Il Tar rigetta il ricorso dell’ex presidente di Facs
13 Giugno 2014 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Centro sportivo Arese, Cronaca, Giudiziaria, Inchieste, Locale, Politica |
Commenti disabilitati
|
Inammissibile la richiesta che la giunta ratificasse le sue dimissioni. Sindaco soddisfatto, ma…anche Carli
ARESE – La prima sezione del Tribunale della Lombardia, con sentenza 1500 del 7 maggio 2014 pubblicata lo scorso 9 giugno, ha rigettato come inammissibile il ricorso proposto il 23 settembre 2013 dall’ex presidente di Fondazione Arese cultura e sport Stefano Carli e del consigliere Manuel Foglio circa la mancata ratifica da parte dell’amministrazione comunale delle dimissioni delle loro dimissioni da Facs risalenti al gennaio 2012. Il dispositivo è stato letto martedì sera in consiglio comunale dal sindaco Michela Palestra.
Estrapolando la parte più significativa della sentenza, I giudici amministrativi hanno ritenuto possibile “…concludere che nessuna norma od obbligo neanche di sistema imponevano al comune resistente la ratifica di un atto non espressamente contemplato dalla disciplina della fondazione rilevandosi incidentalmente che l’intervenuta cessazione del rapporto fiduciario tra rappresentante e rappresentato e la sostanziale inerzia complessiva del comune costituiscono un dato accertato nel presente giudizio…”. E hanno sottolineato che lo statuto di fondazione “…non contemplava il caso di dimissioni dei membri del consiglio d’indirizzo prescrivendo la loro permanenza in carica fino all’approvazione del bilancio consuntivo relativo al quarto esercizio…”. In ogni caso, finendo per stabilire che dal momento che si erano dimessi, il comune non poteva ratificare un carica che non c’era più, e quindi hanno respinto il ricorso.
Soddisfazione da parte del sindaco Palestra e dell’assessore Roberta Tellini per il pronunciamento del Tar in quanto ritengono che la stessa premi le scelte fatte fin dall’insediamento della loro giunta nel 2013.
“E’ stata proposta un’azione contro il comune e sostanzialmente è stata rigettata – afferma Tellini – non è una vittoria verso le persone, perché noi non stiamo facendo una battaglia verso le persone. Semplicemente ci sono delle situazioni che hanno richiesto da subito il nostro intervento e le linee che abbiamo adottato e intrapreso fino a oggi, sebbene qualcuno le abbia strumentalmente più volte dichiarate illegittime e derise in molti casi, si stanno rivelando tutte, giuridicamente, puntualmente e precisamente corrette”. “Quello che ha stabilito il Tar – precisa il sindaco – è la non necessità di alcuna ratifica”.
Facendo un tuffo nel passato, era il 30 gennaio 2012, quando i consiglieri d’indirizzo di Facs a guida Carli, dopo aver intrapreso delle forti azioni per far sgomberare dal centro sportivo Intese (la società romana guidata da Alessandro Chiappini che entrata nel Davide Ancilotto’ come partner speciale ne aveva preso possesso e lo gestiva senza sottoscrizione di un vero e proprio contratto) si dimisero in massa a causa dei debiti che avevano ereditato dalla guida precedente di Pierluigi Pogliani che non li metteva i condizioni di operare. Carli, in quanto presidente, e alcuni altri rimasero però inchiodati nel ruolo senza che il commissario Emilio Chiodi, poi il sindaco Pietro Ravelli o la commissaria Anna Pavone e infine la giunta Palestra nominassero un nuovo cdi di Facs che con pieni poteri e fondi potessero far fronte al contenzioso con Intese. Comunque sulle responsabilità della gestione Pogliani di Facs l’amministrazione, il sindaco Palestra ha spiegato che la sua giunta ha deliberato nei mesi scorsi un consulto legale per indagare se vi siano gli estremi per un’azione di responsabilità nei suoi confronti.
Intanto il Tar condanna Stefano Carli e Manuel Foglio alle spese processuali per oltre 3mila euro, ma Carli, incredibile a dirlo, è ‘contento’. “Sono abbastanza soddisfatto di questa pronuncia – ci dichiara – perché se da una parte respinge la nostra richiesta di condanna del comune per il suo silenzio e per la mancata ratifica delle nostre dimissioni, dall’altra ha stabilito ufficialmente che non vi era bisogno di ratificare le nostre dimissioni per implicita esecutività immediata delle stesse fin dalla loro pubblicazione ufficiale in comune. Il nostro obiettivo era ottenere il riconoscimento che dal momento delle nostre dimissioni fino a quello dello scioglimento non fossimo più tenuti a operare come gestore di Facs, mentre invece il comune ci aveva più volte richiesto di operare come se noi ne fossimo ancora gli amministratori, chiedendoci per esempio di spostare la sede legale della fondazione, fare opposizione all’ingiunzione di Intese , presentare dei bilanci, che non potevamo presentare perché non c’era più il numero legale dei consiglieri. Noi eravamo effettivamente esecutivamente dimissionari e quindi non dovevamo fare azioni. Anzi, se le avessimo fatte, avremmo agito scorrettamente”.
Ombretta T. Rinieri
(Il Notiziario 13 giugno 2014 – pag.73)