…Un’informazione libera è il presupposto della conoscenza e della formazione di un’opinione …
5 Dicembre 2014 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Cronaca, Cultura, Eventi, Impegno civile, Informazione, Nazionale, Politica |
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ROMA – In Italia dall’inizio del 2014 l’associazione “Ossigeno per l’informazione” ha documentato minacce a 366 giornalisti: ad ogni minaccia corrisponde una storia di professionalità e di coraggio. Vale la pena scorrere quel lungo elenco perché, oltre ai nomi citati e ad altri ben conosciuti dal grande pubblico, si incontrano decine di giornalisti locali che con fermezza si oppongono ai piccoli e grandi criminali del loro territorio, ricevendo in cambio pallottole per posta, vetri delle finestre di casa frantumati, lettere minatorie, copertoni tagliati, automobili date alle fiamme, insulti, pestaggi e così via.
Tutto questo ha a che fare con il tipo di società e di democrazia nella quale viviamo e non vorremmo più vivere in futuro. Intimidire un giornalista è un vulnus per la libertà d’informazione e per il diritto dei cittadini di essere informati. A questo va aggiunto il tema dell’utilizzo a scopo intimidatorio delle querele, della salvaguardia dei cronisti a rischio, soprattutto quelli con meno garanzie e che scrivono per piccoli giornali locali o su internet. Non va trascurata infine la necessità della trasparenza sull’assetto proprietario delle testate, perché spesso i criminali l’informazione provano anche a corromperla o comprarla.
Un’informazione libera è il presupposto della conoscenza e della formazione di un’opinione e, dunque, una condizione essenziale per vivere in democrazia. Nutre il dibattito e la formulazione delle idee, è l’anima del vivere civile. Solo un cittadino informato può compiere scelte consapevoli, esercitare i propri diritti e partecipare al processo decisionale. Scriveva nel 1981 sul Giornale del Sud Giuseppe Fava: “Un giornalismo fatto di verità impone ai politici il buon governo. Un giornalista incapace della verità si porta sulla coscienza tutti i dolori, le sopraffazioni, le corruzioni, le violenze che non è stato in grado di combattere”.
Il volto violento e brutale della criminalità organizzata, il più visibile e impressionante perché offende il nostro rispetto per la vita umana, non è il più grave pericolo. E’ il volto oscuro delle mafie a doverci spaventare, quello che scava dentro la società, dentro le istituzioni, dentro l’economia; che controlla territori, che inquina le anime e impedisce lo sviluppo e la democrazia.
Noi abbiamo imparato nella nostra lunga e dolorosa esperienza che per proteggere la società occorre porre attenzione alla struttura dei soggetti criminali e alla loro capacità di radicarsi, espandersi e sopravvivere nel tempo; e alle relazioni che intrattengono con il potere sociale, economico, politico e istituzionale. Per questa ragione per lottare contro le mafie e le organizzazioni criminali non basta un approccio di tipo militare, di controllo del territorio, che spesso ha incrementato la spirale della violenza. Servono sistemi investigativi e giudiziari indipendenti ed efficienti in grado di disarticolare le organizzazioni criminali, svelando le complicità istituzionali e privandole dei capitali illeciti, attraverso la confisca.
Ed è prioritario intervenire sui territori più deboli sostenendo progetti economici, sociali e di istruzione indirizzati ai più giovani soprattutto per sottrarre la popolazione dal bisogno e per sconfiggere la sottocultura del successo e del guadagno facile, della sopraffazione e della violenza. La criminalità pretende il silenzio e cerca di fermare i giornalisti scomodi. Anche la cattiva politica, a volte.
Dobbiamo invece stringerci tutti attorno a queste persone, far sentire loro e a chiunque si impegni per la verità e la giustizia – come ai magistrati, alle forze dell’ordine, alla parte sana della società civile che si espone, con coraggio e determinazione, contro la criminalità – la nostra solidarietà, la nostra vicinanza, il nostro affetto, la nostra riconoscenza.
Pietro Grasso
Abstract dell’intervento tenuto dal presidente del Senato Pietro Grasso al primo Forum internazionale dell’informazione
svoltosi a Roma all’Auditorium Parco della Musica. Testo integrale