Arriva sul web l’attività del Cospes di Arese
16 Ottobre 2015 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Bianca, Cronaca, Religione, Sanitaria, Scuola, Sociale |
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ARESE – Il Centro di orientamento psicopedagogico del Centro Salesiano diretto dagli anni 70 da don Lorenzo Ferraroli ha un nuovo sito dalla grafica elegante e accattivante realizzato da Manuela Viel Consalti, che consente il contatto diretto con l’equipe.
Coadiuvato dagli psicologi e psicoterapeuti Simone Zagheni, Sergio Curti, Marina Duga e Maria Graziella Brioschi, don Renzo lo ha presentato venerdì 9 ottobre 2015 alla sala “Peppino Lodigiani” insieme con l’attività del centro. Solo l’anno scorso il Cospes ha prestato consulenza per un totale di 6757 colloqui, una media di venti colloqui al giorno, se si tolgono i mesi di pausa estiva. Novantacinque sono stati i percorsi privati, 700 i ragazzi incontrati in diciotto scuole tra ottobre e dicembre, 374 i ragazzi monitorati nei percorsi degli apprendimenti oltre agli interventi fatti negli oratori, con le associazioni ed enti vari. Ben 35 serate tenute da Chiasso a Firenze, da Molfetta alla Sardegna.
L’obiettivo del Cospes non è solo quello di accompagnare i ragazzi e le famiglie nei momenti di passaggio tra la fine di un ciclo scolastico e l’inizio dell’altro, ma anche quello di seguirne le varie fasi di crescita.
“I tre attori – ha detto Zagheni – sono il ragazzo, il genitore e la scuola e in questa triangolazione si inserisce un po’ il nostro contributo. Attraverso i test, i colloqui e i questionari noi cerchiamo di cogliere di far emergere le risorse dei ragazzi, i loro interessi, quelli che sono gli aspetti della personalità nel momento evolutivo che stanno vivendo e che sono funzionali al percorso di scelta per arrivare al consiglio di orientamento”.
Dal giugno 2004 il Cospes è ente certificato per la qualità dell’orientamento. I progetti nelle scuole vanno dalla conoscenza di sé, all’educazione alla affettività e sessualità, agli interventi legati alle dinamiche di gruppo che vengono fatte sia per la scuola primaria, che per quella secondaria di primo e di secondo grado. Vi sono poi gli sportelli d’ascolto per ragazzi, insegnanti e genitori, i progetti di consulenza e formazione agli insegnanti ed è iniziato un progetto per il doposcuola.
Il centro interviene anche nella diagnosi sulla dislessia preoccupandosi di recuperare nei ragazzi l’autostima messa a dura prova da anni di incomprensione e conflitti a scuola e in famiglia. Nel 2006 ha iniziato i primi trattamenti di logopedia, nel 2012 si è costituita l’equipe in cui è stata accolta anche la figura del neuropsichiatra infantile e dal 2013 è accreditato presso la Regione Lombardia per la prima certificazione.
Il gruppo degli apprendimenti oggi accoglie una realtà molto variegata di professioni quali sei psicologi, con formazioni diverse ma tutti preparati sui problemi di apprendimento, una logopedista, due neuropsichiatre, una riabilitatrice del gesto grafico e una docente specializzata con il compito di collante tra parte clinica e scuola.
Per il Cospes, il dislessico è una persona con una fatica per cui esiste una cura particolare che passa per fra l’altro attraverso la formazione degli insegnanti. Due i momenti con loro: una frontale, tesa a far comprendere i diversi aspetti, soprattutto dal punto di vista emotivo; l’altro più esplicito in cui si parla delle situazioni reali. Con il ragazzo si lavora sul linguaggio, la disortografia, la comprensione del testo. Il metodo di studio e l’autonomia in sé sono solo strumenti, che non aiutano realmente se il ragazzo non è accompagnato a viverli come una risorsa cui attingere in maniera normale. Per l’area calcolo e numero viene applicato il metodo feuerstein che amplifica le possibilità in ambito cognitivo e attentivo. Segue la rieducazione grafica motoria e l’area dell’attenzione e della memoria di lavoro, dove il Cospes sta sperimentando per individuare degli interventi mirati. “Tre anni fa – ha spiegato Sergio Curti – è nata l’area screening in cui nell’ottica salesiana si tenta la prevenzione dei disturbi con un’attività di osservazione. Abbiamo iniziato prima con la scuola primaria, poi con i bambini più piccoli e ora in quella secondaria di primo grado, ossia la vecchia scuola media”. E sulle ripercussioni dei dsa in ambito emotivo il Cospes ha portato avanti due ricerche che ha già presentato al convegno nazionale sull’orientamento tenutosi a inizio ottobre a Padova.
“Attraverso la consulenza – ha spiegato Marina Duga – possiamo trattare problemi personali sintomatici e non, familiari, evolutivi, pedagogici, professionali che rientrano però in realtà nelle difficoltà della vita che la persona può trovarsi ad affrontare. Sia che sia un single, una coppia, una famiglia. E aiutiamo a elaborare delle strategie”. Curativo l’intervento di Maria Graziella Brioschi, che riprendendo la simbologia dell’albero della vita con cui don Renzo aveva aperto la serata, ha paragonato la persona a un albero con al suo interno il seme della vita cui attingere per riattivare le forze migliori dell’inconscio.
Ombretta T. Rinieri
(articolo completo del pezzo pubblicato il 16 ottobre 2015 su “Il Notiziario” a pagi.73)