I Giornata europea degli avvocati/ Stefano Rodotà
10 Dicembre 2014 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Bianca, Cittadini, Cronaca, Informazione, Sociale, Tecnologia |
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Guido Alpa, presidente Cnf: “Il 10 dicembre 1948 fu siglata la Dichiarazione Universale dell’uomo. Coincide con la prima giornata europea dell’avvocatura, che in sede comunitaria la Ccbe la rappresentanza europea degli avvocati, ha voluto dedicare alla tutela dei dati personali, privacy, e in particolare a questa situazione della sorveglianza di massa per tentare di attirare l’attenzione dei cittadini, degli avvocati, delle istituzioni su questo problema. Sono in corso l’approvazione di due regolamenti. Uno riguarda l’aggiornamento della direttiva del 1995 sulla protezione dei dati personali. L’altra riguarda l’acquisizione e la circolazione dei dati per l’esercizio di attività di polizia, di controllo della sicurezza. Questi due testi hanno sollevato molte osservazioni, critiche e polemiche, perché alcuni li ritengono un po’ superati e necessari di adeguamento. Altri ritengono che non sia facile bilanciare i due interessi fondamentali. Cioè il diritto fondamentale alla dignità e tutela della vita privata e alla rappresentazione di sé nel mondo virtuale con la tutela dei dati della persona. E dall’altro la sicurezza, soprattutto in questo momento, in cui il riciclaggio e i crimini che inquinano la sicurezza di interi popoli in diverse aree del mondo, richiedono di acquisire attraverso le tecnologie, comprese quelle informatiche, tutte le informazioni utili per poter combattere la criminalità.
Enrico Costa, vice ministro della giustizia. “Il lavoro svolto nel semestre di presidenza italiano del Consiglio europeo è un lavoro importante. La riforma di scambio dei dati personali in materia penale va avanti da tre anni. I nostri partner internazionali devono offrire ai nostri cittadini un grado elevato di protezione dei loro dati”.
Carlo Vermiglio, presidente Cnf: “Il tema di oggi è delicato e vuole richiamare l’attenzione dei cittadini europei sul ruolo di mediazione che ha svolto l’avvocatura europea i n tutti i paesi per la tutela dei diritti della persona. Il segreto professionale è una trincea da cui noi non arretreremo. E’ quello su cui si basa il rapporto fiduciario tra avvocato e cliente. Quando i diritti sono violati, la fiducia dei cittadini nell’amministrazione, nella giustizia e nello stato di diritto si annulla, si erode. In quanto avvocati, il nostro ruolo nella società è di garantire e difendere lo stato di diritto per quanti dovranno essere giudicati. La segretezza tra avvocato e cliente deve essere tutelato come principio insopprimibile”.
Stefano Rodotà: “La Rete non è libera. E’ controllata dagli stati totalitari, soprattutto la Cina, e dagli over de top, ossia i grandi soggetti economici. Chi costruisce l’identità delle persone? Ormai è sempre più sottratta ai soggetti. Ormai tu sei quello che pubblichi. I cosiddetti profili hanno una incidenza diretta sulla vita quotidiana delle persone. Ci sono forme di profilazione che incidono sull’eguaglianza delle persone. Da qui la necessità di avere regole, che siano né nella direzione totalitaria o nella direzione privattistica”. L’elaborazione di una magna carta.
Aldo Bulgarelli, presidenti Ccbe: “In Europa la Carta di Nizza, avanza e completa ulteriormente la Dichiarazione universale dei diritti umani. I diritti umani sono un divenire continuo. Questo diritto alla propria persona si evolve in continuazione e comprende oggi la terza personalità. compete agli avvocati difendere questi diritti di fronte ai poteri. la Ccbe se ne occupa per statuto e per la difesa, la promozione, e la protezione dei diritti umani e dello stato di diritto. Il ruolo dell’avvocato è quindi centrale”.
Antonello Soro, garante nazionale promozione dei dati: “La sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, richiamata da Stefano Rodotà, ha esteso la perquisizione dei cellulari le tradizionali garanzie previste per le misure limitative delle libertà personali. Indica un grande salto di consapevolezza e dentro questa sentenza vi sono affermazioni importanti. La privacy ha un costo, che rappresenta il valore della democrazia, racchiuso in quel quarto emendamento, che tutela l’intangibilità della sfera individuale e quindi la libertà del singolo dal potere. Nella sentenza vi è una riflessione sul rapporto tecnologia, libertà e diritto. Il cellulare mappa interessi, preoccupazioni e spostamenti minuto per minuto. Pertanto a queste sfere di vita privata vanno estese le garanzie costituzionali a tutela della libertà”.
Giovanni Buttarelli, garante Ue protezione dati personali: “La riforma europea deve essere vista in chiave di pacchetto e non solo della bozza di regolamento da applicare al settore privato e alle pubbliche amministrative. L’elemento importantissimo è nella connessa proposta di direttiva che si applicherà a tutte le attività di polizia e nel settore giudiziario anche a livello nazionale quindi andando oltre i limiti attuali, che prevedono una disciplina europea solo per le attività che comportano un flusso transfrontaliero dei dati. L’Italia ha già una disciplina applicabile in materia di polizie e giustizia. Anzi è uno di pochi paesi che applica la protezione dei dati anche in materia di intelligence. Bisogna notare una discrasia ed ecco perché noi avremmo preferito un unico testo normativo. ci sono delle aree che sfuggono