Grufa, un “cuore d’oro” di ceramisti
13 Settembre 2015 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Arte, Bianca, Buone notizie, Cronaca, Cultura, Eventi, Lavoro, Musica, Sociale, Volontariato |
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In mostra a Villa Arconati durante l'”Italian Jazz Fest” le opere dei ceramisti della cooperativa sociale Grufa, fra i promotori della manifestazione. Profilo di una realtà che da oltre trentacinque anni opera al servizio delle persone più fragili
BOLLATE – La Cooperativa di ceramisti Grufa è una realtà sociale di Bollate, che porta avanti dal 1979 un progetto lavorativo e di socializzazione per persone fragili. “Sono ragazzi con disabilità fisiche e psichiche non gravi che provengono un po’ da tutto il territorio del bollatese, del garbagnatese e del padernese – spiega Norma Orini, figlia di Ambrogio ed Erminia Mangili, insieme ad altre famiglie fra i fondatori della onlus – che noi aiutiamo grazie a una convenzione con il consorzio intercomunale Nil (nucleo integrazione lavorativa) . I tirocini, calibrati secondo la tipologia di disabilità, durano un anno e possono essere rinnovati alla scadenza. Fra i nostri ceramisti, abbiamo artigiani che possono reggere un ritmo lavorativo di quattro ore e artigiani per i quali bisogna invece pensare a una frequenza a giorni alterni durante la settimana”.
L’insegnamento impartito interessa tutte le varie fasi della lavorazione del materiale, dalla manipolazione della creta fino alla decorazione del prodotto finito. Si spazia dall’oggettistica sacra a quella per la casa fino a vere e proprie realizzazione artistiche di rilievo, perché alla Grufa si impara veramente quest’arte. “In origine – racconta Norma – siamo partiti con l’oggettistica religiosa, perché il promotore dell’iniziativa fu tanti anni fa don Amilcare Manara, all’epoca coadiutore alla chiesa di San Martino dell’allora parroco don Giuseppe Sala (divenuto in seguito monsignore, ndr), che riunì gruppi di famiglie con la passione per la ceramica”.
Grufa sta infatti per “gruppo famiglia”. “L’idea di tanti genitori – continua Norma con il racconto – è stata quella di pensare di occupare il tempo dei ragazzi orientandoli sulla lavorazione della ceramica. Ancora non c’erano le problematiche delle convenzioni per il loro inserimento. Erano tutti genitori che avevano un altro lavoro e che per aiutare i disabili occupavano un ritaglio di tempo. All’inizio si poteva fare, perché erano lavoretti semplici, per lo più di manipolazione. Con l’andare del tempo è subentrata la passione e quello che all’inizio era poco più di un “hobby” è diventata una professione. Spinti dalle richieste dei negozi di ampliare l’offerta sul vaso piuttosto che sul piatto decorato si è allargata la produzione e si è puntato di più sulla qualità. Noi comunque non abbiamo lasciato il nostro campo originario e tutt’ora continuiamo a rifornire le librerie San Paolo e un altro grossista di Bergamo”.
Il mercato si allarga, le richieste aumentano, mentre però diminuiscono i contributi pubblici per i disabili. Cinque famiglie fanno il salto nel buio e decidono di fondare una cooperativa onlus per continuare l’opera. Nel frattempo Norma, che da quando aveva quattro anni respirava l’ambiente, cresce e studia all’Istituto Beato Angelico arredo sacro e si completa all’Accademia di Brera. Entra nella Grufa come socia dipendente e porta nuova linfa finendo per dirigerne l’attività. Oggi la cooperativa ha una produzione di ceramiche di tutto rispetto, continua nell’opera d’aiuto dei ragazzi ed è scelta per i propri lavori da artisti importanti come Sergio Colleoni.
Fino all’anno scorso la sede storica della cooperativa era in affitto nella vecchia “Curt de Muruni” di via Magenta 14. Ma con la crisi, la spesa era diventata eccessiva oltre al fatto che il luogo era povero di spazi rispetto alle necessità della Grufa. “Alla fine ci è venuto incontro il comune di Bollate – dice Norma – che ci ha messo a disposizione il secondo piano di una palazzina in via Ospitaletto 5 a Cascina del Sole, dove si trova anche il centro di aggregazione giovanile “Tappeto volante”. Tutti mi dicono: “Non hai un negozio. Non hai una vetrina”, ma a noi non interessa. Primo perché noi lavoriamo su commissione e secondo perché a noi interessa lavorare la ceramica e di farlo con i ragazzi”.
Nella nuova sede molto più spaziosa e luminosa (160 metri quadrati contro i vecchi 95), la Grufa ha avviato una sperimentazione di arteterapia per i bambini in età scolare. “Cose che non saremmo mai riusciti a fare – specifica Norma – nel vecchio laboratorio”.
Quindici i disabili inseriti nella Grufa. Vanno da un’età di vent’anni fino a un tirocinio socializzante di un uomo di 53 anni, lasciato a casa dopo ventitré anni di lavoro da una società bollatese in fase di ristrutturazione. I soci fondatori erano una quindicina, ma a trentacinque anni di distanza qualcuno ha lasciato e oggi se ne contano dieci. Ma attivi nella produzione vera e propria sono Norma e suo padre Ambrogio. Norma, tra l’altro, è molto attiva nel sociale anche al di là del laboratorio interno. Da anni si reca nella casa di riposo di Bollate dove insegna agli anziani a manipolare la creta e gli oggetti realizzati vengono venduti nei mercati di Natale all’interno della rsa. Lavora con i bambini delle scuole materne e dei campi estivi e prima ancora, per anni, ha insegnato ceramica ai detenuti del carcere milanese di San Vittore.