Tumori, baratto e ‘question time’: il Consiglio discute (e boccia) le mozioni della minoranza
6 Novembre 2015 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Allarmi, Cancerogeni, Cronaca, Giudiziaria, Inquinamento, Locale, Politica, Sanitaria |
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Ad Arese non si potranno pagare le tasse lavorando per il Comune
ARESE – Tre mozioni, una dietro l’altra, hanno impegnato a lungo senza costrutto il consiglio comunale del 28 ottobre scorso. Due delle tre sono state presentate dal consigliere Luigi Muratori di “Arese in Testa”, che ha chiesto all’assemblea cittadina un’indagine epidemiologica sui morti di tumore in città (coinvolgendo gli enti preposti e i comuni limitrofi) e di avviare anche ad Arese, come già fatto dalla giunta Pisapia a Milano, il baratto amministrativo con cui cittadini in difficoltà di svolgono lavori di utilità pubblica in cambio del versamento di imposte e tasse quali Tari, Tasi, Imu, rette di asili nido e affini. La terza mozione del giovanissimo neo consigliere del m5s Loris Balsamo intendeva introdurre il question time, uno spazio aperto alle domande dei cittadini all’interno dei consigli comunali, che per regolamento non possono mai intervenire durante.
A pochi giorni dalla ripresa del processo contro Paolo Cantarella, amministratore delegato di Fiat Auto tra il 1991 e il 1996 e di altri sei ex manager accusati di omicidio colposo plurimo per la morte di quindici operai a causa della presenza di amianto nello stabilimento Alfa Romeo (il comune di Arese è parte civile), il 18 settembre 2015 si è spento per mesotelioma Alfonso Rossi, 71 anni, ex operaio del Biscione. E’ partito dai fatti di cronaca Luigi Muratori per sottolineare come da un’analisi dei dati contenuti nel registro tumori dell’Asl Milano 1 risulti che un terzo dei decessi aresini sia causato dai tumori. “Sarebbe importante – voleva capire il consigliere – come sono localizzati, quali diagnosticati e quali, dato che oltre all’amianto altri fattori di rischio sono rappresentati dal Pm10 e dalla linea ad alta tensione che passa sopra i tetti delle case degli aresini”.
Diverse le motivazioni con le quali la mozione è stata bocciata dalla maggioranza. “I lavori d’indagine – ha detto Ilia Pergoli (Forum per la città) – sono ampiamente fatti dall’ospedale e dall’Asl e i vari dati sono già a disposizione divisi fra aree geografiche e per patologie. Con la mozione di Muratori andremmo a pagare dei consulenti esterni per produrre indagini già fatte dall’asl”. “Si è allungata la vita media e dopo le malattie cardiache, quelle tumorali sono la seconda causa di morte – ha considerato Paola Pandolfi (Pd) – e Arese non si discosta da questa media. Noi possiamo intervenire nella fase decisionale. Per esempio in fase di pgt è stata negato l’ampliamento di un’industria con il rischio rilevante sul nostro perché avrebbe potuto significare un maggior rischio di incidenti”. “A inizio 2015 mi è stato confermato dal direttore dell’Asl – ha reso noto il sindaco Michela Palestra – che in caso di elementi anomali, l’Asl si muove in maniera autonoma”. “Vi invito – ha risposto loro Muratori – a non far confusione tra registro tumori e indagine epidemiologica, da fare in concerto con l’As, e che tende a individuare le cause ed eventualmente a rimuoverle”. Ma a favore della mozione è rimasta solo la minoranza (Arese in Testa, Arese al Centro, m5s e Lega Nord).
Con il baratto amministrativo, Muratori suggeriva di valorizzare i principi della Banca del Tempo, già attiva sul territorio, declinandoli ai lavori socialmente utili per quelle persone in difficoltà a sostenere gli oneri di imposte e tasse.
“Si tratta di un concetto pre moderno, di sapore feudale – ha detto Tito Bellunato (Forum) avere uno sconto sui tributi contro prestazione lavorativa, che invece dovrebbe essere retribuito”. La mozione era invece di difficile applicazione per la consigliera Chiara Varri (Pd), secondo cui una volta che il debito viene messo a bilancio è difficile riposizionarlo in un altro modo o eliminarlo. Sulla stessa linea Antonio Castelli (Arese Rinasce) per il quale il quadro normativo nazionale in materia è poco chiaro. Inapplicabile anche per l’assessore al bilancio Eleonora Gonnella: “I fondi che l’amministrazione può destinare sono limitati perché bisogna fare riferimento al 50% a quanto speso dal personale assunto a tempo determinato nel 2009, quindi a 4500 euro annui e non vi è la possibilità, con la normativa vigente, di aumentare questo budget”. “Le persone devono essere inadempienti per materia – ha precisato l’assessore Roberta Tellini – per esempio se uno non ha pagato la tassa della spazzatura non può andare a dipingere i muri pubblici, ma va svuotare i cestini della spazzatura”.
“La politica attiva del lavoro – è intervenuto l’assessore Giuseppe Augurusa (altresì sindacalista) di fatto stabilisce un rapporto stretto tra la prestazione e la remunerazione. Questa amministrazione ha fatto altre scelte come il “Job Act”, dove il percorso tra prestazione e remunerazione è un percorso accertato”. L’apertura del sindaco Michela Palestra di spostare la discussione nell’ambito della commissione Affari istituzionali dove sviscerare le varie criticità è stata respinta da Giuseppe Bettinardi (Arese al centro) per il quale la maggioranza non ha capito lo spirito della mozione che andava incontro in un momento di crisi alle esigenze dei cittadini.
Per la maggioranza era da trattare in commissione affari istituzionali anche il question time (Pergoli), la cui introduzione però svaluterebbe le istituzioni presenti (Edoardo Buroni, Pd), perché “sono i consiglieri comunali gli unici a essere legittimati a rappresentare i cittadini e non altri”. Il rischio sarebbe di dare un megafono (Umberto Piovesan, Pd) per dire quello che non va bene in quel momento e avere l’ultima parola”. Sulla proposta di Balsamo discordanza pure fra l’opposizione: “Per far partecipar i cittadini al consiglio comunale – ha detto Carlo Giudici (Arese al centro) esiste già lo strumento del consiglio comunale aperto”.
Ombretta T. Rinieri
(Il Notiziario – 6 novembre 2015 – pag.72)