Via Caduti/2, Commercio, in centro si vivono tempi difficili
18 Settembre 2015 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Bianca, centro commerciale Arese, Commercio, Cronaca, Inchieste, Locale, Politica |
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Ancora nessuna certezza sui soldi del centro commerciale, intanto le difficoltà aumentano
ARESE – L’Arese Shopping Center è ancora un cantiere, ma già sta portando i suoi vantaggi e svantaggi. Le pompe di carburante aperte sul viale Luraghi prospicienti la costruzione sono comode, offrono prezzi concorrenziali e stanno cambiando le abitudini degli automobilisti della zona, disposti a mettersi in coda pur di farvi rifornimento. Niente fila nei distributori di Garbagnate, Senago, Arese, Limbiate, Bollate, mentre a Rho al momento si salva la pompa bianca di Mazzo.
Cresce nei comuni il pathos dei negozianti per l’arrivo del grande centro commerciale e si cominciano a contare le saracinesche abbassate. Solo ad Arese, nel centro storico di via Caduti, ultimamente hanno lasciato l’erboristeria e le pompe funebri le cui vetrine vuote vanno ora ad aggiungersi a quelle dell’antiquario (ed ex assessore) Livio Braga e degli ex uffici Gesem. L’iniziale cronoprogramma dell’amministrazione comunale per elargire gli incentivi al commercio avuti dalla Tea è di fatto slittato e ora coloro che sono rimasti, prima di fare progetti, aspettano di capire se i soldi promessi per le aree e per i singoli saranno accessibili o meno in tempi brevi.
I costi da sostenere per un’attività sono sempre molti. “Io dovrei rifare l’arredo interno. L’anno scorso abbiamo rifatto il tetto, perché ci pioveva dentro. Prima ancora avevamo tinteggiato i locali e sistemato l’ingresso per agevolare le persone, perché c’era un gradino troppo alto”, racconta Loretta Picchi dell’Ottica Monteceneri di via Caduti, il negozio che dalla zona Ghisolfa Milano si è spostato ad Arese nel 1982 portandosi dietro molti clienti di viale Espinasse e Mac Mahon.
Molti erano dipendenti dell’Alfa Romeo. E’ stata testimone del cambiamento di Arese da paese rurale a cittadina dell’hinterland milanese. Ora, insieme alla mamma e al marito fotografo Lanticini resiste a un secondo cambiamento. Ha resistito alla crisi economica e alla chiusura del centro storico, che le ha portato via un 20-30 per cento di clienti. “Erano quelli di passaggio – afferma – per fortuna devo ringraziare i miei clienti affezionati. Però la chiusura incide. Oltretutto è stata chiusa per due periodi. Durante la giunta Perferi hanno fatto il selciato. Poi dopo poco hanno di nuovo richiuso perché si alzavano le mattonelle. Infine è arrivata la chiusura della piazza dalla Chiesa. La gente si è abituata a non passare più di qui”.
La famiglia è proprietaria dei muri e non ha dipendenti: “Altrimenti non avremmo potuto andare avanti”. Loretta si associa ad altri commercianti del centro storico nel chiedere quale primo intervento la riapertura del passaggio in via Caduti. Non ci pensa ad andare a lavorare al centro commerciale. Le ragioni sono anche qui le stesse: i costi e gli orari.
Ombretta T. Rinieri
(Il Notiziario – 18 settembre 2015 – pag. 80)