Il tuo stile di vita è sano? Scoprilo con ‘Mind Trick’
6 Ottobre 2014 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Cronaca, Eventi, Sanitaria, Sociale, Spazio giovani |
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BARANZATE – Bere alcolici sul marciapiede fuori dai locali è ‘in’. Uno, due, tre bicchieri e poi il conto non si tiene più. Il risultato è finire al pronto soccorso ubriachi persi. In rete e in tv è un tam tam: la ‘ganjah’ non fa male, anzi rilassa così nella rete della dipendenza cadono sempre più ragazzi. Il lavoro non c’è più, la pensione non ancora, in casa il frigorifero è vuoto. Giù nella via c’è una slot. Quattro spiccioli sono in banca, se la fortuna aiuta forse…forse…ma se ne vanno anche quelli. Un dramma nel dramma.
Lo specchio rimanda la realtà di un corpo normale che non sta nella maglietta ‘taglia cinese’. Che fare? Un pasto in meno. No, meglio due. Meglio tre. Meglio il nulla. Ora quel corpo normale è uno scheletro nello specchio impietoso. Lui non c’è più e il vuoto è una voragine che blocca lo stomaco. Urge aprire la dispensa e giù tutto ciò che si trova fino a scoppiare di…bulimia. Che stress, ci sono i compiti da fare. Mamma sto mezz’ora con la play. Dai mamma, fammi finire la partita. Sì, mamma, adesso smetto. Che palle… mamma, ti ho detto che smetto! Sì, adesso, adesso….
Come catturare l’attenzione sui comportamenti a rischio, alcuni di moda, altri indotti dalla moda all’interno di una società sempre più virtuale? Un tentativo intelligente è stato fatto venerdì 3 ottobre al grande magazzino Leroy Merlin di Baranzate con la mostra interattiva ‘Mind trick‘ organizzata dal consorzio sociale Cs&L e promossa e finanziata dall’Asl Milano 1 diretta da Giorgio Scivoletto. La mostra rientrava nell’ambito del progetto di prevenzione “Salute e Lavoro” e del programma regionale Whp sull’ abuso di alcol, sostanze, gioco patologico e cibo, ma è stata pensata in una chiave accattivante con simulazioni e giochi progettati ad hoc con tappe e spazi d’ informazione volti ad aumentare il grado di consapevolezza delle persone.
Nel percorso ‘false credenze’ , sulla falsariga di un videogame, i visitatore doveva rispondere vero o falso a domande su gioco, alcol e sostanze e avanzava a ogni risposta corretta, mentre veniva stoppato quando sbagliava. Nel percorso sul gioco patologico, bisognava mettere nell’ordine corretto delle probabilità apposte su degli appositi ‘cubotti’ con indicazioni per esempio sul compiere un viaggio intorno al mondo o fare un incidente aereo o vincere il superenalotto eccetera. Al termine del gioco la soluzione dimostrava come la possibilità di vincere era la meno probabile. Nella tappa sostanze, il visitatore con indosso una cuffia doveva raggiungere un dato punto su una scacchiera disegnata a terra. Il gioco, volto a far sperimentare la sensazione del rallentamento dei riflessi, si svolgeva in due fasi. Nella prima come se si fossero assunte sostanze. Nella seconda no. E il messaggio è passato.
Ombretta T. Rinieri