenti Mattia Brilli, Giulia Miceli, Federica Nascetti, Sarah Catalano, Chiara Seveso, Alice Semenza, Martina Trotta, Luca Calanca, Chiara Balzan e Imelda Popaj.
Sabato 7 e domenica 8 maggio gli studenti hanno animato il borgo con le proprie opere e trasformato la sede del liceo in un grande laboratorio aperto al pubblico. Se il cambio di passo momentaneo rispetto a Villa Arconati è stato dettato dalla necessità di raccogliere fondi da destinare alla scuola e da una “svolta filosofica”, la villa gentilizia della famiglia Ricotti ha contribuito a mantenere alto il livello dell’ambientazione dell’evento.
“Abbiamo unito due filosofie – ci ha spiegato Domenico Bulfaro artista e docente della sezione multimediale – perché oltre al problema dei costi vi è un altro messaggio: quello che la scuola uno se la deve sentire sua. E quindi è chiaro che se sei tu che per primo dipingi la scuola (come è avvenuto, ndr) poi non la sporchi. Lì c’è un lavoro che sei in grado di riconoscere. Lo hai fatto tu per primo. E se non lo hai fatto tu per primo, comunque lo hanno fatto i tuoi compagni di classe. E’ un cammino di responsabilizzazione. Era il momento per questa scuola di fare un salto estetico. Volevamo che il cuore, il nido della delizia fosse la nostra scuola”.
E il cuore lo è diventato per davvero, perché la festa di quest’anno è stata un’occasione per avviare pure una raccolta firme da presentare in comune per una nuova sede. Ma nell’attesa, infinita, i ragazzi devono fare i conti con l’esistente. “Dobbiamo smettere di pensare – ha considerato Bulfaro – che questo sia un luogo di transizione, perché è qui che i nostri studenti vivono ogni giorno sei ore. Pur non venendo cambiata né restaurata, questa scuola è e resta un liceo artistico, ossia un presidio alla creatività. Ha una sua sacralità, perché qui deve vivere la bellezza intesa come modalità di accoglienza dei nostri ragazzi. Abbiamo intenzione di lavorare affinché l’interno diventi comunicativo in termini di bellezza”.
“E’ emersa l’urgenza di sistemare un po’ la scuola – ha insistito Ivano Ceriani, regista e docente del multimediale – per cui oltre alla tinteggiatura dei corridoi, vorremmo rivedere anche i murales che sono all’esterno. Sostanzialmente il degrado estetico della nostra scuola necessitava di concentrarci su di essa”.
“Scuola di Delizia” ha assunto quest’anno non solo il senso di una grande mostra delle opere dell’ingegno artistico degli studenti del Fontana, ma pure del loro impegno civico. “Ci avevano promesso una scuola nuova, una nuova sede, ma non è mai stata fatta – ha ragionato lo scultore e docente Marco Cornini – e noi siamo qui in uno spazio sottodimensionato. Abbiamo solo due laboratori di plastica e scultura dove girano 160 ragazzi per aula. Non abbiamo lo spazio per lavorare”. Quest’anno il liceo ha cinquecento iscritti, ma potrebbero essere di più se la scuola potesse accogliere tutte le richieste d’iscrizione. “Quest’anno abbiamo due prime classi spostate al liceo scientifico “Russell” di Garbagnate Milanese – hanno insistito insieme Ceriani e Cornini – ora come ora siamo costretti a dire di no ed è un peccato per i ragazzi”.
Dall’ingresso del Fontana spariranno i murales che danno l’idea di un muro metropolitano qualsiasi anziché quella di una scuola artistica. E per rendere meglio il concetto di una scuola che sboccia su un territorio, nel giardino interno è stato deciso di coltivare un orto, perché “Scuola di Delizia” non sarà più una villa, ma una scuola che genera.
Ombretta T. Rinieri
(Il Notiziario 13 maggio 2016 – pag. 73)