40simo dei padri Betharramiti a Castellazzo: Adottati dai padri Betharramiti
21 Aprile 2016 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Bianca, Cronaca, Cultura, Cultura Locale, Eventi, Letteratura, Religione, Sociale |
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CASTELLAZZO DI BOLLATE – Cosa si viene a cercare a Castellazzo? E’ la domanda che Salvatore Biondo ha rivolto all’artista e laica Betharramita Laura Cortese, che pur non essendo residente nel borgo, è fra i più assidui frequentatori della parrocchia San Guglielmo. “Me la sono posto anch’io questa domanda – ha considerato nel ringraziare la Comunità religiosa per la loro presenza nella vita di molte persone – e al momento la risposta mi sembrava facile, perché parlava il cuore. Dover dare una spiegazione con le parole non è poi così semplice, perché è nato tutto da una serie di cose, di eventi e di conoscenze; per questo mi sento di parlare a nome di tutti coloro che in un modo o nell’altro sono stati adottati dai padri. Qui abbiamo trovato l’accoglienza fraterna e paterna, abbiamo trovato chi con pazienza, perseveranza e coraggio ci accompagna dentro i sacri testi della Bibbia, dove ci viene fatto conoscere come tutto è in cammino, dove l’attualità della parola è per tutti i tempi. Abbiamo trovato sulle tracce del fondatore San Michele l’amore per Gesù incarnato, la sua spiritualità che non solo ci ha nutriti, ma ci ha avvicinati e resi fratelli fra noi. Con i padri abbiamo collaborato, discusso, pregato, pianto tante volte e loro ci hanno sempre saputo accogliere, consigliare e consolare paternamente con le parole giuste, ma soprattutto dimostrandoci empatia come solo si può trovare in una vera famiglia”.
A lei si è riallacciato padre Ennio: “In modo diverso, pare Egidio e io, proponiamo dei percorsi senza imporre. L’adorazione, la messa, l’incontro con la parola di Dio, l’ascolto. Non diamo delle imposizioni, ma dei cammini, sia individuali per chi va da uno oppure in modo collettivo quando ci sono le riunioni. Noi accettiamo i lontani e i vicini, sia nel senso geografico che in quello spirituale. Cioè accettiamo i vicini della parrocchia, accettiamo quelli lontani, ma accettiamo anche quelli che sono spiritualmente lontani, cioè coloro che vogliono trovare non una legge, ma una parola. La nostra presenza è proprio questa: essere una comunità che accoglie. I vicini e i lontani vengono per maturare la loro fede, per scoprire che il loro cammino può continuare”.
O.T.R.